Il Parlamento Ue ha votato una nuova normativa per impedire l’ingresso sul mercato comunitario di prodotti e materie prime la cui estrazione, raccolta o produzione è legata alla distruzione delle foreste o a violazioni dei diritti umani. Una misura chiave che rafforza il disegno di legge presentato dalla Commissione europea sulla deforestazione, in contrasto con la posizione debole assunta durante la votazione del Consiglio Ambiente dell’Ue del giugno scorso. Nel testo troviamo infatti definizioni più solide di “deforestazione” e di “degrado forestale”, che garantiranno una maggiore protezione delle foreste dall’espansione agricola e da altre pratiche distruttive.
L’elenco di materie prime e prodotti interessati dalla normativa è inoltre stato ampliato e comprende ora anche gomma, mais, pollame e carne (suina e caprina), che si vanno ad aggiungere a quelli proposti dalla Commissione (olio di palma, soia, caffè, cacao, legname e carne bovina). Fondamentale inoltre l’estensione delle responsabilità previste dalla normativa alle istituzioni finanziarie europee i cui investimenti non dovranno andare a favorire progetti e società legate alla distruzione delle foreste. Si tratta di una regolamentazione che dà finalmente seguito a un’esigenza particolarmente sentita dai cittadini dell’Unione. “Un recente sondaggio europeo – precisa Greenpeace – ha rilevato che l’82% degli intervistati ritiene che le aziende non dovrebbero vendere prodotti legati alla distruzione delle foreste e oltre il 70% si è dichiarato disposto a smettere di acquistare prodotti di aziende che contribuiscono alla deforestazione. Sempre secondo il sondaggio, il rischio di perdere clienti per una determinata azienda o rivenditore che contribuisce alla deforestazione è particolarmente elevato in Italia e Spagna”.
Per rendere pienamente operative le nuove regole, il Parlamento ha inoltre confermato la necessità dell’obbligo di tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera, incluso il terreno di origine di prodotti e materie prime, anche tramite il geotracciamento. Queste infatti permetterebbero di verificare che un determinato terreno non sia stato deforestato o degradato. Il Parlamento ha inoltre escluso esenzioni nei controlli per aziende o prodotti che già aderiscono a schemi di certificazione volontari per fermare la deforestazione. Dopo questo voto inizieranno i negoziati tra il Parlamento, i governi nazionali e la Commissione Europea. Secondo Greenpeace il degrado forestale sarà uno dei temi più caldi di questi negoziati. La presidenza dell’Ue che guiderà questo processo è sotto pressione per concludere i negoziati prima dei vertici delle Nazioni Unite su clima e biodiversità previsti per la fine del 2022.
© Riproduzione riservata; Foto: Greenpeace, iStock
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Buongiorno.
Questo significa che non troveremo più nei supermercati tonnellate e tonnellate di bresaola carissima (anche quando scontata), ottenuta dalla lavorazione di carne di zebù proveniente da aree del Brasile e da allevamenti coinvolti con la pratica criminale della deforestazione?
Speriamo!
Già, si tornerà ad allevare in Italia … altrimenti come soddisfare la domanda?
La domanda deve sparire, altrimenti non avremo capito niente dai nostri errori.
È il caso di ripensare seriamente al nostro mondo di alimentarsi, detto da uno che per più di quarant’anni ha lavorato nel mondo latticini e salumi, e ben pochi si rendono conto dello spreco di derrate, di spese per la distribuzione, e tutto questo sempre a discapito di aziende oneste e consumatori finali. Detto ciò il mio più sincero augurio è che questa normativa dell’UE venga recepita e messa in atto il prima possibile, purtroppo nutro molto scetticismo nei confronti dei nostri burocrati. Scusate lo sfogo, do comunque atto di buona volontà e preparazione a tutte le autorità di controllo nel settore, italiane. Buona giornata a tutti