I consumatori fanno sempre più attenzione all’origine delle materie prime dei prodotti che acquistano. In particolare pasta e olio, sono due ingredienti fondamentali della nostra tradizione alimentare e molti pensano che questi prodotti siano quasi tutti ottenuti con materia prima italiana. Nulla di più sbagliato, basta controllare l’etichetta per scoprire che parte dell’extravergine e della pasta in commercio è ottenuta miscelando farine o olio di origine nazionale con quantità considerevoli di materia prima importata da paesi UE ed extra UE.
Ciò accade perché il grano duro e le olive italiane non sono sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale. Di conseguenza il ricorso alle importazioni è una necessità per la maggior parte delle aziende. Soprattutto nel settore dell’extravergine, che risente delle annuali fluttuazioni nella raccolta olivicola. In ogni caso, la qualità della materia prima non è legata all’origine delle olive, ad eccezione dei prodotti Dop che devono seguire regole ben precise. Purtroppo questo discorso non viene fatto con chiarezza e si tende spesso a generalizzare, premiando in tutti i casi l’olio extravergine di origine italiana, che ha un costo superiore rispetto a quello miscelato con oli “stranieri”.
Vi proponiamo in queste tabelle (in ordine alfabetico) l’origine della materia prima dei principali marchi di olio extravergine disponibili in Italia, includendo nell’elenco anche le bottiglie con il marchio dei supermercati. Dato che molti marchi e aziende offrono numerose varietà e tipologie di olio (spesso con materia prima di origine differente), abbiamo selezionato, quando possibile, l’extravergine classico, il 100% italiano e il biologico. La lista non è completa, ma pubblicheremo volentieri eventuali segnalazioni dei lettori che ci invieranno le foto di altri oli con l’indicazione dell’origine.
© Riproduzione riservata Foto: stock.adobe.com, esselungaacasa.it, carrefour.it, coopshop.it, iperdrive.it, conad.it, aldi.it, everli.com
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Ma perche’ non specificate anche che questa specie di aziende sono solo degli imbottigliatori , null’altro. non hanno neppure un ulivo di proprieta’ . E’ sconcertante come alcuni imprenditori in prima persona facciano pubblicita’ al loro olio ( vedi la sig.ra Coricelli , o il sig. Farchioni , o il sig, Monini) raccontando storie centenarie di aziende…. Questi non hanno mai visto un ulivo. Comperano centinaia di cisterne di olio e lo imbottigliano. Andate in Umbria davanti ai loro stabilmenti e vederete solo un coda di cisterne. Perche’ questi imprenditori non mostrano i loro ulivi al consumatore ?? perche’ non invitano i consumatori a far vedere i oro stabilimenti ?
Paola. Lo ha detto lei. Per loro L’Ulivo è un ex partito politico.
Graniticamente in accordo con lei Sig.ra Paola! Altro che consigli di acquisto, sono inganni per l’acquisto!
Il Costa d’Oro Il Grezzo perché non lo avete inserito?
Quali olive usa?
In etichetta dicono Italia, e vero?
Gentile Luigi,
come indicato nell’articolo, siccome i principali marchi propongono spesso diverse (talvolta numerose) tipologie di olio extravergine di oliva, siamo stati costretti a fare una scelta, selezionando l’olio classico, un 100% italiano e il biologico (a volte due quando il marchio presentava una referenza bio di origine straniera e una italiana).
L’olio extravergine Costa d’Oro Il Grezzo dichiara un’origine 100% italiana.
Siamo all’ennesima volta che fate vedere questi oli extravergine di fascia media e medio bassa, mi piacerebbe conoscere le caratteristiche e qualche informazione accurata su extravergine di fascia alta di marchi di supermercati e anche no
Mi spigate, per piacere, come è possibile che un prodotto composto da oli provenienti da paesi UE e non UE sia classificato come BIO? Non è che il termine BIO sia inutilmente inflazionato? Grazie
Se i due oli sono bio e provengono da due paesi diversi qual è il problema. Si tratta di un blend come si fa con gli oli non bio.
Biologico fa riferimento al metodo di coltivazione, non all’origine (come i marchi DOP) o all’essere “ecologico” (quindi a km 0 e senza emissioni per il trasporto).
Francesco, i prodotti bio non esistono solo in Italia…
Presupposto dell’importazione da fuori dell’Italia delle materie prime agricole è la mancanza di sufficiente e autonoma produzione nazionale: è possibile sapere negli anni quale è stata l’evoluzione in termini numerici assoluti e non in percentuale della produzione nazionale di olive e di grano, la quantità di olio EVO italiana e di importazione, parimenti la quantità di pasta prodotta e infine la quantità di olio EVO e pasta venduta dalle ditte italiane in Italia e all’estero.
Per me l’acquisto della materia prima estera è spinta dai proprietari delle ditte, non più italiani, che hanno ridotto i prezzi pagati agli agricoltori italiani per disincentivarne la produzione (con il grano è sicuramente successo).
Inoltre il prodotto italiano non è abbastanza standardizzabile perchè viene da tanti piccoli produttori, può essere idoneo solo per i prodotti di nicchia, di alta gamma o DOP, mentre gli “imbottigliatori” per la GDO hanno bisogno di un prodotto standard a basso costo. A voi chiedo inoltre di smascherare chi con una bella bottiglia con una altrettanto bella etichetta riesce a vendere anche nella GDO un olio di medio bassa-qualità. Sono prodotti che servano al consumatore per accontentarsi di un livello appena più basso (percepito come medio, mentre siamo al livello basico), quando l’olio EVO di vera qualità (monocultivar – estrazione a freddo – meccanica discontinua – controllo di qualità delle olive) si trova solo nelle boutique e mai nella GDO.