Dopo molti anni di studi e di collaborazione con l’Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM), l’EFSA ha pubblicato i primi due studi su un argomento cruciale: l’effetto cocktail (o cumulativo), in questo caso dei pesticidi, sulla tiroide e sul sistema nervoso. È questo, più che la valutazione della singola sostanza, il parametro che fornisce una visione chiara sulla pericolosità di un certo composto chimico assunto cronicamente, e magari da più alimenti ogni giorno.
La conclusione generale, in entrambi i casi, è rassicurante, anche se il livello di certezza raggiunto dall’analisi dei dati varia. Per i consumatori europei il rischio dell’esposizione alimentare cumulativa è inferiore alla soglia che fa scattare meccanismi normativi, cioè ai limiti di sicurezza, e questo vale per tutte le fasce di popolazione.
Va detto che le sostanze analizzate sono quelle individuate dagli esperti come specifiche per questo tipo di rischio. I regolamenti europei prevedono che si tenga conto dell’effetto cocktail quandosi redigono i vari dossier e che questi ultimi siano aggiornati via via che si rendono disponibili nuove tecniche di analisi.
Nello specifico, per quanto riguarda la tiroide, sono stati valutati i principali possibili effetti patologici (l’ipotiroidismo, l’ipertrofia delle cellule follicolari, il tumore e l’iperplasia) di oltre cento sostanze con due diversi sistemi di analisi (uno dell’EFSA e uno del RIVM). Le due strutture hanno incrociato i dati inviati dai sistemi di monitoraggio degli stati membri nel periodo dal 2014 al 2016, con quelli di dieci studi sulla popolazione condotti in diversi paesi e su fasce di età differenti (bambini, ragazzi e adulti). Il risultato è che sono sempre rispettati i limiti, e quindi non ci sarebbero rischi specifici per la tiroide derivanti dall’effetto cocktail dei pesticidi usati in Europa.
Alla stessa conclusione è giunto anche il secondo studio, condotto su più di 100 sostanze, e sullo stesso insieme di dati, sui possibili danni al cervello (tra i quali l’attività di un enzima associato alle demenze e le alterazioni motorie).
Ora il lavoro prosegue. “Nei prossimi anni” si legge nel comunicato “verranno effettuate valutazioni sugli effetti dei pesticidi su altri organi e sulle funzioni organiche. L’EFSA sta attualmente definendo un dettagliato piano di attuazione con la Commissione europea”.
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Giornalista scientifica
Buongiorno. Mi occupo di questi temi da qualche anno. Seguo ed apprezzo il vostro sito. Riguardo questo tema, vi invito calorosamente e verificare la posizione dell’ISDE (medici per l’ambiente), un’organizzazione mondiale riconosciuta dall’ON e dall’OMS, totalmente indipendenti. I pesticidi sono degli interferenti endocrini: non devono essere presenti nel cibo. I limiti di legge non sono parametrati al 100% sulla salute, ma tengono conto di molti altri fattori. Pubblicate un articolo sulla posizione ufficiale dell’ISDE e cosí avrete fatto infomazione. Poi la gente potrà decidere a chi credere. Grazie. Cordialmente. Enrico Iodice
Quello che dice l’Isde non è supportato da alcun tipo di studio scientifico, fa solo del terrorismo spicciolo.
Leggere il secondo studio è come entrare in un labirinto e esercizio quasi inutile dopo aver preso nota delle esclusioni di cui bisogna tener conto:
1 l’esposizione ai pesticidi in forma non-alimentare non è considerata
2 sono considerati solo le tracce dei pesticidi e non dei loro metaboliti
3 non sono considerati gli accumuli dei pesticidi in tempi lunghi
Si tratta indubbiamente di un primo passo, tardivo ad essere buoni, ma pur sempre un inizio e conseguentemente sono necessari molti e più complessi studi ulteriori , risultato non ci capiremo nulla e dovremo fidarci dei titoli.
Dopodichè molto probabilmente ci renderemo conto che ci abbiamo messo anni per essere informati che il cocktail è molto peggiore della somma dei singoli componenti.
Ottimo, dati davvero incoraggianti, a questo punto ci scrivessero in etichetta cosa contiene ogni prodotto e ci lascino liberi di decidere se somministrarlo ai nostri cari.
dopo la storia infinita sulla “cancerogenicita'” o meno del glifosato, mi risulta difficile riconoscere una sufficiente autorevolezza all’EFSA…