L’Europa fa sul serio con il benessere animale. L’Efsa, infatti, ha appena pubblicato un documento sul benessere dei polli, il primo di una serie nella quale verranno analizzati nel dettaglio tutti i processi che portano alla macellazione, messe in evidenza le possibili carenze e, soprattutto, gli aspetti sui quali è possibile intervenire per migliorare le condizioni degli animali, come freddo, fame, sete, possibilità di movimento e dolore.
In generale, per quanto riguarda il pollame, sono stati individuati diversi momenti critici, quasi tutti riconducibili alla scarsa preparazione professionale del personale che, al contrario di quanto Efsa auspica, troppo spesso non è adeguatamente formato a gestire le varie fasi della macellazione.
Nello specifico, sono state individuate tre momenti principali: il pre-stordimento (che comprende la fase di arrivo dei polli e l’ingabbiamento), lo stordimento, che coincide in alcuni casi con l’uccisione e comprende l’immobilizzazione, e il dissanguamento. I metodi di stordimento dei polli sono stati raggruppati in tre categorie: elettrici, in atmosfera modificata e meccanici.
Nel complesso, sono stati individuati 35 passaggi che possono essere a rischio di maltrattamenti. In 29 di essi la responsabilità è degli addetti alle diverse pratiche, quasi sempre (in 28 casi) per la mancanza di un’adeguata preparazione o per l’eccessiva durata dei turni, e la conseguente stanchezza dei lavoratori. Sono state poi indicate 11 pratiche che potrebbero migliorare la situazione e che mettono in luce il ruolo di primaria importanza del management del macello nel gestire al meglio la lavorazione.
Le possibili tipologie di maltrattamenti identificate sono dieci: stato di coscienza, stress da caldo o da freddo, fame o sete prolungate, restrizione nei movimenti, dolore, paura, stress generale e difficoltà respiratorie.
Il documento sul benessere dei polli al macello contiene anche foto e disegni molto chiari su cosa accade e cosa, invece, dovrebbe accadere, ed è lungo novanta pagine. A esso faranno seguito, nel 2020, analoghi pareri sui suini (marzo), bovini (giugno) e altre specie (dicembre). “Le risultanze – si legge nel comunicato finale – saranno utilizzate dalla Commissione europea nei dibattiti con l’Organizzazione mondiale della salute animale (OIE) finalizzati ad allineare gli approcci al benessere degli animali in fase di macellazione”.
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Giornalista scientifica