Pesce sostenibile, la certificazione MSC tutela davvero i consumatori: solo l’1% del pescato è vittima di frodi o sostituzioni, lo rivela uno studio
Pesce sostenibile, la certificazione MSC tutela davvero i consumatori: solo l’1% del pescato è vittima di frodi o sostituzioni, lo rivela uno studio
Agnese Codignola 1 Aprile 2019Il marchio MSC del Marine Stewardship Council, che contraddistingue il pesce pescato in maniera sostenibile secondo i dettami del programma Chain of Custody, tutela davvero il consumatore, che può acquistarlo senza timore di essere imbrogliato. Tra i prodotti certificati il tasso di sostituzioni (fraudolente e non) è inferiore all’1%, mentre nei lotti non MSC sottoposti a controlli si arriva al 30%.
I risultati emergono da uno studio condotto da alcuni membri dello stesso consorzio MSC in collaborazione con il TRACE Wildilife Forensics Network and Science e con l’Advice for Scottish Agricolture e pubblicato su Current Biology. Le analisi sul pesce MCS sono state effettuate con la tecnica del DNA barcoding o codice a barre genetico (ovvero l’analisi di alcune sequenze considerate specifiche di ogni specie) e hanno interessato 1.402 campioni provenienti da 18 paesi rilevando solo 13 prodotti irregolari, pari allo 0,92% del totale. Per confronto, gli autori citano una grande revisione del 2016 realizzata su 51 studi nei quali sono stati analizzati 4.500 campioni non MSC. Il risultato, in quel caso, mostrava un tasso di sostituzione vicino al 30%.
La sostituzione di specie, che quasi sempre interessa pesce pregiato dalle carni bianche, può avvenire anche per sbaglio, ma anche per dolo, per vendere a un prezzo più alto pesce di valore inferiore.
Poiché il marchio MSC viene concesso solo quando ogni singolo passaggio della filiera risulta tracciabile e controllabile, le contraffazioni sono più difficili da mettere in pratica, e più facili da smascherare. Le positività riscontrate in seguito alle analisi dei lotti certificati MSC hanno appurato che solo in due casi si è trattato di una “svista” fraudolenta. Per questo motivo le aziende coinvolte sono state subito sospese dal marchio. Negli altri casi ci sono stati errori nelle procedure, che hanno portato a un’etichettatura non corretta.
Secondo gli autori i risultati sono buoni, e non solo per chi vuole acquistare pesce senza contribuire alla distruzione del mare. Il protocollo MSC si sta infatti rivelando affidabile ed efficace, e potrebbe essere adottato anche da altre filiere incentrate sulla sostenibilità.
Il consorzio,sta andando avanti con gli studi: anche se le tecniche diagnostiche basate sul DNA dei pesci sono già molto precise, cercando di ottenere altri test facili ed economici basati sui diversi isotopi presenti nelle acque e su altri elementi che possono contribuire ad attribuire una specifica a ogni partita di pesce.
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Giornalista scientifica