Cannella marrone cruda organica su uno sfondo

Due terzi della cannella venduta in Europa non rispetta gli standard di qualità, presenta problemi di sicurezza alimentare o, addirittura, sospetti di frode. Sono i risultati di uno studio svolto dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione Europea, che ha portato in laboratorio 104 campioni di cannella, 44 dei quali etichettati come “cannella di Ceylon”, acquistati in punti vendita di 10 Paesi dell’Unione Europea, Regno Unito, Serbia e Sri Lanka.

Nel 2023 la cannella era la quinta spezia per volumi di importazione, dopo lo zenzero, la paprika, il pepe e la curcuma, e la domanda è in continuo aumento. Per questo motivo è particolarmente esposta a tentativi di frode. A peggiorare la situazione è l’esistenza di due tipologie botaniche di cannella: la cannella di Ceylon (Cinnamomum verum), di maggior valore, e la cassia (Cinnamomum cassia), che oltre a essere più economica contiene naturalmente cumarina, un composto aromatico potenzialmente tossico per il fegato.

I risultati

Dallo studio è emerso che in totale il 66% dei campioni analizzati erano non conformi per diversi motivi. Per esempio, il 9% dei prodotti etichettati come “cannella di Ceylon” in realtà conteneva esclusivamente o in parte cassia. Inoltre, più di un campione su cinque (21%) non rispettava gli standard di qualità a causa di un altro contenuto di ceneri, e in molti casi si è sospettata la sostituzione della corteccia, la parte della pianta che costituisce le classiche stecche, con altre parti della cannella, come le radici, le foglie e i fiori.

Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, quasi un campione su 10 presentava livelli di piombo superiori ai limiti europei (2 mg/kg), mentre 31 prodotti sono risultati potenzialmente pericolosi per i bambini a causa degli elevati livelli di cumarina contenuti.

Secondo il JRC, l’alto tasso di irregolarità nei campioni di cannella presenti sul mercato europeo indica che c’è bisogno di maggiore attenzione e vigilanza su questa spezia da parte di tutti gli operatori di settore, dai produttori alla Commissione Europea.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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Andrea
Andrea
20 Ottobre 2025 15:43

L’articolo non lo specifica mai ma suppongo si tratti del prodotto in polvere. Sarebbe interessante sapere se l’acquisto delle stecche, parimenti diffuse e da polverizzare all’uso può essere una soluzione. Grazie.

Marco
Marco
Reply to  Andrea
23 Ottobre 2025 18:12

La cannella che trovi comunemente in stecche nei supermercati non è la vera cannella di Ceylon, ma la sua “cugina” più economica: la cannella cassia (Cinnamomum cassia o Cinnamomum aromaticum).

La differenza chiave è che la Cannella Cassia (Cinnamomum cassia), varietà più diffusa, originaria della Cina e dell’Indonesia, ha un sapore più forte, piccante e legnoso. Le stecche sono spesse, dure e si arrotolano solo da un lato. Ed è la più comune nei negozi perché costa molto meno.

Mentre la Cannella di Ceylon (Cinnamomum verum) è la “vera” cannella, originaria dello Sri Lanka. Ha un aroma più dolce e delicato. Le stecche sono sottili, friabili e si arrotolano in più strati, un po’ come un sigaro. È più rara e più costosa, e di solito venduta come “Ceylon cinnamon” o “cannella vera”.

Se l’etichetta non specifica nulla, quasi certamente è cassia. Solo se c’è scritto “Ceylon” o “Cinnamomum verum” puoi star sicuro che è la varietà pregiata.

Patrick
Patrick
24 Ottobre 2025 02:36

Incredibile, e grazie per l’articolo.
Leggendo la ricerca però, purtroppo nessun marchio viene menzionato, anche se leggendo gli ingredienti di logica si dovrebbe arrivare ad una supposta conclusione, ma trovo che sarebbe stato altrettanto utile sapere i marchi dei produttori coinvolti nei test…

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