
Le acque minerali non sono sempre così ‘pure’ e ‘naturali’ come si legge sulle etichette. Circa un anno fa, in Francia è esploso un caso che scuote l’intera industria dell’acqua in bottiglia e coinvolge non solo il colosso Nestlé Waters, ma anche il governo francese e l’ufficio del presidente Emmanuel Macron. Infatti, secondo un durissimo rapporto pubblicato dal Senato francese, l’Eliseo “sapeva almeno dal 2022 che Nestlé aveva imbrogliato per anni”, utilizzando trattamenti vietati su acque etichettate come minerali naturali.
I marchi coinvolti sono tra i più noti: Perrier, Vittel, Contrex e Hépar, tutti di proprietà Nestlé. Ma anche Cristalline, Saint-Yorre e Vichy Célestins, prodotti dal gruppo Sources Alma, che rappresentano complessivamente circa un terzo del mercato francese dell’acqua imbottigliata.
Trattamenti vietati negli stabilimenti Nestlé
Le normative europee sono chiare: un’acqua può essere venduta come “minerale naturale” solo se imbottigliata alla fonte e senza subire trattamenti di disinfezione. Ma le indagini hanno rivelato che per anni, le aziende coinvolte hanno trattato molte di queste acque con filtri a carbone attivo e raggi UV, tecnologie ammesse per l’acqua del rubinetto, ma vietate per le acque minerali.
Nel 2024, a seguito di ispezioni sanitarie, le autorità francesi hanno bloccato l’imbottigliamento in alcuni stabilimenti Perrier e oltre un milione di bottiglie sono rimaste ferme nei magazzini per non conformità. Lo scandalo, partito da una segnalazione interna nel 2019, si è esteso anche in Svizzera, dove Nestlé Waters Suisse ha ammesso l’uso degli stessi trattamenti per l’acqua Henniez.

Un insabbiamento ai vertici dello Stato
Il Senato non ha risparmiato accuse al governo: il rapporto evidenzia una “mancanza di trasparenza dello Stato”, sia verso le autorità locali che nei confronti dei cittadini francesi e dell’Unione Europea. Nestlé Waters aveva informato volontariamente l’esecutivo nel 2021, presentando un piano correttivo, poi approvato. Ma secondo i senatori, questo piano è stato gestito in ambiti ristretti dell’apparato governativo e l’allora premier Élisabeth Borne non sarebbe mai stata informata.
L’inchiesta ha inoltre rivelato che Alexis Kohler, segretario generale dell’Eliseo, avrebbe incontrato i dirigenti Nestlé, ma ha rifiutato di testimoniare davanti alla commissione. Macron, da parte sua, ha negato ogni coinvolgimento diretto.
Il report denuncia anche un rapporto eccessivamente stretto tra Nestlé e le istituzioni, al punto che un documento ufficiale del governo sarebbe stato modificato per adeguarsi alle richieste dell’azienda. Il senatore socialista Alexandre Ouizille, a capo della commissione, ha definito tutto ciò “inspiegabile, imperdonabile, incomprensibile”.
La posizione di Nestlé e le reazioni
Nel 2024, Nestlé Waters ha ammesso l’uso dei filtri vietati e ha pagato una multa di 2 milioni di euro per evitare ulteriori procedimenti legali. Ha però sempre sostenuto di aver agito in buona fede, mantenendo un dialogo costante con le autorità e garantendo la sicurezza delle sue acque.

Ma l’associazione Foodwatch ha presentato una denuncia formale per inganno e un giudice di Parigi ha aperto un’indagine. La senatrice verde Antoinette Guhl ha parlato apertamente di “scandalo di Stato”.
Un settore da 2,7 miliardi di euro sotto accusa
La Francia è il secondo produttore mondiale di acque minerali, con 104 sorgenti attive, 41mila posti di lavoro e un mercato da 2,7 miliardi di euro. Marchi come Perrier vengono venduti anche in Italia a prezzi molto elevati, in virtù della presunta ‘purezza’ della fonte.
Il Fatto Alimentare aveva già affrontato il tema nel 2024, (leggi qui l’articolo Lo scandalo delle finte acque minerali Nestlé scuote la Francia), riportando un’indagine congiunta di Le Monde e Radio France che aveva rivelato l’uso da parte di Nestlé Waters di trattamenti non autorizzati, come filtri a carbone attivo e raggi UV, su acque minerali vendute come naturali. L’inchiesta evidenziava anche che il governo francese era a conoscenza di queste pratiche da anni, ma non era intervenuto.
Lo scandalo francese non è solo un caso isolato: è un campanello d’allarme per rivedere l’intero sistema di certificazione e marketing dell’acqua imbottigliata, anche in Italia.
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Interessante grazie
La ‘grandeur francese’ affogata nell’acqua minerale…. 🙂
Lo scandalo è più grave di quello che si pensi, batteri fecali in un lotto che venne distrutto in seguito alla tempesta Mariene così sostiene la Nestlè con le Vittel,Macron che per anni che sapeva tutto si difende dicendo che non sapeva come funziona un sistema di microfiltraggio,insieme ad altri parlamentari, 4 per la precisione,la Perrier e la Vittel contaminate e ritirate come altre marche,il processo per fare chiarezza su l’accaduto si terrà al più presto,cioè a luglio.
Nestlé Pure Life esce dal rubinetto: acqua del sindaco purificata, negli USA va benissimo. Io, la Nestlé, la ammiro immensamente con indicibile orrore. È come un organismo perfetto, indistruttibile, efficientissimo e letale.