antibiotici

antibioticiLa resistenza agli antibiotici in Europa continua a crescere, mentre i farmaci antimicrobici rischiano di diventare sempre meno efficaci nel trattamento delle infezioni. Lo rivela un nuovo rapporto realizzato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che hanno raccolto i dati relativi alla diffusione di batteri antibiotico-resistenti nell’uomo e negli animali da allevamento nel 2017 nei 28 Stati membri.

Il documento rivela, per esempio, che percentuali preoccupanti di Campylobacter jejuni, il batterio responsabile del 70% di tutte le infezioni di origine alimentare registrate in Europa, sono ormai resistenti agli antibiotici ciprofloxacina e tetraciclina. In Italia, in particolare, il microorganismo è resistente ai due antibiotici rispettivamente nel 70,6% e nel 55,9% dei casi. In alcuni Paesi, invece, la resistenza del Campylobacter ai fluorochinoloni è così alta, che non funzionano più nel trattamento dei casi più gravi di infezione.

I batteri del genere Salmonella sono sempre più resistenti ad ampicillina, tetraciclina e sulfametossazolo, un antibiotico della classe dei sulfamidici, che sono risultati inefficaci in media in circa un caso su tre. In Italia, questi microrganismi hanno mostrato profili di resistenze superiori alla media europea, con il sulfametossazolo inefficace nel 44,9% dei casi, seguito da tetraciclina (40,4%) e ampicillina (37,4%).

Il dato più preoccupante è che quasi un terzo (28,3%) dei campioni di Salmonella analizzati in Europa erano multiresistenti, cioè possedevano resistenze per tre o più antibiotici. In particolare due campioni di S. Typhimurium sono risultati resistenti a otto dei nove farmaci per cui sono stati testati, restando suscettibili solo al meropenem.

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In Italia, oltre il 70% dei campioni di Campylobacter jejuni sono risultati resistenti alla ciprofloxacina (Fonte: Ecdc-Efsa)

Negli animali da allevamento la situazione è ancora più grave. Per quanto riguarda, ad esempio, i maiali allevati in Italia la resistenza ad ampicillina, tetraciclina e sulfametossazolo è stata osservata in otto campioni su dieci di Salmonella, mentre il 60% è resistente al cloramfenicolo. Nei maiali è alto anche il tasso di multiresistenza, che in Europa è stata identificata in più della metà dei campioni di Salmonella.

Fortunatamente, il rapporto rileva che la resistenza combinata ad antibiotici di grande importanza clinica resta ancora bassa o molto bassa sia negli esseri umani che negli animali. Tuttavia, come ha dichiarato Mike Catchpole, direttore scientifico dell’Ecdc, “percentuali anche basse di resistenza congiunta implicano che per molte migliaia di pazienti in tutta l’Ue le opzioni di cura in caso di infezioni gravi sono limitate”

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, a causa dei batteri resistenti agli antibiotici in Europa muoiono ogni anno circa 33 mila persone. Per proteggere la salute umana, l’unica strada da percorre è quella del corretto uso degli antibiotici. Un problema che riguarda da vicino anche gli allevamenti di animali che, come dimostra il rapporto, possono essere dei veri e propri serbatoi di batteri multiresistenti.

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ezio
ezio
11 Marzo 2019 11:40

Questo rapporto Ecdc-Efsa andrebbe telegrafato con urgenza e contemporaneità a tutti i diretti interessati ed anche responsabili di una prevenzione poco o mai fatta in modo adeguato, con uso prudente degli antibiotici e nelle loro rispettive competenze; mi riferisco in particolare:
– primari di tutti i reparti ospedalieri,
– dirigenti sanitari degli ospizi,
– pediatri
– medici di famiglia,
– veterinari delle Asl e professionisti responsabili degli allevamenti animali.

Gianni
Gianni
12 Marzo 2019 02:06

E’ emergenza planetaria. Andiamo verso l’estinzione del genere umano