Una lettrice ci scrive per esprimere i suoi dubbi sulla validità nutrizionale della merenda per bambini firmata da Parmareggio. Rispondono gli esperti di alimentazione
La lettera sulla merenda Parmareggio
Buongiorno, mi chiamo Ilaria. Stavo guardando l’etichetta della nuova merenda firmata da Parmareggio Reggiano e Valfrutta: L’ABC della merenda composta da una fettina di formaggio, un succo di frutta e alcuni grissini. Nella parte interna della confezione ci sono informazioni sul fabbisogno calorico per un ragazzo e la ripartizione “corretta” riferita a proteine (15%), carboidrati (50%) e grassi (35%). Ho fatto i calcoli anche io ma le percentuali risultano diverse. Non riesco a capire quel 15%, 58% e 27% da dove saltino fuori.
Rispondono Antonio Pratesi, medico nutrizionista, e Abril Gonzalez Campos, dietista
Cara Ilaria, quando si parla di percentuali e di apporto calorico per ogni singolo nutriente (proteine, carboidrati o grassi) l’unità di misura non è il peso (grammi) del prodotto come da lei calcolato ma le calorie (kcal). Quindi ad esempio per le proteine il calcolo è : (7,3 g x 4 kcal)/199 kcal = 15% circa. E analogamente si può stimare la percentuale rappresentata da grassi (9 kcal/g) e carboidrati (4 kcal/g).
Per l’occasione abbiamo deciso di analizzare questo snack (“L’ABC della merenda”), molto interessante per la semplicità degli ingredienti (parmigiano, grissini e succo di frutta) rispetto a una classica merendina, cercando alcune varianti per migliorare il profilo nutrizionale.
La merenda viene pubblicizzata affermando che non ci sono zuccheri aggiunti. È vero però gli zuccheri del succo di frutta secondo le indicazioni dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) vanno calcolati come zuccheri aggiunti (“extrinsic sugars”) e sono circa 13,3 g, pari al 27% delle calorie complessive. Quindi è come se avessimo aggiunto 13 g di zuccheri: la merenda di per sé è salutare, ma si potrebbe migliorare il profilo nutrizionale sostituendo il succo di frutta (*).
La tabella n° 2 mostra la quantità di zuccheri sono ammessi nella dieta nelle varie fasce di età e la quota assorbita da un succo di frutta da 125 ml come quello contenuto da L’ABC della merenda che oscilla dal 16 al 46%.
Il sito di Valfrutta presentando il succo dice che “Corrisponde a una porzione di frutta, indispensabile per un’alimentazione sana e corretta”. In realtà non è così perché il succo da un punto di vista nutrizionale “non corrisponde ad una porzione di frutta”, ma a una bevanda zuccherata (come un chinotto), anche se la pubblicità lascia intendere ai genitori che sia un equivalente alla frutta. Vediamo con gli esempi sottostanti preparati dalla Dr.ssa Abril Gonzalez Campos se il succo di frutta corrisponde effettivamente ad una porzione di frutta.
Le merende alternative
Vediamo ora come si può migliorare la merenda, sostituendo il succo con una porzione di fragole si riducono le calorie, aumentano le proteine, le fibre, il calcio e la quantità di vitamina C lievita di 4 volte. Ma l’aspetto più importante è che non ci sono “zuccheri aggiunti” (WHO).
Per chi volesse una merenda senza formaggio basta sostituire il Parmigiano con le mandorle. In questo caso abbiamo meno proteine, più grassi di buona qualità, aumenta la fibra, mentre il contenuto di calcio dimezza e la vitamina C risulta sempre 4 volte di più rispetto all’ “ABC della merenda”.
La terza alternativa prevede il pane al posto dei grissini e una banana. In questo caso è una merenda più calorica, con un ottimo apporto di fibra alimentare e carboidrati complessi senza zuccheri aggiunti.
Anche se “L’ABC della merenda” è una proposta interessante per la semplicità degli ingredienti rispetto alle solite merendine, quella preparata in casa con pochi ingredienti (banana, pane e formaggio) è preferibile. Il succo di frutta è l’equivalente di una bevanda zuccherata e non “corrisponde” come suggerisce la pubblicità “a una porzione di frutta”. Infine ricordiamo che uno dei modi migliori per prevenire il sovrappeso/obesità nei nostri bambini è bere acqua evitando succhi e bevande zuccherate.
Antonio Pratesi e Abril Gonzalez Campos – nutrizionisti
(*) Nota:
I LARN italiani hanno un approccio diverso rispetto alle linee guida internazionali, computando in un unico calderone gli zuccheri naturali all’interno di frutta e verdura (“intrinsic sugars”) e latte, più gli zuccheri aggiunti come saccarosio o zucchero bianco, fruttosio, glucosio, ecc. (“extrinsic sugars”). Per l’Italia occorre limitare l’introito di zuccheri totali raggiungendo al massimo il 15% delle calorie. Secondo le linee guida Oms, USA e della Gran Bretagna gli zuccheri aggiunti (non devono superare il 10% delle calorie, meglio se si arriva al 5%), perché gli effetti sul rischio di malattia (cardiovascolari, diabete e carie) è diverso a seconda di come vengono assunti gli zuccheri. Per questo motivo l’approccio delle linee guida Oms, USA e GB sembra più corretto rispetto a quello italiano (LARN 2014).
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medico nutrizionista
La frutta fresca a colazione è sicuramente la migliore soluzione, ma volendo consumare un succo pronto, meglio un succo puro non dolcificato.
La stragrande maggioranza dei consumatori e quindi delle mamme purtroppo, non ne conosce la differenza e nemmeno i vantaggi di consumare frutta fresca a colazione e merenda, in sostituzione delle più comode
ma squilibrate merendine.
L’idea di una colazione alternativa è sicuramente buona, ma come avete giustamente argomentato, va migliorata anche se proposta già pronta dal marketing commerciale.
E’ chiaro che state sostituendo una merenda fresca, non vendibile così, con un prodotto commerciale shelf life stable. Troppo comodo…e la comodità d’uso non la valutate? L’abc della merenda si trova nei distributori automatici di scuole…al PdV per l’acquisto da parte delle mamme.
Se immaginate una merenda a casa con frutta fresca e succo appena spremuto è altra cosa..Certo che dal punto di vista nutrizionale è meglio..ma irrealizzabile o quasi per la maggior parte delle situazioni/famiglie.
Nell’articolo si scrive: “Anche se “L’ABC della merenda” è una proposta interessante per la semplicità degli ingredienti rispetto alle solite merendine, quella preparata in casa con pochi ingredienti (banana, pane e formaggio) è preferibile”.
Ma è chiaro che il target di consumatori di questo prodotto è per il consumo FUORI casa o al massimo per un dopo palestra. Un mini pack da inserire in uno zaino e via.
Credo sia lodevoli sia la proposta commerciale, sia le varianti, però. In primis occorre stabilire quante vitamine vi sono veramente. La C non è presente nel Parmigiano né nei grissini, quindi si suppone sia nel frullato di frutta, quello proposto non è un succo, c’é una notevole differenza. La C è una vitamina poco stabile, idrosolubile e termo-fotosensibile, quanta ne è rimasta nel frullato al momento del consumo? Il calcio dovrebbe essere considerato sulla base della sua biodisponibilità, quella del Parmigiano è molto elevata, quello delle mandorle forse intorno al 10% del calcio presente. Occorre anche tenere presente che l’equilibrio di kcal provenienti da micronutrienti lo si può raggiungere anche nella giornata non solo nel singolo pasto, in questo merenda è lodevole il fatto che vi siano amminoacidi essenziali insieme a carboidrati complessi e semplici meglio che solo zuccheri o dosi insignificanti di proteine del latte come spessissimo avviene. L’apporto proteico del Parmigiano e di minerali come il calcio non è sostituibile, mentre le fragole apportano certamente più vitamina C del frullato. L’offerta commerciale è sicuramente buona e certamente meglio delle solite merendine, anche quelle che sembrano piene di latte, ma che non lo sono, si potrebbe migliorare se nel frullato non fossero aggiunti zuccheri semplici, ma vi fosse solo il fruttosio della frutta e durante la lavorazione si cercasse di eliminare meno fibre.
Per correttezza ricordo che lo snack non è del consorzio parmigiano reggiano ma dell’azienda parmareggio.
io ho notato che in quei succhi non è presente zucchero negli ingredienti, a differenza di molti altri, c’è solo lo zucchero della frutta quindi
Lo zucchero viene aggiunto attraverso il succo d’uva
Non capisco questa propensione a comprare quello che possiamo creare da noi con le varianti suggerite. Che fatica si fa anche quando si lavora fuori casa , a preparare un snak a casa? Mettetela dentro un pratico contenitore ed è fatta….io ho sempre preparato a casa la colazione della scuola a mio figlio, dalle materne alle superiori. Ho lavorato x oltre 40 anni ma quando si vuole per la salute dei n/s figli e x noi stessi, si impara a non lasciarsi influenzare dalle pubblicità che chiaramente fanno i loro interessi.