“L’obesità infantile è un fenomeno dilagante e persistente. Basti pensare che in Italia a 9 anni un bambino su 10 è obeso e 2 su 10 sono in sovrappeso, e che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulti. Ma ciò che desta più allarme sono i dati sulle complicanze fisiche e psicosociali già presenti nell’infanzia e che tendono ad aggravarsi in età adulta”. È quanto afferma Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, che insieme a quella di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha pubblicato un documento rivolto ai medici su Diagnosi, trattamento e prevenzione dell’obesità del bambino e dell’adolescente, in cui si evidenzia come sempre più bambini e adolescenti soffrano di patologie conseguenti all’obesità sinora sconosciute nell’infanzia, come ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2, e come per la prevenzione siano decisivi i primi mille giorni di vita (gravidanza e primi due anni di vita).
Allattamento al seno, svezzamento secondo le raccomandazioni nazionali, no a sale e a zuccheri aggiunti, sono tra le regole principali che i bambini devono seguire nei primi due anni di vita per prevenire sovrappeso e obesità e quindi l’insorgere di patologie in età adulta. A ciò si aggiungono, quali altri elementi cardine per la prevenzione, osservare la (vera) dieta mediterranea sin dalla prima età, praticare attività fisica per almeno un’ora tutti i giorni, evitare bevande zuccherate, sport drink e succhi di frutta con zuccheri aggiunti. In età adolescenziale, no a bevande alcoliche ed energy drink. Per favorire la corretta prevenzione, i pediatri hanno elaborato un Decalogo anti-obesità con le regole da osservare dal concepimento e per l’intera vita.
Dal documento dei pediatri emergono numeri significativi sulle complicanze dell’obesità tra i 6 e i 17 anni:
– circa il 5% dei bambini/adolescenti italiani con obesità ha valori di glicemia superiori ai limiti di normalità, condizione definita di pre-diabete, cioè un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire. Non è detto che questi bambini si ammalino di diabete, ma è molto importante che il metabolismo del glucosio rientri nei limiti di normalità attraverso il calo del peso, la corretta alimentazione e l’attività motoria;
– più del 30% dei bambini obesi ha valori di trigliceridi e/o colesterolo LDL elevati e colesterolo HDL (colesterolo buono) ridotto rispetto ai valori di normalità, condizione che li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi;
– più del 30% dei bambini obesi ha grasso accumulato nel fegato, condizione evidente di un danno epatico iniziale, che però può progredire e peggiorare nel tempo;
– più del 10% dei bambini obesi ha valori di pressione del sangue superiori alla norma.
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