Uova Cisam, Ovibon e Saccoccio: revocato il richiamo, nessuna contaminazione da fipronil. Lo certificano le analisi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno
Uova Cisam, Ovibon e Saccoccio: revocato il richiamo, nessuna contaminazione da fipronil. Lo certificano le analisi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno
Redazione 6 Ottobre 2017Le uova a marchio Cisam, Ovibon e Saccoccio non contengono fipronil. Le controanalisi eseguite dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno hanno accertato l’assenza dell’insetticida e dei suoi metaboliti nelle uova prodotte nello stabilimento Cisam di Mignano Monte Lungo (Caserta), che, come ci comunica l’azienda, risultano quindi conformi e sicure per i consumatori.
Scatta, quindi, la revoca del provvedimento di richiamo dei lotti di uova, disposto dalle autorità sanitarie locali lo scorso 22 settembre. L’avviso era stato diffuso dal Ministero della salute.
Dal 1 gennaio 2017, Il Fatto Alimentare ha segnalato 83 richiami, per un totale di 123 prodotti e 9 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.
I lettori interessati a ricevere l’e-book, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
© Riproduzione riservata
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare 2017. Clicca qui