Sono arrivate le caramelle Tic Tac all’arancia rossa. I grandi manifesti sui muri delle stazioni della metropolitana milanese fanno proprio venire l’acquolina in bocca. Lo slogan recita così: Tic Tac arancia rossa rinfresca la tua idea di frutta (vedi foto). La scritta è affiancata dall’immagine di una grande caramella tagliata a fette come se fosse un’arancia, con gli spicchi del frutto in evidenzia. Anche sulla scatolina di Tic Tac si vedono chiaramente due mezze fette di arancia. Basta però girare la confezione per scoprire che la frutta utilizzata è in polvere. Più precisamente si tratta di arancia rossa e mirtillo rosso americano.
Tic Tac: dove sono le arance rosse?
C’è a chiedersi quanto sia corretto mostrare immagini che lasciano intendere al consumatore di poter acquistare una caramella all’arancia che, secondo nostre stime, contiene il 2-3% di frutta in polvere. Un altro aspetto curioso è il richiamo sulla confezione e nella foto dei manifesti della Sicilia. Sul frontespizio dell’etichetta si legge “Dream of SICILIA” una dicitura proposta con caratteri tipografici molto evidenti. Basta però girare la scatolina per scoprire che la pochissima arancia in polvere presente è di origine sconosciuta. Anche la descrizione sul sito di Ferrero desta qualche perplessità quando recita: “ARANCIA ROSSA: La freschezza di Tic Tac incontra l’inconfondibile sapore dell’arancia Dream of Sicilia, per regalarti il sogno unico dell’estate”.
Sempre a proposito di arancia rossa, la norma sulle etichette prevede che se nella pubblicità viene citato un ingrediente (arancia rossa), è obbligatorio riportare nell’elenco degli ingredienti la percentuale di arancia rossa presente. In questo caso Ferrero non indica la percentuale visto che nell’elenco degli ingredienti non c’è traccia. La mancanza di indicazione è però consentita per gli ingredienti utilizzati in deboli dosi come aromatizzanti. Se è valida questa ipotesi, vuol dire che la frutta in polvere presente nelle caramelle non viene considerata dalla stessa Ferrero come un elemento caratterizzante, e quindi non si giustifica l’immagine pubblicitaria della frutta con modalità così evidenti, quasi fosse frutta fresca.
Confettini tristemente bianchi
C’è un altro elemento che lascia perplessi ed è il colore delle caramelle all’interno. A dispetto di quanto lascia immaginare la pubblicità, basta tagliare una caramella in sezione per rendersi conto che la parte di ripieno è di colore bianco. L’immagine del manifesto lascia ritenere che la caramella sia costituita per buona parte di frutta (anzi di frutta fresca….) ma non è così. La stragrande maggioranza di ogni confetto caramella è composta di zuccheri e solo in minima parte di frutta. Si tratta di una comunicazione che può prestare il fianco a fraintendimenti circa l’effettivo contenuto della caramella. Per tutti questi motivi abbiamo inviato un esposto all’Autorità garante della concorrenze e del mercato e all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria chiedendo di censurare il messaggio.
L’ultima nota riguarda la dimensione dei caratteri tipografici scelti per l’elenco degli ingredienti. Si tratta di un copro praticamente illeggibile per via del tratto molto sottile. In un simile contesto è quasi obbligatorio fare un riferimento al prezzo esorbitante di Tic Tac che, con la cifra record di 61 €/kg, si colloca nell’olimpo delle caramelle più care nell’assortimento di un supermercato, dove i prezzi delle altre caramelle sono mediamente un terzo.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Vorrei far notare anche che in etichetta non viene indicato lo stabilimento ne la nazione di produzione, ma solo da chi è distribuito. Questa è una pratica consueta del gruppo che non indica mai, se non prodotto in Italia, il paese di produzione. Sicuramente questo è consentito, ma come di consueto la trasparenza non è il punto di forza di questa azienda.
Cordiali saluti.
complimenti per l’articolo e per le attente osservazioni.