L’allerta del Ministero della salute che martedì 3 ottobre segnalava il richiamo e il ritiro dagli scaffali dei supermercati di 6 lotti di Spinaci Bonduelle surgelati, è rientrata (vedi primo e secondo richiamo). La revisione dell’analisi effettuata dall’Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano confermano che non c’è presenza di sostanze anticolinergiche all’interno del prodotto (ovvero di mandragora, l’erba infestante velenosa, la cui presenza era stata ipotizzata inizialmente).
Per dovere di cronaca ricordiamo che l’allerta è scattata dopo il ricovero urgente in un ospedale milanese, di una famiglia di quattro persone che avevano mangiato diverse verdure tra cui una confezione di spinaci Bonduelle. I sospetti iniziali, che fossero contaminati da foglie di mandragora, si sono rivelati errati. Per cui il prodotto può essere consumato. Adesso le ricerche sono orientate verso l’acquisto di altre verdure comprate presso un mercato locale di Milano.
Aggiornamento del 23/10/2017: Il Ministero della salute ha diffuso la revoca del richiamo (vedi foto sopra) solo il 19 ottobre, ben 10 giorni dopo la pubblicazione da parte del Fatto Alimentare.
Dal 1 gennaio 2017, Il Fatto Alimentare ha segnalato 84 richiami, per un totale di 122 prodotti e 10 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.
I lettori interessati all’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Quanti milioni di euro dovrebbe chiedere l’azienda al consumatore e al servizio di sorveglianza per i danni subiti?