Il Ministero della salute ha diffuso l’avviso di richiamo di un lotto di tonno in olio di girasole a marchio Algarve di Tribeka Srl, prodotto in Portogallo da un’azienda locale. Il motivo del richiamo è la presenza di livelli di istamina superiori al consentito.

Oggetto del provvedimento è il lotto L1588C con termine minimo di conservazione al settembre 2021. Il prodotto è venduto in confezioni da 3×80 grammi ed è destinato sia alla grande distribuzione che ai servizi di catering.

L’istamina è una sostanza tossica che si forma dalla degradazione dell’istidina, un amminoacido abbondante nel tonno, sgombri e altri pesci della stessa famiglia, ed è un indicatore di cattiva conservazione. L’istamina provoca la sindrome sgombroide, un’intossicazione caratterizzata da arrossamento, prurito, mal di testa, difficoltà a deglutire, nausea, vomito e diarrea. I sintomi compaiono da pochi minuti a un paio d’ore dal consumo dell’alimento contaminato e nella maggior parte dei casi non richiedono l’intervento medico.

Questo è il richiamo numero 42 segnalato da Il Fatto Alimentare nel 2017.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

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