Aggiornamento 2012.
L’Antitrust ha deliberato il 9 gennaio 2012 una nuova multa di 50.000 euro per la società Xango, che commercializza il succo di Mangostano. L’accusa è di aver continuato ad attuare pratiche commerciali scorrette anche dopo il provvedimento adottato nel mese di aprile 2011 che imponeva alla Xango di interrompere le attività e stabiliva una sanzione di 250 mila euro.
L’Autorità ha invece approvato il nuovo sistema di vendita adottato dalla società, perché sono stati eliminati gli aspetti problematici (l’accusa era di adottare un metodo di promozione a carattere piramidale nel quale il consumatore fornisce un contributo in cambio della possibilità di ricevere un corrispettivo derivante principalmente dall’entrata di altri consumatori nel sistema piuttosto che dalla vendita o dal consumo di prodotti).
Dopo una serie di botta e risposta tra la Xango Italy s.r.l. e l’Antitrust, è arrivata la sanzione: l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha multato per 250.000 euro la società che commercializza il succo di mangostano per pratica commerciale scorretta. A segnalare l’irregolarità sono state diverse Associazioni dei consumatori, tra cui Codacons, Altroconsumo e Federsalus, ma anche lo stesso Ministero della Salute.
Già a settembre 2010 Altroconsumo aveva segnalato all’Autorità il prodotto, presentato come il toccasana per prevenire e curare patologie cardiache, diabete, cancro, malattie della pelle, morbo di Parkinson e Alzheimer.
L’associazione di consumatori denunciava non solo l’ingannevolezza del messaggio, ma anche la scorrettezza nella distribuzione del prodotto, che ricorda le cosiddette tecniche di “vendita piramidale”. In rete, infatti, sono presenti una molteplicità di piccoli rivenditori che sono anche consumatori. I meccanismi di vendita sono questi: il cliente è invitato a registrarsi sul sito del mediatore; registrandosi diventa a sua volta venditore e deve pagare una quota per aderire e per ricevere un kit d’ingresso.
L’Antitrust ha giudicato la pratica commerciale scorretta perché genera «confusione sulla reale natura, composizione e proprietà della bevanda pubblicizzata, della quale vengono vantate inesistenti proprietà salutistiche. L’altra accusa è il «complesso sistema di commercializzazione e vendita del succo XanGo che risulta connotarsi per il suo carattere piramidale» in violazione di diversi articoli del Codice del Consumo. Vale la pena ricordare che l’articolo 23 qualifica come scorretta la condotta del professionista che avvia, gestisce o promuove «un sistema di promozione a carattere piramidale nel quale il consumatore fornisce un contributo in cambio della possibilità di ricevere un corrispettivo derivante principalmente dall’entrata di altri consumatori nel sistema piuttosto che dalla vendita o dal consumo di prodotti».
Nel fenomeno delle vendite multilivello chi aderisce ha non solo la possibilità di vendere i prodotti di volta in volta commercializzati, ma anche quella di far aderire alla struttura altri soggetti (chiamati anche “sponsor”, così come l’attività può chiamarsi, di conseguenza, sponsorizzazione); i soggetti sponsorizzati diventeranno, successivamente, venditori e sponsorizzatori. Lo sponsor ottiene una determinata percentuale, oltre che dagli acquisti direttamente procurati anche dall’attività di vendita di ciascuno dei soggetti sponsorizzati. Si realizza così un legame diretto tra volume delle vendite e compensi percepiti.
Rispetto ai presunti “requisiti salutari”, in alcune brochure pubblicitarie erano elencati 75 motivi per bere il succo tutti i giorni e le dosi consigliate. In un altro incartamento intitolato “44 Problematiche, 1 soluzione”, veniva indicata la possibilità di trattare disturbi connessi all’età e moltissime malattie, alcune delle quali anche gravi, quali il Morbo di Alzheimer, di Parkinson e di Crohn per effetto delle proprietà degli Xantoni, una classe di sostanze chimiche che sarebbero dotate di particolari capacità antiossidanti e antinfiammatorie. Nulla di tutto ciò è scientificamente provato.
Sulle proprietà antiossidanti del frutto intero della Garcinia Mangostana si è pronunciata l’EFSA, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, rilevando l’assenza di sostegno scientifico ai claim salutistici utilizzati per le caratteristiche del frutto in questione (antiossidante), in ragione dell’assenza di un qualunque nesso eziologico tra il suo consumo e la protezione dai danni ossidativi.
La società distributrice Xango vende il succo di mangostano da anni anche negli Stati Uniti ed era già stata ammonita nel 2006 dalla Food and Drug Administration, poiché distribuiva e pubblicizzava il prodotto come fosse un farmaco, contravvenendo al Federal Food, Drug and Cosmetic Act, la norma in vigore negli Stati Uniti.
Dopo la pubblicazione della sentenza e la multa, la società ha diffuso un comunicato in cui dichiara di avere “preso atto delle prove e di accettare i suggerimenti miglioratrici dell’Autority” e di voler “lavorare a fianco dell’Agcm per raggiungere un pieno accordo sul piano di compensazione degli incaricati di Xango in Italia“.