Aggiornamento 20 gennaio 2012
La vicenda Plasmon contro Barilla va avanti a fasi alterne. il Giurì dà ragione alla Plasmon, il tribunale dà ragione a Barilla. La cronaca giudiziaria interessa molto gli addetti ai lavori e gli avvocati, ma meno i consumatori che di solito sono poco attenti attenti alle vicende giudiziarie delle aziende.
La questione per i consumatori si è conclusa nei primi dieci giorni di dicembre, dopo che la Plasmon ha presentato sul Corriere della sera e su altri quotidiani la pubblicità comparativa, dicendo che la pasta Piccolini Barilla e i biscotti Macine non sono alimenti adatti alla prima infanzia, perchè contengono troppi residui chimici e micotossine. Si tratta di un concetto semplice e incontestabile visto che gli alimenti per la prima infanzia sono soggetti a regole molto severe e non devono essere confusi con gli altri.
Plasmon contro Barilla
Dopo avere letto la pubblicità comparativa molte mamme e papà, abituati a sciogliere i biscotti Macine nei biberon e ad usare la pasta Piccolini per i loro figli, hanno capito bene il concetto. Per questo motivo l’operazione è riuscita.
Barilla ha cercato di difendersi accusando Plasmon di pubblicità ingannevole, ma si tratta di armi spuntate. In realtà la società di Parma ha dovuto correre ai ripari, dichiarando che dalla primavera 2012 sulle confezioni di pasta della linea Piccolini scriverà che il prodotto è “destinato ai bambini con più di tre anni“. In realtà alcuni formati di pasta hanno già inserito la dicitura che ad onor del vero potrebbe essere proposta con maggior rilievo e con caratteri tipografici più visibili , visto che lo spazio non manca.
Pochi media hanno detto che il cambiamento dell’etichetta era già stato annunciato un anno fa alla rivista Il Salvagente. La società di Parma però ha corretto le diciture sulle confezioni di sughi della linea Piccolini dimenticando la pasta.
Plasmon, Barilla, il Giurì della pubblicità, il tribunale e gli avvocati andranno avanti a discutere, ma la vera battaglia è durata due settimane ed è stata vinta dai consumatori.
I genitori grazie alla pubblicità comparativa hanno capito che per la prima infanzia esistono alimenti specifici più costosi degli altri che forse conviene utilizzare. Queste sono le regole della comunicazione, il resto conta poco.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Grazie a un sito indipendente come il Vostro noi genitori abbiamo finalmente compreso la notizia essenziale, cioè che i Piccolini e le Macine, a prescindere dalle battaglie legali tra i due colossi in causa, non sono adatti ai bambini nei primi 3 anni di eta’. Grazie, per aver fatto un po’ di chiarezza! Insomma, se ho capito bene, il maggior prezzo degli alimenti per la prima infanzia si spiega davvero con il rispetto, da parte di questi prodotti soltanto, di rigorosi limiti che sono stati sviluppati per proteggere al meglio i nostri bambini. Grazie
E’ stato dunque chiarito che Barilla non produce alimenti per la prima infanzia e che i suoi prodotti sono rivolti ai consumatori dai 3 anni in su, bene. Ma allora perchè, anzichè andare avanti con le battaglie legali, i due gruppi non colgono l’occasione per fare un bel comunicato congiunto in cui si rassicurano i consumatori sul fatto che tutti i loro prodotti sono ottimi e sicuri, con la precisazione che ciascuno ha il suo ‘target’ (3 anni)? Visto che si tratta di marchi radicati nelle abitudini delle famiglie italiane, sembra un peccato che si infanghino a vicenda
Ma, mi spiegate, con una risposta intelligente e, soprattutto, con cognizione di causa,perchè dovrei dare a d un bambino di 4 anni una pasta che non posso dare ad un bambino di 2 anni??? se è tossica per uno di 2, lo è anche per uno di 4!!! e perchè non posso dare una normalissima e commerciale pasta granoro , de cecco, del verde etc., che contiene solo acqua e semola di grano duro (senza conservanti nè coloranti, nè vitamine aggiunte…e con costi normali) ad un bimbo di 6 mesi come ad uno di 2 anni o di 12 anni, così cresce come sono cresciuto io, alto forte e con buone difese immunitarie e senza vizi???
Qualcuno mi sa dare una risposta sensata? GRAZIE
Dr. Francesco de Filippo -Biologo Nutrizionista.
HO scoperto il vostro sito da poco ma è davvero interessante
sono un piccolo operatore del settore packaging e le informazioni che date mi aiutano molto.
Non capisco una cosa, ma ai bambini al di sotto dei 36 mesi farebbero male le paste che usiamo quotidianamente?
da dove derivano i residui chimici e li micotossine? dalla coltivazione del grano?
Visto che facciamo molte cose n casa, il discorso dei residui chimici vale anche per le farine?
Grazie
Federico Di MAggio