La Ferrero difende l’olio di palma di Nutella, sostenuta dal vice ministro dell’agricoltura. Il problema dell’olio tropicale però esiste ed è serio dice Greenpeace
La Ferrero difende l’olio di palma di Nutella, sostenuta dal vice ministro dell’agricoltura. Il problema dell’olio tropicale però esiste ed è serio dice Greenpeace
Roberto La Pira 27 Ottobre 2016“Basta con il terrorismo e la disinformazione sui temi alimentari“: dice il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero riferendosi all’olio di palma. La dichiarazione rimbalzata dalle agenzie di stampa è stata fatta in un convegno sull’olio tropicale organizzato oggi da Ferrero a Milano per contrastare quella che il politico ha definito “la moda di demonizzare” e ipotizzando una sorta di complotto. L’inaspettato intervento del viceministro, non previsto nel programma ufficiale, è abbastanza inquietante. Abituati a difese di ufficio di latte, grano e formaggi italiani, nessuno si aspettava una presa di posizione a favore di un olio tropicale che ormai sta per essere abbandonato e sostituito dalla maggioranza delle aziende italiane (tranne Ferrero che continua ad utilizzare questo prodotto per la Nutella e le merendine). Forse una dichiarazione così forte è da collegare al fatto che Olivero è nato a Cuneo a pochi chilometri dallo stabilimento della Ferrero…
La “demonizzazione dell’olio di palma“ (di cui noi saremmo i principali responsabili ndr) è iniziata due anni fa ed è nata per contrastare “l’invasione dell’olio tropicale” che veniva utilizzato in oltre il 90% dei prodotti da forno e non solo. Forse il vice ministro non sa che i consumatori erano del tutto ignari di questa cosa perché le aziende nascondevano l’olio tropicale dietro la dicitura “olio vegetale”. La realtà era che i ragazzini abituati a fare colazione con 4-5 biscotti, mangiare a metà pomeriggio una merenda e magari consumare a pranzo o cena una cotoletta impanata, ingerivano 30-40 grammi di olio di palma al giorno (vedi articolo). Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha giudicato questa situazione un problema serio. Il vice ministro dimentica che quattro autorità europee per la sicurezza alimentare, rispettivamente in Belgio, Olanda, Francia e Italia hanno redatto documenti sull’olio di palma e sui rischi collegati all’esagerata assunzione e che anche l’Efsa ha pubblicato un documento in cui evidenza la presenza di contaminanti cancerogeni e genotossici. Certo tutti questi organismi secondo il ministro hanno contribuito a demonizzare un ingrediente innocuo! La nostra colpa è quella di essere uno dei pochi siti a riportare dati scientifici e pareri di nutrizionisti indipendenti sull’argomento.
A dispetto di certi politici che farebbero bene a studiare meglio la lezione prima di rilasciare azzardate dichiarazioni sui complotti, Ferrero che conosce bene l’argomento ha deciso di non sostituire il palma perché Nutella usa “olio di palma mitigato e super mitigato”, un grasso disponibile sul mercato italiano a prezzi sensibilmente superiori (del 10% fino al 50%). L’incremento di listino è giustificato dalla limitata presenza di contaminanti cancerogeni e genotossici segnalate dall’Efsa in un dossier pubblicato nel maggio 2016. Ferrero ha dichiarato che i valori di contaminanti nei prodotti sono uguali e/o inferiori ai limiti di accettabilità individuati dall’Efsa.
Ma i risultati dei test effettuati sui vasetti di Nutella in Germania dalla rivista Stiftung Warentest e in Svizzera dal programma svizzero A Bon Entendeur dell’11 ottobre 2016 sono contraddittori. Se i tedeschi assolvono, gli svizzeri dicono che Nutella ha ancora contaminanti cancerogeni. Nel convegno di oggi abbiamo chiesto a Ferrero chiarimenti. Ci è stato detto che l’azienda fa numerosissimi controlli e che i livello di contaminanti sono bassi, inferiori a quelli indicati dall’Efsa, ma che non possono diffondere i loro dati!
Se la questione dei contaminanti può essere risolta migliorando il processo di lavorazione, i problemi collegati all’olio tropicale non sono certo finiti, stiamo parlando della deforestazione e dei fumi scaturiti dagli incendi. Quando il vice ministro era già andato via, Greenpeace (che lavora con Ferrero in un gruppo di lavoro sulla sostenibilità dell’olio tropicale) al convegno ha detto che l’olio di palma che usa Ferrero rispetta standard accettabili, precisando che purtroppo si tratta di una minima percentuale rispetto alla produzione mondiale. Per questo riteniamo sano per la salute e l’ambiente scegliere i prodotti che lo hanno sostituito con olio di girasole, mais, colza, mais, oliva e altri.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Spostiamo la nostra attenzione dall’olio di palma all’acido palmitico, che dell’olio di palma è il principale componente. Questo acido grasso saturo, oltre che nell’olio di palma, si trova nelle carni, quindi una dieta palma free è impossibile, a meno di non essere vegetariani. Esistono, è vero, creme senza olio di palma, ma hanno altri grassi, non proprio salubri: vogliamo parlare dei grassi trans, ad esempio, per non dire dei noti idrogenati?. E poi c’è il problema degli zuccheri. Il fatto è che tutti i dolci contengono alte quantità di zuccheri e grassi, che bene non fanno, e vanno consumati in piccole quantità, non certo quotidianamente! In tale senso, un consumo misurato anche della Nutella non fa certo male.
La risposta è semplice allora, mangiare sano senza zuccheri complessi. Un frutto invece della merendina confezionata, un estratto di verdure e frutta invece del succo in cartone, limitare o meglio eliminare il consumo di carne, latte e cibi con derivati animali. E se della salute non importa a nessuno fatelo per L’ambiente.. gli habitat degli oranghi vengono distrutti dall’uomo per fare spazio alle piantagioni dell’olio di palma.
Se continuiamo così il nostro mondo morirà.
Salve,
esistono creme senza olio di palma che non contengono nemmeno altri grassi “insalubri”. Infatti alcune di esse contengono solamente : Nocciole Piemonte IGP (50% min.), zucchero di canna, Cacao. Per capire quali sono basta guardare qui: http://www.ilfattoalimentare.it/nutella-palma.html
Saluti
Come da anni (ancora prima della meritevole campagna de Il Fatto Alimentare) ho sempre boicottato i prodotti con olio di palma) perchè non cominciare a boicottare anche la Nutella?
Esistono in commercio prodotti deliziosi senza olio di palma. La Nutella non è un mito indistruttibile. Perchè non punire anche la Ferrero che, con testardaggine, si ostina a fare eslusivamente i suoi interessi?
Sarebbe così semplice!
Mulino Bianco docet. Dopo essersi accorti che le vendite diminuivano hanno fatto rapidamente marcia indietro. Non ancora per la totalità dei prodotti, ma molti si.
Questa gente deve essere castigata boicottandola. Altrimenti non c’è etica che tenga.
Ma oltre a boicottare la Nutella, bisognerebbe farlo anche con moltissime marche di gelati confezionati di notissime marche nazionali che utilizzano olio di cocco ( che ha il doppio della quantità di acidi grassi saturi rispetto all’olio di palma) insieme ad olio di palmisto (estratto dai semi delle bacche del frutto del palma). Basta mangiare una merendina, un gelato e un paio di biscotti e si supera la soglia consigliata degli acidi grassi. Giorno dopo giorno il processo di sommazione aumenta e i danni a livello organico potrebbero diventare seri!
E’ vero che la resa dell’olio di palma è 10 volte maggiore di quello di oliva ( cioè per avere la stessa quantità di olio dei 2 tipi, il terreno necessario per l’olio di oliva è 10 volte di più di quello per l’olio di palma)? Se fosse così per sostituire l’olio di palma ci vorrebbe una superficie 10 volte più grande
Noi abbiamo chiesto con la nostra petizione una firma contro l’invasione dell’olio di Palma per contrastare la deforestazione che continua imperterrita, contro l’eccessiva assunzione di acidi grassi saturi e per limitare l’assunzione di conta,
Mina ti cancerogeni. Se non si distinguessero più foreste sarebbe già un bel risultato
Oggi ho scoperto che qualche azienda scrive sull’incarto dei suoi prodotti da forno “senza olio di palma”, ma nella lista degli ingredienti sono presenti oli di karitè e di cocco, che hanno, soprattutto quello di cocco, un’alta quantità di grassi saturi. Per me questa è truffa, perché si vuole presentare un prodotto sano, mentre non lo è affatto! Cerchiamo di eliminare o ridurre il consumo di TUTTI i grassi poco raccomandabili per un’alimentazione sana. Se il viceministro Oliviero è lo specchio del governo, non possiamo sperare che tuteli la salute dei cittadini… Povera Italia!
Gentile Dottor La Pira
Mi sono voluto documentare sull’olio di palma
L’ho fatto leggendo tutti i suoi articoli e le fonti che cita.
Una cosa mi resta da capire: le industrie tolgono l’olio di palma a furor di popolo. Per il 90% lo sostituiscono con l’olio di girasole.
Perché non racconta ai suoi lettori come si estrae l’olio dai semi di girasole e come lo si tratta successivamente per renderlo utilizzabile ??
Attendo di leggere le sue sempre interessanti argomentazioni.
Suo affezionato lettore.
CT
Tutti gli oli di semi sono raffinati e questo vuol dire ,deacidificati, degommati, deodorati, decolorati … Il trattamento è più intenso per il palma in genere, ma molto dipende dalle condizioni del lotto
Volevo segnalare che esiste anche l’olio di semi di girasole spremuto a freddo:
http://www.zucchi.com/magazine/dal-campo-al-piatto/olio-girasole-bio-spremuto-freddo-approfondimento/
Io ne ho comprato un litro e mi è parso molto buono ma difficile da mangiare, odore buono ma forte e gusto intenso, lo usavo per condire l’insalata ma mi sforzavo di usarlo. Probabilmente ha qualche uso ideale che però non ho trovato.
Ottima domanda, vaga risposta
Nutella é l’unica Cioccolata che mi da acidità, non penso sia per l’olio di palma, tuttavia mi facilità la scelta, quindi è ormai da 4/5 anni che scelgo altre marche, buone come Nutella e anche di più..con notevoli vantaggi per il mio stomaco(e il mio palato) e probabilmente per le mie arterie.
P.S.: Vi seguo dal Giappone, dove vi sono da due mesi per lavoro(lavoro é una parola grossa, nel senso che insegno Calcio..o Soccer, come lo chiamano qua, ai bambini e ragazzi nipponici) e vi starò ancora per parecchio tempo..ho visto che qua in Giappone i prodotti da forno(molto buoni) contengono olio di soia e in meno prodotti vi é la scritta olio vegetale e sinceramente non so se qua usano olio di palma, penso di sì.
Da ignorante penso che l’olio di soia sia meno pericoloso rispetto al palma..e non so sinceramente se in Giappone importino tanto olio di palma.
Grazie per le importanti info e …continuate cosi!… ed io continuerò a seguirvi dal Japan!
Cordiali Saluti!
Non c’è da meravigliarsi! L’azienda ha preferito continuare a mistificare i presupposti di una materia prima, falsamente certificata come “salubre e sostenibile”, semplicemente per garantire massima resa al minor costo! Bisogna chiedere ali dirigenti di Alba: perchè non lo hanno sostituito prima…preferendo solo ora il mitigato?
Forse perchè finchè nessuno sa…nessuno si oppone! Il boicottaggio dei consumatori resta l’unica arma pacifica di fronte a questi industriali che non hanno nessuna etica di responsabilità nei confronti delle persone. Continuare ad affermare ipocritamente che queste aziende sono l’orgoglio italiano nel mondo…significa contribuire alla speculazione e allo sfruttamento.
La presenza di sostanze cancerogene nell’olio di palma era nota anche prima del parere EFSA? Chiedo al Fatto Alimentare…
Se non lo era, (e credo che non lo fosse perchè nessun articolo del Fatto Alimentare antecedente al parere EFSA lo ha mai riportato) non avrebbe avuto senso parlare di olio mitigato dal momento che il problema non era emerso…
Il primo ingrediente della Nutella è lo zucchero e il secondo l’olio di palma…
nocciole 13% cacao 7,4%… crema spalmabili alle nocciole… no comment
Complimenti a Fererro! L’unica strada da intraprendere è proprio questa. Ha limitato i GE, contenuti in tutti gli oli raffinati (anche nel semplice olio di oliva). Ferrero è l’unico che ha preso di petto il problema e lo sta risolvendo. Altre ditte hanno semplicemente ascoltato il marketing evitando il problema e buttandosi su oli che per la preparazione da forno hanno ben poco a che fare.
Un test svizzero ha trovato un mese fa contaminanti cancerogeni nella Nutella !
La Ferrero si difende ostentando certi test in cui sarebbe risultata migliore, come quello fatto in Germania dove spesso le concorrenti usano in sostituzione l’ olio di girasole comune, ricco di acidi polinsaturi facilmente ossidabili nella lunga conservazione. Mi spiace per la Rigoni, ma il risultato non mi sorprende: paga un estremismo sul biologico e naturale che porta questa azienda a non scegliere la varietà selezionata non naturale con 80% di acido oleico. Ciò non toglie che il confronto è stato fatto solo con altre creme a base della solita emulsione di zucchero ed olio, e non la crema gianduia tradizionale con circa il 40% di nocciole e il burro di cacao. Tutte le creme del confronto hanno cacao scremato come aromatizzante e meno della metà delle nocciole, quindi o pochissimi grassi saturi o pochissimo monoinsaturo oleico, o tanto linoleico o tanto palmitico: sempre un’ infelice combinazione. Ricordiamo invece che l’ acido stearico di cui è ricco il burro di cacao, avendo una catena di atomi di carbonio anche più lunga dell’ acido palmitico, ha una maggior proprietà conservativa e anti-ossidante dell’ acido palmitico abbondante nell’ olio di palma ( C18>C16) ed allo stesso tempo è neutro a livello cardiovascolare, perché il nostro apparato digerente lo converte nel suo monoinsaturo corrispondente, mentre l’ acido palmitico diventa palmitoleico, un monoinsaturo colesterolemizzante!!! Non c’è ragione alcuna per preferire l’ olio di palma o di girasole al mix di nocciole e burro di cacao se non commerciale, per tenere bassi i costi. Chissà perché quel test tedesco non ha preso in considerazione nessuna crema di nocciole e cacao non desgrassato tra ben 20 prese in considerazione!!!! eppure in Germania si trova la crema gianduia della svizzera Lindt, se proprio non si potevano considerare Novi, Baratti, Pernigotti, Caffarel…. Non mi piace vedere sempre della dietrologia, ma stavolta i dubbi sorgono più giustificati.
Ma chi se ne frega dell’olio di palma.
L’articolo inizia commentando una ipotetica dieta composta da biscotti, croissant, cotolette impanate.
MA CHI VE LO FA FARE DI MANGIARE COSI’?
A me una dieta del genere sembra ampiamente squilibrata dove la presenza di olio di palma e’ il problema di gran lunga minore, visto che il 90% di quella dieta e’ composta da farina di frumento e zuccheri raffinati… ma mangiare in maniera piu’ naturale no? Verdure? Frutta? Legumi? Noci e altra frutta secca? Semi di canapa o chia e altri semi? Pesce pescato? Carne possibilmente non di allevamento intensivo?
Noi italiani siamo convinti di avere una dieta salutare, la dieta mediterranea…in realta’ se mi guardo in giro vedo solo gente mangiare quantita’ industriali di pane e pasta e bibite zuccherate (coca cola ecc.). Andate al supermercato e guardate cosa hanno nel carrello le persone sovrappeso.
Per quanto riguarda l’olio di palma: problema ampiamente sopravvalutato almeno per quanto riguarda i danni alla salute. In realta’ se si mangia in maniera corretta di olio di palma ne mangiate zero.
Qualche anno fa il problema era il lardo, poi il burro, poi le uova…in realta’ sono sono tutti alimenti che fanno benissimo e la demonizzazione era basata su ricerche a dir poco “indirizzate”, soprattutto negli Stati Uniti negli anni ’70 con Ancel Keys e altri personaggi simili.
Ora e’ il turno delll’olio di palma… fosse quello il problema…
Forse non si rende conto di quanto Alma mangiavamo tutti due anni fa . Ci sono cinque pareri scientifici sul Palma. Ci sarà un buon motivo, oppure tutti odiano la Nutella
Caro Nick (magari un nome vero no?!) si qualifichi bene per affermare che uova, burro e lardo fanno così tanto bene alla salute! Ai più alti livelli di nutrizione e medicina questa presunzione di salubrità è totalmente falsa! Un fattore determinate è l’alto contenuto di colesterolo e in virtù di proteine prelevabili da altri alimenti.
Pesce pescato?…Come?! Con i “moderni” mezzi gli oceani si stanno prosciugando!
Allevamenti non intensivi?…Dove sono?! Il capitalismo recente sta annientando ogni produzione locale!
Quindi?! Forse è il caso di riflettere maggiormente sui nostri acquisti e prediligere altro che non sia lobby industriale (palma o non palma), anche e soprattutto a favore di una crescita sostenibile tanto decantata ma che in realtà non è mai stata prodotta!
Chi lo ha sostituito, chi lo sta finalmente trasformando in un grasso commestibile e punta a renderlo veramente ecosostenibile, chi al contrario se ne frega e continua ad usarlo sfruttando la campagna pubblicitaria milionaria di autoassoluzione e la confusione creata ad arte dagli esperti poco responsabili, per nulla previdenti e sicuramente poco esperti.
Ma questi produttori ora molto attivati a rimediare, dove erano solamente lo scorso anno, oppure gli scorsi dieci anni? Mal comune mezzo gaudio?
E noi c… di consumatori, crediamo alle nuove bufale che ci propinano gli stessi che hanno volontariamente causato il problema invadendo il mercato ed i nostri alimenti, insieme agli esperti-ignari e soprattutto ai trasformatori di queste materie prime, che all’origine non solo sono innocue, ma anche salutari se rispettate e non stravolte, come usano fare.
E forse crediamo anche che i grassi saturi del palma siano uguali a quelli del latte materno, perché la formula chimica è la stessa!!
Leggendo tutti questi articoli ho tre considerazioni:
1. mi sembra di capire l’olio di palma è usato da decenni nei paesi occidentali (a partire dal latte materno artificiale) per cui se è cancerogeno dovremmo essere nel mezzo di una epidemia!
2. va bene usiamo olio di colza/girasole etc che rendono 6/10 volte in meno per ettaro, per cui la migrazione ci costerà un uso molto più estensivo dei terreni e un uso molto, molto più alto di pesticidi/fertilizzanti (poi qualcuno spieghera come hanno fatto le aziende che hanno sostituito l’olio di palma (prodotto in paesi con costi bassissimi) a non aumentare i costi, io direi che usano un prodotto ultra economico …. )
3. ma le popolazioni che adesso vivono su questa coltivazione cosa faranno!!!! (tipo in costa d’Avorio ci vivono 2 milioni di agricoltori, 1,5 milioni in indonesia).
Concludo dicendo che non usando prodotti che contengono grassi vegetali (se non saltuariamente), per me questo è un non problema e vedo questo dibattito in modo molto distaccato e non difendo assolutamente l’olio di palma.
L’olio id palma che si usa decenninon è raffinato ! E le contaminazione cancerogene si formano durante la raffinazione.
Per le coltivazione di palma si deforestano aree vergini , la coltivazione delel altre piante si fa inzone rurari non certo così importanti per l’ecosistema. Le popolazioni possono cambiare coltivazione .Una volta cosa si usava in Italia e nel latte in polvere quando non c’era il palma ?
Qualsiasi olio una volta che viene raffinato diventa un liquido nutrizionalmente morto.. che sia palma, girasole od oliva il risultato non cambia.
Quindi che nella Nutella ci mettano un olio di palma anzichè di girasole la sostanza è sempre quella.. Se sono contrario all’uso massivo dell’olio di palma è solo perchè per produrlo vengono rase al suolo enormi aree di foreste tropicali.
Ok alla sintesi di Giorgio, come principio generale per tutti gli alimenti ed ingredienti:
Freschi, integri, completi, possibilmente autoctoni, rispettosi dell’ambiente, degli animali e ultimo ma per primo, non tossici per gli esseri umani di tutte le età.
Tanto per essere chiari escludiamo gli alimenti troppo conservati in vari modi; denaturati e stravolti, raffinati e deprivati di componenti nutrizionali indispensabili; della zona d’origine climatica ed economica del consumatore; coltivati, allevati e trasformati senza stravolgimenti ed inquinamenti ambientali della flora e fauna, senza sfruttamento della schiavitù animale e tantomeno umana; senza frazioni tossiche naturalmente contenute o sviluppate durante la trasformazione e conservazione prima del consumo.
Non credo siano principi utopici ma necessità improrogabili, vista la degenerazione qualitativa degli alimenti industriali che ci propongono senza scrupoli per le conseguenze salutistiche, sia per quelle ambientali divenute insostenibili.