Sabato pomeriggio al supermercato ho ceduto alla richiesta di mia figlia di cinque anni, e le ho comprato un barattolo di Nesquik plus vitamine – ferro con l’immagine sulla confezione di un coniglio che afferra un bicchiere.
L’acquisto è stato quasi obbligato perché non è facile resistere alle pressioni dei figli che chiedono sempre di provare i prodotti pubblicizzati in tv, e che poi si trovano sugli scaffali (guarda caso, alla loro altezza!) o davanti alle casse, soprattutto quando ci sono immagini di cartoni. Comunque, per i figli questo e altro.
Adesso alla modica cifra di 4,90 € il barattolo giallo di Nesquik da 500g composto dall’80% di zuccheri e da cacao magro, destrosio, lecitina di soia, e qualche vitamina è già in dispensa.
Ho letto con attenzione le diciture sulla confezione del prodotto e ho consultato il vostro libro L’Etichetta, ma ho qualche dubbio.
– Cosa vuol dire la scritta “Nesquik: accende la tua vitalità!”? Non sono regolamentate queste diciture?
– Perché nello spazio dedicato alle indicazioni nutrizionali tutti i valori sono riferiti a 1800 kcal e non a 2000 che, come avete più volte spiegato, corrisponde al fabbisogno medio giornaliero? In questo modo le calorie riferite alla porzione giornaliera scendono, e non evidenziano che siamo di fronte d un prodotto con quasi l’80’% di zucchero.
Irene
Cara Irene,
grazie per questi spunti di riflessione che sarebbe utile rivolgere anche al Nutritional Compass, la società del Gruppo Nestlè che si occupa di curare le informazioni nutrizionali sulle etichette della prima industria alimentare del pianeta (!).
Ma veniamo ai quesiti:
– La parola vitalità è un’affermazione generica che parrebbe suggerire un beneficio per la salute e come tale, secondo il regolamento claims europeo (reg. CE n. 1924/06) dovrebbe essere accompagnata da un’indicazione nutrizionale o salutistica.
Questa spiegazione potrebbe essere in quella parte dell’etichetta ove si evidenziano i vantaggi legati alla presenza nel prodotto di vitamine e micronutrienti. L’utilizzo del condizionale è dovuto, perché l’interpretazione del regolamento europeo non è del tutto chiara, e a nostra volta non siamo in grado di affermare con certezza l’idoneità delle informazioni sopra dette.
– Per quanto riguarda le calorie, secondo le Linee Guida dell’Industria alimentare europea citate nell’e-book L’Etichetta, e anche sulla base di quanto previsto nel regolamento (UE) n. 1169/2011, i valori dovrebbero essere riferiti a un fabbisogno di 2000 kcal giornaliere e non di 1800 come fa Nesquik, anche se si tratta di un’approssimazione, essendo il quantitativo correlato all’età e all’esercizio fisico. In ogni caso lei ha ragione, perché ci si dovrebbe riferire a 2000 kcal. Il nuovo regolamento europeo prevede la possibilità di valori calorici riferiti a specifiche categorie di consumatori (bambini, anziani, sportivi…), ma è solo un progetto.
Franco Gentile
foto: Photos.com
SCUSAMI, MICHELE MA NON CREDO SIA LO ZUCCHERO BIANCO RAFFINATO E MOLTO POCO SANO CONTENUTO NEL NESQUICK COME IN QUASI TUTTI I PRODOTTI CONFEZIONATI, QUELLO CHE SI DEFINISCE LA BENZINA DEL CORPO BENSI’ GLI ZUCCHERI NATURALMENTE PRESENTI IN NATURA E NON ARTEFATTI. BUONA GIORNATA
Da sempre tutti sappiamo che il Nesquick è zucchero aromatizzato al cacao……..
E’ venduto per le persone che amano pagare le zucchero ad un prezzo più elevato……
Da sempre, l’etichetta dichiara che nel prodotto non c’è altro che zucchero e un’idea di cacao……
Tutti sappiamo ( … ? … ) che le scritte sulla scatola hanno solo valore pubblicitario, cioè poetico, fantastico…..
Effettivamente la quantità di Nesquik consumata potrebbe essere poca nella giornata, ma va comunque controllata. Non è giusto pagare 9,20 euro/kilo lo zucchero sporco di cacao, ma tocca a noi non farci fregare. Ciao, complimenti per il sito.
Della lettera ( vera o presunta…) di Irene, mi colpisce tantissimo la frase : " L’acquisto è stato quasi obbligato, perché non è facile resistere alla pressione dei figli… " Poveri i bambini che hanno genitori che non resistono alle loro "pressioni"…..
Lo zucchero è la benzina del corpo umano quindi l’affermazione che dà vitalità non è del tutto falsa.L’80% di zuccheri è tantissimo in senso relativo ma,considerando che se mette un cucchiaino o al massimo due,in una giornata ci può stare soprattutto se preso da bambini che fanno sport. In fondo quanto zucchero mettiamo nel caffè durante la giornata?Io niente perchè mi piace amaro ma se facciamo una media di due caffè al giorno ad un cucciaino l’uno vedi che è lo stesso se non di più!
Penso a quanto caro costa questo zucchero addizionato di cacao, questa è la tecnica delle multinazionali alimentari: vendere a peso d’oro prodotti di scarso valore e costo (per loro).
Le virtù ‘energetiche’ dello zucchero sono indiscusse. La questione è diversa, si tratta di comprendere se e a quali condizioni è possibile declamare tali virtù, sulla base delle regole che ora vigono in Europa. Si noti bene al proposito che questo sito non ha mancato di criticare, in più occasioni, l’applicazione del regolamento ‘claims’ per l’approccio para-farmaceutico che mal si addice ai cibi
Sono 60 anni che Nesquik è sul mercato (con la stessa ricetta e le stesse dosi di zucchero) e che viene globalmente riconosciuto da un coniglio antropomorfo con un abbigliamento rap-style (sarà regolamentato dalle leggi naturali? sarà diseducativo per i nostri figliii???).
Ma soprattutto, riguardo a questo slogan così ostile e malevolo: cosa diranno i nostri figli? (che sicuramente al supermercato e in casa leggono le etichette e ci fanno lunghe analisi di marketing del prodotto).. eh sì, interrogativi ineludibili.
scusami se torno sull’argomento "loredana" ma non capisco cosa intendi per artefatto. Lo zucchero è glucosio puro ed il glucosio è una molecola prodotta dalla natura.L’unico processo industriale che subisce è la sua separazione dalla pianta che lo ha prodotto( che sia canna o barbabietola)nè più nè meno della carne della bistecca che viene separata dall’animale o della soja che viene separata dalla pianta o l’olio d’oliva che viene separato dall’oliva più o meno qualunque cosa mangiamo. Non subisce quindi un processo industriale come se fosse una plastica. Per il resto caveat emptor è il consumatore che deve farsi furbo e capire cosa comprare e quanto gli conviene pagarlo!