Anche nel mondo del packaging è interessante valutare i cambiamenti e le novità in arrivo, grazie alle tecnologie innovative che permettono di semplificare e rendere quasi banali alcune azioni quotidiane. Premesso che l’imballaggio dovrebbe avere sempre tre caratteristiche: essere economico, ecologico e pratico, la ricerca lavora sempre più verso il concept packaging. Molte innovazioni riguardano infatti il design, la forma, la possibilità di ridurre il materiale necessario e risparmiare spazio all’interno del frigorifero. Non mancano però vere e proprie rivoluzioni. Ecco alcune delle nuove tecnologie messe a punto nell’anno appena trascorso.
- Imballaggio commestibile
Ispirandosi ad una semplice mela, un team di ricercatori dell’Università di Harvard, guidati dal professor David Edwards ha creato una tecnologia chiamata Wikicell che consente di creare imballaggi commestibili per alimenti e potrebbe mandare in pensione la plastica. Si parla di una membrana protettiva realizzata con una miscela di particelle di alimenti legata a carboidrati, in grado di essere utilizzato per: yogurt, caffè, bevande alcoliche. Questa membrana permette tra l’altro di ridurre i rifiuti .
- Imballaggi intelligenti
I ricercatori del’Università del Connecticut, Rutgers University con il supporto di Kraft Foods hanno inventato una “lingua elettronica” che attraverso speciali sensori cambia colore quando il cibo si deteriora e non è più commestibile. Altre soluzioni riguardano conservanti che rallentano il processo di deterioramento o neutralizzano batteri prolungando la durata del cibo confezionato.
- Imballaggi solubili in acqua
Un prodotto rivoluzionario inventato da MonoSol per i fast food è l’imballaggio solubile in acqua, utilizzabile anche per alimenti come cereali e zuppe. Questo nuovo materiale si scioglie in acqua senza lasciare tracce e senza contaminare il liquido. Il packaging permette di ridurre il tempi in cucina e rappresenta un passo avanti per la riduzione degli sprechi.
- Micro Packaging
Anche se ampiamente criticata per il suo impatto ambientale, la plastica è forse il materiale più utilizzato in ambito alimentare per le caratteristiche chimico-fisiche.
Gli scienziati del Texas A & M University propongono un nuovo materiale simile alla plastica per confezionare gli alimenti, che però risulta più forte, durevole e, soprattutto, più sottile. Lo spessore è simile a quello di un capello umano e risulta più facile da smaltire avendo tempi di decomposizione rapidi. Il nuovo materiale è a base di acqua abbinata a un particolare polimero solubile e all’argilla.
Il mondo legato alle nanotecnologie e ai nanomateriali è in forte sviluppo, anche se non mancano le perplessità sulla sicurezza per queste nuove tecnologie. Secondo diverse aziende produttrici di imballaggi il vantaggio di utilizzare nanotecnologie nel packaging alimentare è da ricercare nella possibilità di aumentare la durata di conservazione, in particolare di quelli trasformati.
- Imballaggi auto-raffreddanti e auto-riscaldanti.
Il problema di dover aprire alimenti confezionati e riscaldarli o raffreddarli prima del consumo, è stato affrontato da alcuni ricercatori che hanno sviluppato tecnologie ad-hoc. “Microcool” è in grado di assorbire anidride carbonica dall’aria e di rilasciarla appena si preme un pulsante ottenendo l’immediato calo della temperatura. Uno tra i prodotti più gettonati nell’ambito dell’imballaggio auto-riscaldante, si chiama HeatGenie; un materiale che aggiunto sul fondo del contenitore è in grado di riscaldare alimenti fino a 65 C° in due minuti.
Esperto di Food Contact –
Linkedin: Foltran Luca –
Twitter: @foltranluca
Mi capita di vedere dei sacchetti biodegradabili senza data.
è lecito?
Gentile Luigi, Per essere conformi al regolamento non occorre che i sacchetti riportino la data di scadenza: devono invece fare riferimento alla dicitura di conformità della norma EN 13432:2002 e riportare sul sacchetto la frase “Prodotto biodegradabile conforme alle normative comunitarie EN 13432” e i simboli che lo certificano. http://www.ilfattoalimentare.it/sacchetti-ecologici-finti.html
Il primo imballo da rendere biodegradabile dovrebbe essere quello delle sigarette.
Quale ciclista, percorro 8000 km l’anno in bici su strade poco trafficate e vedo una quantità enorme di pacchetti vuoti di sigarette gettati dai finestrini delle auto ai lati delle strade. Uno schifo che si accumula negli anni.
Bellissime ed entusiasmanti proposte ma quando le vedremo realizzarsi.
Grazie
Mi pare che il concetto stesso di imballaggio commestibile sia una contraddizione in termini, non crede che tra le caratteristiche che dovrebbe avere un imballaggio ci sia anche che dovrebbe proteggere il cibo che imballa da contaminazioni esterne? A es. urina di topo, deiezioni di uccelli e contaminanti chimici sono solo alcuni esempi di sostanze che durante il trasporto e lo stoccaggio potrebbero venire a contatto con il cibo, ma se l’imballaggio stesso è commestibile bisognerebbe imballare l’imballaggio, non crede?