Coop: arriva sugli scaffali la crema di nocciole senza olio di palma. Ma il nutrizionista Del Toma rema contro. Conflitto di interessi?
Coop: arriva sugli scaffali la crema di nocciole senza olio di palma. Ma il nutrizionista Del Toma rema contro. Conflitto di interessi?
Roberto La Pira 11 Settembre 2015Tra poche settimane nei supermercati Coop sarà presente una nuova crema spalmabile alla nocciola della linea di prodotti Solidal preparata senza olio di palma (sostituito con grassi vegetali di pregio) destinata a fare concorrenza a Nutella. A questa novità si affiancano le circa cento referenze di prodotti a marchio presenti sugli scaffali che non contengono olio di palma (la linea “crescendo” destinata ai piccolissimi, la linea “club 4-10” per i bambini, la linea “vivi verde” (quella dei prodotti bio). Questa novità rientra nella politica che Coop porta avanti rispetto all’utilizzo dell’olio tropicale e in genere dei grassi alimentari (Coop nella formulazione dei propri prodotti a marchio vieta l’uso di grassi idrogenati e privilegia l’utilizzo di grassi più nobili e nutrizionalmente equilibrati come l’olio extravergine di oliva o gli oli monosemi).
In questa operazione che caratterizza Coop rispetto ad altre catene di supermercati rileviamo una certa contraddizione rispetto all’articolo apparso sul mensile Consumatori del mese di agosto firmato dal nutrizionista Eugenio del Toma nella rubrica “alfabeto alimentare“. Diversi lettori ci hanno scritto chiedendo sulla base di quale criterio Del Toma fa un confronto tra l’olio di palma e il latte di donna, scrivendo che non si può attaccare il grasso tropicale in quanto contiene un acido come il palmitico presente anche nel latte delle donne e considerato un elemento che contribuisce all’accrescimento del neonato. A questo punto Del Toma punta il dito contro la nostra campagna che invita a limitare l’uso del palma accusandoci di utilizzare fonti scientifiche poco autorevoli. Il nostro conclude dicendo che “un uso limitato o saltuario del palma non fa male”!
Quest’ultima frase viene utilizzata da chi fa finta di non sapere che il palma si trova in centinaia di prodotti alimentari, per cui la la dieta degli italiani contiene una quantità esagerata di acidi grassi saturi aterogeni. Purtroppo i dati ufficiali mancano perché nessuno ha interesse a fare una valutazione e le istituzioni come l’ex Inran ora Crea Nut latitano. In ogni caso basta fare un giro al supermercato per scoprire che sono centinaia i prodotti con il palma.
Per quanto riguarda i nostri riferimenti scientifici va ribadito che stiamo parlando dell’Agenzia per la sicurezza alimentare francese e del Consiglio Superiore della Sanità del Belgio che hanno le idee molto chiare sull’olio tropicale, tanto da sconsigliarne l’assunzione. Ci piacerebbe sapere quai sono le fonti indipendenti del professore Del Toma che lo portano ad avere un parere positivo sul grasso tropicale. In questa situazione molti giornalisti “inesperti”e non solo loro, riportano i dati improbabili di Aidepi (associazione dei produttori di dolci che raggruppa azienda come Ferrero, Barilla, Bauli…. ovvero dei più noti utilizzatori di olio di palma nei loro prodotti) che indicano una quota media di acidi grassi da palma proveniente dai dolci inferiore a 3 grammi al giorno. Ma tutto ciò risulta difficile da credere visto che bastano 2 frollini Mulino Bianco tipo gli Abbracci o le Campagnole, per superare di gran lunga questo valore. Oltre ai biscotti della prima colazione poi bisogna considerare che l’olio di palma è contenuto in quantità esagerata anche in merendine, grissini, piatti pronti, fette biscottate, snack dolci e salati, gelati e decine di altri prodotti. Come può un genitore credere ai numeri di questi signori così distanti dalla realtà quotidiana.
Fermo restando il rispetto delle opinioni ricordiamo al professore che per onestà intellettuale è buona regola quando si scrivono certi articoli, dichiarare ai lettori che potrebbe esistere un conflitto di interessi. Del Toma è un membro del comitato scientifico del sito merendineitaliane.it una branca di Aidepi e questo a parer nostro risulta un conflitto di interessi sin troppo evidente. C’è di più l’attività di Aidepi negli ultimi tempi si è molto intensificata proprio a favore dell’olio tropicale tanto che l’associazione ha investito 500 mila euro per pubblicizzare la bontà dell’olio sui giornali. Una parte del budget è stato impiegato per convincere direttori e redattori che l’olio tropicale fa bene alla salute e non distrugge le foreste tropicali.
Per essere corretti e in virtù dell’onestà intellettuale che caratterizza il mondo scientifico quando Del Toma scrive articoli o viene intervistato su problematiche inerenti il latte o i latticini, dovrebbe dichiarar un conflitto di interessi essendo da anni membro del Comitato scientifico di Assolatte ( associazione di categoria che raggruppa le principali aziende del settore lattiero caseario).
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ma perché spendere 500 mila euro per pubblicizzare l’ olio di palma, quando sarebbe probabilmente meno costoso cambiare ingrediente? qualcuno me lo può spiegare Grazie!
Non penso proprio che sarebbe meno costoso cambiare ingrediente, anzi!
evidentemente non è meno costoso! l’olio di palma costa pochissimo e le grandi aziende avranno stipulato contratti pluriennali con i fornitori di olio di palma (oppure potrebbero aver direttamente acquistato delle piantagioni, contribuendo al disastro ecologico in atto), dato che ne consumano enormi quantità.
Cosa intende con “grassi vegetali di pregio”? Direi che gli unici grassi ammissibili sono quelli della nocciola, come in altre creme, che voi stessi avete esaminato non molto tempo fa.
il burro di cacao ad esempio è molto pregiato
Burro di cacao? Allora ne comprerò un barattolo: brava Coop!
Il burro di cacao sarà anche molto pregiato, ma è un grasso tropicale che contribuisce alla deforestazione ed ha un’altissima percentuale di grassi saturi.
Chi abusa di crema alle nocciole con olio di palma abuserà anche di crema alle nocciole con olio evo, con conseguenti danni alla salute, sia pur di diverso tipo.
Si estenda questo ragionamento a tutti i prodotti contenenti palma che “invadono” le nostre dispense (quelli citati negli articoli) e si capirà che il vero problema del palma è solo (non che sia poco, intendiamoci) quello ambientale legato alla deforestazione, non quello nutrizionale che è molto più ampio e che, la sostituzione del palma con altri ingredienti non risolverebbe.
Questo al netto dei conflitti di interesse, delle campagne delle lobby e del greenwashing in atto che non voglio negare, sia perchè non ho le prove sia perchè non sono il cuore del problema.
Informati meglio, non mi pare che il tuo ragionamento fili, forse ti mancano delle informazioni.
Sono completamente d’accordo . Sotto il profilo degli acidi grassi contenuti nel palma non c’è molta differenza con quelli del burro e altri grassi contenenti grassi saturi . Piuttosto , il fatto ambientale è quello preoccupante . Se tutto il mondo richiede il palma , nazioni come l’Indonesia distruggeranno il loro patrimonio ambientale a favore di questa monocoltura , con conseguenze anche sulla fauna che vive in quelle regioni . Quindi no alla caccia alle streghe , stando attenti piuttosto a quei prodotti che contengono grassi idrogenati , ricchi di acidi trans , questi si deleteri per la loro aterogenicita’ .
L’olio di palma è ricco di acidi grassi saturi aterogeni, in parte diversi rispetto a quelli del burro, in grado di avere un effetto negativo sulla salute. Il dossier dell’Agenzia francese per il cibo e la sicurezza (ANSES) distingue tra i differenti acidi grassi saturi in relazione all’impatto differenziato sul metabolismo lipidico e sulla salute. Il testo fa riferimento all’effetto aterogeno e all’incremento del rischio cardio-circolatorio di alcuni acidi grassi come il palmitico, correlato all’incremento del colesterolo LDL, focalizzando l’attenzione sui pericoli correlati all’assunzione elevata di olio di palma perché è molto diffuso nei prodotti alimentari confezionati e contiene una quantità di acido palmitico pari al 40% circa.
La quantità di acido palmitico considerato aterogeno contenuto nel palma è quasi il doppio rispetto a quello presente nel burro (21%). Per questo motivo l’equiparazione che molti fanno tra palma e burro risulta scorretta, in quanto l’acido palmitico contenuto nel palma (40% circa) è quasi il doppio rispetto al burro (21%). C’è di più: il burro è anche ricco di acidi grassi saturi a corta e media catena e di acido stearico che il documento ritiene non avere effetti negativi sull’organismo. Per questi motivi il grasso vaccino ha un effetto meno invasivo pur avendo la stessa quantità di saturi. Il confronto poi tra il palma e altri grassi è ancora più critico visto che la quantità di palmitico nell’arachide, mais, soia è decisamente minore. Anche un dossier firmato dal Consiglio Superiore della Sanità del Belgio invita a sostituire il palma con altri oli più ricchi di acidi grassi insaturi e di ridurne il consumo.L ’ANSES invita a non eccedere con gli acidi grassi saturi che dovrebbero essere meno dell’8% dell’apporto energetico totale. Il problema è che i saturi si trovano anche nel latte, nei formaggi, nella carne e in altri prodotti alimentari di origine animale che rientrano nella dieta giornaliera. I sostenitori dell’olio di palma sottolineano a gran voce che l’olio di palma contiene vitamina E e carotenoidi, precursori della vitamina A, ma dimentica di dire che il grasso utilizzato in occidente è raffinato e dopo il trattamento la vitamina E viene ridotta in parte mentre quasi tutti i carotenoidi scompaiono.
Parlo da Biologa Nutrizionista e confermo la pericolosità del consumo di olio di palma che di sicuro non è vergine ma raffinato. Va ricordato però che sostituirlo con altri oli vegetali come girasole non significa migliorare il prodotto. Ricordo che un buon olio si girasole deve essere spremuto a freddo e per mantenere le sue proprietà è necessario consumarlo a cru do di conseguenza utilizzarlo nei prodotti biscottati , che sicuramente subiscono un processo di cottura, non è una scelta corretta (da sottolineare il fatto che molto probabilmente verrebbe utilizzato olio di girasole di qualità scadente). Olio di oliva extravergine e burro sono gli unici grassi da utilizzare per ottenere prodotti di qualità meglio se preparati a casa.
Quindi lei consiglia il burro in quanto migliore delle’olio di palma ?
Lei consiglia di acquistare prodotti che contengano il burro (notoriamente piu’ costosi) ?
ne e’ proprio sicura?
Il panettone e la colomba oltre che il pandoro sono i migliori prodotti da forno industriali italiani e devono essere preparati solo con il burro …. ci sarà un motivo
Sicuramente meglio il burro, naturalmente consumato in modiche quantità. Invece di mangiare 6 frollini all’ olio di palma preferirne 2 al burro. Nella colazione oltre i biscotti su può aggiungere frutta o altro in modo da essere sazi e soddisfare il palato. Se poi li prepariamo in casa meglio ancora.
Roberto , da quello che so io , il burro nel panettone e nel pandoro si usa per questioni tecniche non certo perche’ sia un grasso migliore dell’olio di palma.
Altrimenti mi dica lei quale altro motivo c’e’
Non è assolutamente vero, il burro si usa perché, insieme al burro di cacao è uno dei migliori grassi e in assoluto il migliore per i prodotti da forno, infonde un aroma e un sapore unico tanto che esiste anche l’aroma burro !!!
Credo che la soluzione migliore sarebbe quella di cambiare le nostre abitudini alimentari; magari non comprando più dolci industriali.
Si può fare è solo questione di abitudine…
Infatti io la crema spalmabile la preparo in casa con prodotti (spero) di buona qualità) E logicamente ne faccio un consumo minmo. Meglio la confettura fatta in casa con frutta biologica.
Giusto stamane al supermercato ho finalmente visto i primi biscotti dove in etichetta era esplicitamente evidenziato l’assenza di olio di palma.; Sono i biscotti “Doemi” all’olio extravergine di oliva che ancora non ho avuto modo di assaggiare, ma che, confrontandone il prezzo con i frollini della stessa marca all’olio di palma, hanno un sovraccosto di circa 2,50 Euro in più al Kg ! Come volevasi dimostrare e come ho più volte “denunciato” nei miei precedenti interventi, sta per iniziare un nuovo business del “palm oil free” dove soltanto chi se lo potrà permettere si concederà il “lusso” di illudersi di fare una sana e corretta alimentazione
Daniele Giovanni Monaco ( Tecnologo Alimentare )
Appunto. Il vero business potrebbe essere quello di ritagliarsi una fetta di mercato convincendo i consumatori che il prodotto SENZA olio di palma è a prescindere migliore. “Ovviamente” il consumatore sarà ben felice di pagare la “piccola” differenza di prezzo. Ma l’olio extravergine di oliva ha un range di prezzo (al dettaglio) che parte da 3-4 euro al litro per arrivare anche a 10 volte tanto, in funzione della qualità del prodotto. Secondo voi quale potrebbero utilizzare per produrre dei biscotti che conservino un prezzo “accettabile” ?
Si usa già il girasole e il mais. Sul sito trova un elenco con 200 biscotti
Pagare di più per mangiare meglio è sempre esistito Daniele.. anche senza il nuovo business del “palm oil free”. Chi vuol mangiare bene non deve spendere più soldi ma più tempo, comprare gli ingredienti e farsi le torte in casa come facevano le nostre nonne.
bravo Luca, hai detto bene. ma può valere anche la buona regola di comprare meno, spendere magari la stessa somma mensile dedicata per esempio ai biscotti, ma di migliore qualità. per il resto, preparare in casa prodotti più semplici e genuini, è sempre la migliore scelta.
Ecco, il problema è proprio questo: «da chi fa finta di non sapere che il palma si trova in centinaia di prodotti alimentari, per cui la la dieta degli italiani contiene una quantità esagerata di acidi grassi saturi aterogeni.»
Ne i supermercati che frequento io il reparto dolciumi è quasi esclusivamente palm oil. Ho trovato un solo pasticcino palm oil free. Occorre passare un sacco di tempo al supermercato per evitare l’olio di palma e accontentarsi di pochi prodotti spesso cari.
Personalmente se guardo in frigo o in credenza tutta questa invasione dell’olio di palma non la vedo, e faccio la spesa in comunissimi supermercati.
Certo che se gli acquisti si focalizzano nel “reparto dolciumi” probabilmente la situazione sarebbe diversa, ma a questo punto diventa un problema di scelte alimentari, non di olio di palma.
Sign. Marco anche io come lei, non ho nessun prodotto con l’olio di palma, ne in dispensa e ne in frigo, che non sia qualche frollino, ma purtroppo, il consumatore medio acquista e consuma indiscriminatamente prodotti da forno e prodotti conservati che spesso hanno tra i loro ingredienti olio di palma. Ho sempre detto che, in alimentazione, il miglior modo per “combattere” qualcosa che può far male è l’informazione e l’educazione alimentare, anche perché l’olio di palma non è l’unico degli eventuali problemi nutrizionali, ma ce ne sono tanti altri come l’eccesso di zuccheri, per esempio, oppure di come questi vengano sostituiti nei prodotti definiti “light” ! Il messaggio per me sbagliato che rischia di passare, con questa campagna contro l’olio di palma è quello che eliminandolo dalla maggior parte dei prodotti, questi, come per “magia”, diventino agli occhi del consumatore “genuini” tanto da essere consumati con la stessa frequenza e nelle stesse quantità di prima in barba a quella che è una sana e corretta alimentazione !
Concordo.
E se i nostri figli mangiassero pane (fresco, non il pancarrè confezionato…) e marmellata per merenda, anziché merendine e altri prodotti confezionati, risolveremmo buona parte del problema alla fonte.
Volete mangiare i biscotti? Esistono frollini con il burro che sono accessibili a prezzi sicuramente non proibitivi; in alternativa ci sono da sempre prodotti della tradizione italiana (vedi i savoiardi!) o straniera (i danesi al burro…). Sempre senza eccedere.
Ripeto, più cibi freschi e meno lavorati.
Forse una lettura più attenta delle etichette potrebbe aiutare. Non vorrei sorprenderla ma ho ho trovato olio di palma in un vasetto di senape biologica acquistato in una nota catena di prodotti Bio.
Sandro Kensan, dalla sua risposta al mio commento ne deduco che di olio evo si possa abusare senza conseguenze per la salute, giusto?
Ma credo, più semplicemente, che non abbia inteso appieno il mio commento.
Io vorrei capire solo una cosa: Coop è sempre più in prima linea nel contrasto all’uso dell’olio di palma nei suoi prodotti e poi che fa?
Pubblica sul suo giornalino un’opinione così contrastante e di parte? Sinceramente non ho ben capito il motivo di tale discrepanza.
Io anni fa chiamai il numero telefonico della coop per i clienti dicendo perché non sostituissero l”olio di palma con grassi più salutari, la loro risposta e stata che non tutti i nutrizionisti dicono che fa male e che in più non esisteva un sostituito che avesse la stessa resa. Quindi anche coop non è così brava ma adesso lo sta facendo perché la gente si è resa conto che fa male e vuole i sostituti. Comunque molti prodotti coop contengono olio di palma e in Francia so che hanno messo una super tassa sul olio di palma
Di cosa stiamo parlando ? se i biscotti senza olio di palma aumentassero tutti Euro 2,50 al Kilo , dove’ il problema ? forse 0,05 centesimi al biscotto ?? E’ questo il grave problema per le vostre tasche per mangiare piu’ sano ?
A parte la deforestizzazione , le aziende usano l’olio di palma perché costa molto di meno e quindi di conseguenza riescono a fare piu’ profitti , l’unico interesse dei produttori e della grande distribuzione. Il consumatore ( basta leggere i commenti) quando deve pagare 5 centesimi in piu’ al biscotto si lamenta quando deve comperare un iphone a 800 Euro non batte ciglio .Complimenti
Poi quando leggo che si ignora che il burro e’ “il cuore” del panettone….. , confermando che e’ il miglior grasso vegetale per i prodotti da forno ( e’chiaro che ne devi mangiare una fetta e non 1 kilo) capisco che i consumatori hanno quello che si meritano . Fino a che i consumatori non prenderanno atto con manovre di boicottaggio che gran parte dei problemi di salute sono dovuti al pessimo consumo di pessimi prodotti alimentari la maggioranza dell’industria e della grande distribuzione continuera’ a proporci pessimi prodotti ( e luoghi come Mc Donald dovrebbero essere chiusi per decreto legge)
Raimondo, sono d’accordo con te
Avete presente gli ovetti kinder messi ovunque ad altezza bambino? Quale bambino piccolo resisterebbe? E sapete qual è il secondo ingrediente degli ovetti kinder o delle barrette kinder? L’olio di palma. A parer mio tanto basta per sperare nell’abolizione di questo ingrediente nell’industria alimentare. Certo, posso andare a fare la spesa da sola o trascinarmi la bambina piangente fuori dal supermercato, ma trovo assurdo che prodotti destinati specificamente ai bambini (“kinder”) siano cibo spazzatura e niente più.
Vero anche che l’olio di palma non è l’unico nemico, e anche in queste altre creme spalmabili tipo la Novi c’è un ovvio eccesso di zuccheri. E la soluzione è sicuramente farsela da soli comprando le nocciole. Le aziende che immettono sul mercato prodotti scadenti e nocivi, che maltrattano i nostri bambini riempendoli di autentiche schifezze vanno punite dai consumatori stessi: io personalmente ho smesso di comprare moltissimi prodotti, non solo per l’olio di palma ma anche perché è impossibile trovare prodotti veramente equilibrati in termini di grassi, zuccheri ecc. Insomma, secondo me ci vuole un mix di buon senso, educazione alimentare e normative per la tutela dei consumatori e dei bambini. Ben vengano iniziative come questa del Fatto Alimentare!
Quanto hai ragione Raimondo.Bisogna prima educare gli italiani a saper mangiare e a saper spendere.Pensa che qui a Napoli una pizza margherita costa sui 4.50 euro e ti lascio immaginare gli ingredienti(probabilmente passata cinese,mozzarella di bassa qualita’,olio di soia)mentre se vuoi mangiare una pizza con ingredienti doc devi pagare 7-8 euro e ti assicuro che e’ un’altro pianeta.Purtroppo la maggioranza delle persone pur di risparmiare(cosa che non fa’ appunto per uno smartphone) si mangia quella piu’ economica.
Ma non vi sfiora il dubbio che Francia e Belgio (grandi produttori e venditori di cioccolato, burro di cacao ecc.) abbiano tanto da guadagnare dal fatto che la Ferrero/nutella venga messa in grande difficoltà dal tam tam mediatico contro l’olio di palma e che il conflitto di interessi ce l’abbiano pure le vostre fonti e non solo Del Toma (se ne ha, perchè poi vanno provate le accuse e l’uso accorto del punto interrogativo nel titolo sa tanto di lanciare il sasso e tirare indietro la mano), il quale è un bravo nutrizionista con pubblicazioni divulgative e per professionisti molto quotate.
E voi combattete la guerra di francia e belgio. Non a caso la segolene royale si fece “scappare” l’attacco alla ferrero. poi ha chiesto scusa eh … ma Ferrero/nutella/olio di palma risuona ancora … mica scemi.
Non è nostra abitudine lanciare il sasso e nascondere la mano. Eugenio Del Toma è consulente di Aidepi e ci piacerebbe sapere se ha altri contratti in corso. Noi aspettiamo da tempo un report delle nostre istituzioni sull’olio di palma e sulle assunzioni giornaliera raccomandate ma invano. Chi ha interesse a non ricercare questi dati? La retromarcia di Ségolène Royal è stata una formalità. Il messaggio era corretto e noi lo abbiamo anche spiegato.
non capisco questa necessità di difenfere la nutella da giuste critiche! mica perché è italiana siamo obbligati a pensare che dobbiamo sostenerla, anche se risulta essere un alimento con delle criticità? cerchiamo di essere oggettivi, piuttosto, e valutiamo onestamente i prodotti.
Meno male che qui in Italia esistono anche i Supermercati Natura Si’ dove si possono trovare
prodotti sicuri, salutari e senza Olio di Palma.
No mi dispiace ma non e’ cosi. Io sono un cliente di Natura Si e leggo tutte le etichette prima di acquistare. Ci sono parecchi prodotti BIO a marchio Ecor e Baule volante con l’olio di palma. Ho detto chiaramente ai responsabili che e’ una incongruenza un prodotto Bio con un oliaccio come quello di Palma.
il punto non è difendere la nutella perchè italiana. il punto è che l’articolo insinua un problema di conflitto di interessi per qualcuno che “difende” l’olio di palma e io insinuo il dubbio del conflitto di interesse di chi lo attacca. e questo mi sembra oggettivo. mi spiego.
il metodo:
l’articolo siccome non ha le prove per tale insinuazione (per carità può anche essere vero) nel titolo mette il punto interrogativo, ben sapendo che una volta messa la pulce questa difficilmente esce dalla testa della gente. il risultato di questa operazione è una delegittimazione del parere di un illustre nutrizionista (non mio parente nè sono a suo libro paga, solo mi piacciono i suoi libri) agli occhi di chi legge l’articolo.
è un artificio, un meccanismo retorico e pubblicitario ben noto. e a me non piace. ma per carità.
il merito:
l’articolo cita, difendendosi dalle osservazioni di del toma di non avere una solida base scientifica, organismi francesi e belgi (che dice e non si capisce perchè apoditticamente “abbiano molto chiare” le cose sull’olio di palma mentre evidentemente altri istituti vivano nell’oscurità e nella nebbia). immagino siano molto chiare perchè dicono le cose che l’articolista sostiene, ma questo è nella logica delle cose di chi scrive un articolo, non mi turba. mi turba che qualcuno se lo possa bere acriticamente, ma amen.
ora, come l’articolo insinua il dubbio sul conflitto di interesse di del toma io vorrei insinuare il dubbio del conflitto di interesse di questi istituti (che guardacaso sono dei paesi che hanno in assoluto di più da guadagnare da (esemplifico) meno nutella (ma da meno qualsiasi prodotto a base di olio di palma) perchè sono fra i più grandi produttori di alternative (cioccolato e burro di cacao, barry -callebaut ha l’80% della produzione mondiale). la Royale ha detto quel che ha detto ma il punto che sottolineavo e che è stata guardacaso una francese, non una russa o una tedesca. siccome spesso si mettono in dubbio le authority e si dice che sono al servizio delle industrie nazionali, volevo solo fornirvi uno spunto di pensiero critico al di là dell’ideologia che si impossessa di ogni cosa anche scientifica. ora, è dimostrato che l’80 % delle persone che ha un’idea in testa non la cambia neanche di fronte a prove inconfutabili. io cerco l’altro 20% che provi a valutare “oggettivamente” la situazione. poi si farà l’idea che vuole.
del toma non dice una cosa insensata: “un uso saltuario o limitato non fa male”. sola dose facit venenum. insinuo allora un altro dubbio. forse non fa finta di non sapere che centinaia di prodotti lo contengono come dice con spregio ideologico e chiaramente delegittimatorio la didascalia della foto. il virgolettato (che avete fatto voi) esprime chiaramente il suo pensiero. se poi la gente si imbottisce di schifezze è un problema di educazione alimentare (come qualcun’altro in questi commenti ha sottolineato) non dell’olio di palma. anche se mangio cibi freschi tutti i giorni ma vado avanti a pancetta e burro crepo prima. e le etichette parlano.
io continua a vederla come una guerra commerciale fra prodotti sostituibili o parzialmente tali e che hanno pregi e difetti e che in massicce quantità hanno tutti dei difetti. voi pensate quello che volete
Ci sono alcuni elementi nel suo commento che non mi convincono.
Il metodo : Eugenio Del Toma è consulente di Aidepi e quindi delle industrie che utilizzano in grandissima quantità il palma e non si tratta di teoria ma di un dato di fatto.
Il merito:
L’agenzia Francese Anses non è proprio un gruppo di esperti sprovveduto! Al contrario chi sostiene l’olio di palma non supporta la teoria con dati scientifici seri e indipendenti.
Del Toma da nutrizionista dovrebbe dire siccome il palma è ovunque non angiate prodotti industriali che lo contengono e non trasferire la responsabilità sui consumatori che non sono attenti o sono troppo golosi.
Le lobby industriali esistono ma in redazione non le conosciamo ancora.
Io sono scioccata dalla presenza dell’olio di palma persino nel latte in polvere della Hipp (noto brand di prodotti biologici per bambini).
E’ da qualche anno che questo problema va avanti e non si vede la fine parlo non solo del peggio quale l’olio di palma raffinato ma anche degli olio di oliva di scarsa qualità extra vergine ma tagliato, burro di seconda o terza categoria ecc . . Dunque io ho risolto il problema in questo modo ma occorre impegnarsi, a parte fare esercizio fisico, adesso che inizia la raccolta delle olive acquistare dai produttori 3 quintali di olive, il minimo di una macinata e in un frontoio fare spremuta a freddo (per fortuna esisotno tanti di frontoi in Italia) generalmente riesco ad avere sui 50 o 60 litri di olio dividiamo in due famiglie il tutto costa circa 280€ quindi dai 4/6€ al litro dipende l’annata. Secondo problema acquisto il burro di 1a qualità e poi in casa lo ripulisco dai grassi saturi a catena lunga e dalle proteine animali cioè mi faccio il burro chiarificato in questo modo ottengo un ingrediente che non solo non fa male alla salute ma diventa quasi un medicinale per la salute del sistema cardiocircolatorio. Poi l’ultimo sforzo con un po di fantasia mi faccio i biscotti, il musli, la Nutella ecc… in casa usando zucchero integrale.
Da tanti mesi non compro più nutella ed affini con olio di palma. La rigoni é buonissima ma la novi (in offerta alla Conad in questi gg) é fantatica. E gli ingredienti sono pochissimi.