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Le nuove etichette messicane sembrano confondere il consumatore, anziché guidarlo nella scelta

Il Messico, con il suo record mondiale del tasso di obesità della popolazione, ha adottato un nuovo sistema di etichettatura degli alimenti suscitando reazioni forti da parte di nutrizionisti ed esponenti del mondo sanitario. Il nuovo sistema, denunciato come ingannevole, favorirebbe ancor più il diffondersi dell’obesità e del diabete. Le nuove regole stabiliscono che la quantità di zucchero e di altri ingredienti debba essere indicata in termini di calorie e con una percentuale che si riferisce alla dose media giornaliera raccomandata, sostituendo la classica dicitura riferita al contenuto  in peso.

 

Per lo zucchero, la dose raccomandata a cui si fa riferimento in queste etichette messicane è pari a 360 calorie, corrispondenti a circa 90 grammi, mentre la dose giornaliera raccomandata dall’Organizzazione Mondiale Sanità è di 200 calorie, pari a circa 50 grammi, e si sta andando verso un suo dimezzamento.

 

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L’etichettatura messicana lascia perplessi: sostituire i grammi di zuccheri ed elementi nutritivi con le calorie da loro fornite

La Commissione messicana per la protezione contro i rischi sanitari, Cofepris, risponde alle critiche, affermando che la nuova etichettatura non favorisce il consumo di zucchero, ma persegue la trasparenza, dal momento che considera gli zuccheri totali, naturali e aggiunti. In questo modo sono inclusi nella regolamentazione gli alimenti lavorati che contengono alte quantità di zuccheri naturali. Quindi, afferma la Cofepris, nelle 360 calorie provenienti dallo zucchero sono incluse le 200 calorie da zuccheri aggiunti indicate dall’Oms.

 

Beniamino Bonardi

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