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Le prugne possono aiutare a preservare la qualità delle ossa, nonché a mantenerne la forza, contrastando così l’avanzare dell’osteoporosi.

Il rapporto tra questi frutti e la salute delle ossa non è inedito: da diversi anni periodicamente vengono pubblicati studi che suggeriscono uno speciale effetto protettivo. Ma probabilmente quello appena pubblicato su Osteoporosis International da un gruppo di ricercatori dell’Università della Pennsylvania che da tempo si occupa dell’argomento, insieme a colleghi di Harvard e dell’università della California di San Diego, e sostenuto economicamente dal California Prune Board, è uno dei più convincenti, perché è stato condotto in modo randomizzato e controllato, su un campione abbastanza ampio e portato avanti per un tempo sufficiente a trarre conclusioni razionali.

Lo studio su prugne e ossa

Nel trial hanno suddiviso in 3 gruppo 235 donne in menopausa, dell’età media di 62,1 anni. Al primo si è chiesto di non mangiare prugne, al secondo di mangiarne da quattro a sei al giorno, pari a circa 50 grammi, e al terzo di mangiarne da dieci a 12, cioè circa cento grammi, per un anno. Dopo sei mesi dall’inizio e alla fine del periodo, i ricercatori hanno controllato la tibia, e non solo per quanto riguarda la densità ossea, che dà un’idea generale dell’indebolimento eventuale, ma anche per la struttura dell’osso. Questo parametro di solito non si controlla negli esami di routine, perché è necessaria una TAC specifica, ma è anche più importante della densità, ai fini di un effetto sull’osteoporosi, perché definisce la salute dell’osso, la sua forza e la possibilità che continui a generare nuovo tessuto.

Il risultato è stato che le donne che avevano consumato 50 grammi di prugne avevano avuto un chiaro beneficio, maggiore anche di quello dell’altro gruppo di trattamento, perché il dosaggio superiore si era rivelato poco praticabile. Molte delle partecipanti, infatti, avevano abbandonato lo studio o non erano riuscite a rispettare le dosi previste, perché considerate eccessive in un regime alimentare normale.

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Non si può ancora affermare che il consumo di prugne previene l’osteoporosi ma un’azione protettiva sull’osso sembra abbastanza certa

I precedenti e le conclusioni

Anche se il California Prune Board, che riunisce i produttori californiani, ha finanziato lo studio, i risultati vanno nella stessa direzione di altri, e ne completano alcuni ottenuti dallo stesso gruppo. In precedenza, infatti, loro stessi avevano dimostrato, sullo stesso campione che il consumo quotidiano preserva anche l’anca. Quindi avevano indagato i possibili meccanismi, dimostrando che le prugne esercitato una potente azione antinfiammatoria e agiscono anche sul microbiota intestinale.

Le prugne (non solo quelle della California, evidentemente, e non solo quelle secche tipicamente promosse dal Board) sono piene di antiossidanti, polifenoli, di minerali tra i quali il boro, il potassio e di vitamina K. L’effetto sulle ossa probabilmente è dovuto a una combinazione degli effetti dei singoli ingredienti a livello dell’osso e di quelli sul microbiota intestinale, confermati anche dall’azione positiva sull’intestino. Inoltre hanno un basso indice glicemico e sono ricche di fibre (senza l’aggiunta di zuccheri!).

Anche se non ci sono i dati sufficienti per affermare che il consumo di prugne previene l’osteoporosi – hanno concluso gli autori – un’azione protettiva sull’osso sembra abbastanza certa. E non ci sono effetti collaterali.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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