![Ragazza dell'adolescente che beve latte della prima colazione](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2023/02/Depositphotos_270354722_L.jpg)
Prosegue la rubrica della dietista Abril González Campos con le risposte alle domande dei lettori. Oggi pubblichiamo un approfondimento sul latte vaccino.
La lettera
Sul latte vaccino si sente tutto e il contrario di tutto. Per quanto riguarda l’osteoporosi, è vero che aiuta a combatterla oppure è il contrario? Ho letto che acidifica il sangue così come gli altri latticini, è vero? E gli ormoni della crescita? Sono leggende o è tutto vero? In definitiva: sarebbe meglio evitarlo?
La risposta
Il tema dell’alimentazione è facile bersaglio di distorsioni cognitive, cioè, errori di pensiero non fondati sui dati di fatto. Quando ci troviamo davanti ad affermazioni contrarie è bene cercare informazioni su fonti affidabili e ufficiali come il Ministero della salute o l’Organizzazione mondiale della sanità.
Riguardo la sua domanda il latte è una buona fonte di calcio, nelle sezioni dedicate del dossier scientifico delle linee guida a due periodi critici per la carenza di calcio si consiglia:
Durante l’adolescenza:
“è anche importantissimo assumere gli alimenti fonti di calcio (latte e yogurt: 1-2 porzioni al giorno; formaggi: 2 a settimana) per garantire il giusto apporto di calcio in quest’età, fondamentale insieme all’attività fisica e all’esposizione al sole, per favorire il raggiungimento di un picco di massa ossea ottimale, in modo da ridurre il rischio osteoporosi in età avanzata…”
![donna anziana beve frullato a base di latte con cannuccia](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2021/12/donna-anziana-latte-frullato-Depositphotos_443234450_S.jpg)
Durante la menopausa:
“Una particolare attenzione deve essere posta nei riguardi dell’assunzione di calcio e del monitoraggio dei livelli di vitamina D che ne facilita l’assorbimento intestinale, nutrienti importanti soprattutto nella prevenzione dell’osteoporosi. L’apporto di calcio deve essere adeguato non soltanto nel periodo post-menopausale, ma principalmente nel periodo dell’accrescimento: infatti, maggiore è il picco di massa ossea ottenuto entro la terza decade di vita, minore sarà il rischio di sviluppare osteoporosi dopo la menopausa.”
Nessun alimento per fortuna è in grado di acidificare (pH basso) il sangue perché il corpo è attrezzato di un sofisticato sistema di regolazione a carico dei reni, dei polmoni e di un sistema tampone del sangue, insieme impediscono improvvise variazioni dell’acidità e dell’alcalinità (pH alto).
Una variazione importante del pH, potrebbe risultare mortale.
Latte e malattie
Secondo un documento dedicato al latte della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana): ”i dati disponibili indicano che il consumo di latte non è associato né ad apprezzabili rischi e nemmeno a effetti protettivi sul rischio totale di tumori. Più in dettaglio, sembrano documentate una modesta associazione diretta tra consumo di latte e incidenza di tumore della prostata e un’altra, inversa, con il tumore del colon-retto. Il consumo di latte non sembra modificare il rischio di cancro della mammella, o l’evoluzione della malattia nelle donne che ne sono affette.” (3,4).
Non dimentichiamo però che il calcio è presente anche nei vegetali e nell’acqua, da qui l’importanza di mantenere un’alimentazione varia ed equilibrata, cercando di fare riferimento alle frequenze di consumo consigliate dalle linee guida italiane e internazionali, utili anche per non eccedere il consumo di proteine e di grassi saturi.
Per ultimo, la produzione del latte e derivati è responsabile di produrre un elevato quantitativo di emissioni di CO2, per cui, ridurre, limitare o eliminare (come nel caso dei modelli alimentari vegani) il consumo di latte e derivati può essere un’ottima strategia per prenderci cura del nostro pianeta.
Referenze:
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
![](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2024/04/Abril-Gonzalez-Campos.jpg)
Dietista MSc PhD. Master in Scienze fisiologiche. Dottorato di ricerca in biologia vascolare e ipertensione arteriosa. Specializzata nella cura dell’obesità e dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Si occupa in particolare di educazione alimentare negli adolescenti e adulti.
Per me molto semplice. Ti piace il latte? Bevilo. Non ti piace? Non berlo. Riteniamoci fortunati a poter disporre di tanta varietà di scelta (addirittura eccessiva) Poi certo , aumetando la richiesta, aumenta la produzione e quando i volumi diventano enormi, oltre a doverlo importare, non possiamo aspettarci chissà quale qualità e/o condizioni salubri per gli animali che lo producono.