La Food and Drug Administration statunitense ha approvato l’uso di un nuovo dolcificante molto potente chiamato advantame, parente stretto dell’aspartame. Il via libero definitivo risale a pochi giorni fa, ed è giunto dopo l’analisi di 37 studi condotti su animali e sull’uomo, dai quali non sono emersi elementi di criticità specifici, o aspetti di tossicità rilevanti.
La sostanza, che al momento non ha ancora un nome commerciale ed è la prima della categoria dei dolcificanti a essere introdotta dal 2002, potrà essere aggiunta a dolci da forno, gomme da masticare, bevande dolci, surgelati, gelatine, budini e caramelle, cioè a ogni forma di alimento che necessita di un dolcificante. Si presenta come una polvere bianca solubile in acqua, e può essere trasformata in pasticche per addolcire, per esempio, tè e caffè.
Tra le caratteristiche di spicco vi sono la stabilità alle alte temperature e l’elevato potere dolcificante (37.000 volte superiore rispetto a quello del saccarosio). Un potere dolcificante così elevato fa si che l’advantame venga aggiunto in quantità estremamente piccole ai prodotti. Trattandosi di un dolcificante che contiene fenilalanina, un aminoacido considerato pericoloso per i malati di fenilchetonuria, andrebbe segnalata questa avvertenza sull’etichetta. Secondo la FDA la dicitura si può omettere in quantola quantità è così piccola da non costituire un pericolo pei i soggetti malati.
Anche l’EFSA è stata chiamata a pronunciarsi sul prodotto (non ancora approvato in Europa), e l’ha fatto nel luglio dell’anno scorso. Nel documento si dice che non esistono dati in grado da fare sorgere preoccupazioni sulla genotossicità o sulla cangerogenità del dolcificante. Solo in uno studio si sono visti effetti potenzialmente tossici in coniglie incinte. L’advantame sarebbe ben tollerato dai diabetici, alla dose di 0,5 mg/kg; la dose massima consigliata per tutti è invece di 5 mg/kg di peso, in base al principio di precauzione che prevede di stabilire una dose di cento volte inferiore rispetto a quella che ha destato qualche preoccupazione (in questo caso sui conigli in gravidanza). La dose stabilita, comunque, è ben al di sotto di quella raggiunta con un consumo medio di dolci.
L’EFSA ha emesso nello stesso periodo anche il verdetto finale sull’aspartame, assolto da ogni accusa di cancerogenicità, ma oggetto per anni di studi di segno opposto negli animali e, di conseguenza, di polemiche infuocate negli anni scorsi. C’è da augurarsi che l’advantame non abbia lo stesso destino. Sulla base della precedente esperienza questa volta gli esperti dovrebbero avere svolto in modo più acurato tutti i controlli possibili, prima di dare l’ok definitivo.
Agnese Codignola
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Giornalista scientifica