Tre piatti: a sinistra vuoto, al centro con una sveglia, a destra pieno di cibo; concept: digiuno intermittente

Il digiuno intermittente è una delle diete più popolari degli ultimi anni, sostenuta da libri, messaggi social e testimonial, nonostante alcuni lavori abbiano mostrato che gli effetti sul peso svaniscono appena la si abbandona e che non si tratta di un regime alimentare adatto a tutti. Uno studio pubblicato a fine agosto su Nature potrebbe raffreddare ulteriormente gli entusiasmi. In esso si ipotizza infatti che il digiuno sia associato a un aumento del rischio di sviluppare polipi intestinali o di accelerare l’evoluzione di quelli esistenti verso forme tumorali. Più in generale, ricorda quanto poco si sappia sul momento in cui si ricomincia a mangiare e come sia indispensabile saperne di più prima di consigliare quella dieta indiscriminatamente.

Lo studio di Harvard sul digiuno

Già nel 2018 un team di ricercatori aveva dimostrato il coinvolgimento delle cellule staminali nei meccanismi attivati dal digiuno. Sarebbero proprio queste cellule, grazie alla loro capacità di proliferare e alla loro scarsa specializzazione, a spingere l’organismo a bruciare grassi anziché zuccheri in condizioni di deprivazione, soprattutto per ricostituire le membrane intestinali danneggiate. Il digiuno, infatti, non è a costo zero per l’organismo e lascia dietro di sé lesioni intestinali che vanno riparate.

ragazza mangia piatto pollo fritto
Gli ultimi studi si concentrano sulla fase di rialimentazione, quando si sospende il digiuno

Anche in considerazione di quei dati, i ricercatori si sono chiesti che cosa accada quando si ricomincia a mangiare dopo un digiuno prolungato. A tale scopo hanno lavorato su gruppi di topi: uno costretto a un digiuno di 24 ore e studiato immediatamente alla fine del digiuno e un altro a cui è stato somministrato il cibo dopo le 24 ore di astensione ed è stato studiato dopo essersi alimentato. Il risultato è stato che, nell’ultimo gruppo, la proliferazione delle cellule intestinali è stata più intensa e veloce rispetto a quanto accaduto negli altri (compreso quello di controllo). Questo è avvenuto grazie all’attivazione delle cellule staminali e alla secrezione di una grande quantità di poliammine, molecole note per essere al centro dei processi di divisione e moltiplicazione cellulare.

Lo sviluppo di polipi e tumori alla ripresa dell’alimentazione

L’intensa attività proliferativa può però essere pericolosa, se per esempio si hanno geni che predispongono al tumore del colon retto, o se vi sono polipi e lesioni pretumorali. Attivando i geni implicati nel tumore (e quindi simulando una situazione di predisposizione al tumore o di rischio), si vede che, quando riprendono a mangiare dopo il digiuno, i topi sviluppano polipi e tumori più in fretta rispetto agli altri. Ora il gruppo di Yilmaz sta lavorando su tessuti umani, per valutare se quanto osservato negli animali si verifica anche nell’uomo. Lo stesso ricercatore ha sottolineato l’importanza di comprendere ogni passaggio successivo al digiuno, e non solo quello che si determinano durante l’astensione dal cibo.

donna tiene mani sull'addome: dolore a pancia o stomaco, infezioni alimentari
Il digiuno intermittente potrebbe essere di aiuto per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino di origine autoimmune quali il morbo di Chron e la rettocolite ulcerosa

Il commento critico alla ricerca

Sempre Nature, in un altro articolo, riporta il commento Valter Longo, il discusso biogerontologo autore di studi e best seller, che direttamente o attraverso una sua fondazione sponsorizza prodotti commerciali e regimi dietetici specifici e che per questo ha dovuto affrontare procedimenti legali e censure. In questo articolo, nonostante anche lui abbia condotto diversi studi su modelli animali, Longo sottolinea come si tratti solo di studi su animali, da verificare nell’uomo. Nello specifico, Longo critica che l’effetto pro-tumorale sia stato dimostrato in animali con i geni che predispongono al tumore attivati. Anche in questi animali, però, il digiuno da solo non ha lo stesso effetto di quello seguito dalla ripresa dell’alimentazione: una differenza che autorizza a pensare che ci possa essere uno stimolo specifico alla proliferazione associato alla fase post digiuno.

Gli effetti posivi del digiuno evidenziati da Valter Longo

Infine, Longo ricorda che più volte è emerso un effetto anti-tumorale associato al digiuno. Lui stesso, nel 2015 ha pubblicato uno studio, sempre su topi, nel quale si vedeva una diminuzione del 45% della crescita tumorale, oltre a un’attivazione delle cellule staminali. E suggerisce che, stando ai risultati di Yilmaz, il digiuno intermittente potrebbe essere di aiuto per malattie infiammatorie croniche dell’intestino di origine autoimmune quali il morbo di Chron e la rettocolite ulcerosa. Come stiano davvero le cose si capirà andando avanti nelle ricerche. Tuttavia, lo studio di Yilmaz ha il pregio di aver acceso un faro sulla fase che segue immediatamente il digiuno, finora mai considerata come determinante. È ora cruciale andare avanti, possibilmente senza che vi siano interessi commerciali a confondere le acque.

© Riproduzione riservata; Foto: Depositphotos, AdobeStock

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gianni
gianni
10 Settembre 2024 15:25

Ma di cosa state parlando, e soprattutto di cosa stanno parlando questi ricercatori?

La cellule staminali sono deputate a rigenerare i tessuti danneggiati da qualsiasi trauma causato da malattie, intolleranze, allergie e danni da cibi schifosi e innaturali, da veleni che sono intrisi nei cibi e dalla sovrabbondanza………non certo solo dalla scarsità indotta dal digiuno.

Se aveste la sensibilità di intervistare un qualsiasi esperto di digiuni, anche il più scalcinato, vi verrebbe spiegato che la ripresa della alimentazione è una fase importantissima tanto quanto la preparazione del digiuno e il digiuno stesso.

Il digiuno poi serve non per calare 1 kg per la prova costume ma per eliminare schifezze incagliate per poi ricominciare l’alimentazione con cibi più sani e appropriati.
Il metabolismo dei topi poi è decisamente diverso da quello umano ma sembra non contare nulla.
E infine l’alimentazione intermittente 12/12 e anche 10/14 non è digiuno, solo i venditori di nebbia si riempiono la bocca di questo termine per spacciare stupidaggini e confondere le persone.

Ma lo sport preferito ora è intorpidare le acque, spargendo dubbi e false controversie invece di fare tabula rasa delle schifezze una volta per tutte, invece di voler difendere l’indifendibile vecchio e nuovo……………..

Silvia B
Silvia B
Reply to  gianni
10 Settembre 2024 19:25

Mi scusi ma dal linguaggio utilizzato in questo post si capisce che lei ha una scarsa conoscenza di nutrizione, e che le sue conoscenze siano frutto di stereotipi come “eliminare le schifezze incagliate”, o “cibi sani e appropriati”. Sono termini e concetti che non hanno nulla di scientifico, purtroppo c’è questa idea semplicistica che il nostro corpo sia una sorta di “filtro” in cui rimangono imprigionate delle fantomatiche tossine e che è necessario pulire proprio come si farebbe con un filtro dell’acqua, senza considerare che nel nostro organismo ci sono due organi (reni e fegato) deputati a questa funzione e che ci sono delle precise definizioni su cosa sia una sostanza tossica per il nostro organismo

gianni
gianni
12 Settembre 2024 15:39

Chiedo scusa se non ho lauree a sostegno e termini appropriati per le orecchie scientifiche ma se dovessi esprimere il corpo umano nel suo complesso direi che ogni cellula è un filtro che funziona in entrata e uscita e dal numero di malati in dialisi e con problemi epatici direi che in generale l’alimentazione della dieta odierna ha molti profili di errore.
I filtri non sono solo due, l’alimentazione non è solo cibo e gli studi come quello citato saranno anche indicativi ma non valgono molto rispetto al tutto insieme che governa la salute.
Che le piacciano le mie parole o no.
Spero si possa dire anche se nessuno ascolta.

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