Due ragazze adolescenti bevono bibite zuccherate o succhi di frutta fuori casa

Il consumo di bevande zuccherate è ancora in crescita, a livello mondiale, e tra i ragazzi l’aumento visto negli ultimi anni è doppio rispetto a quello riscontrato tra gli adulti. Basterebbe questo dato, contenuto in uno studio pubblicato sul British Medical Journal, a giustificare l’adozione di misure immediate e stringenti, e il varo di campagne educative estese e dettagliate. Quanto messo nero su bianco dagli esperti della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston, diretta da Darius Mozaffarian, dimostra infatti, al di là di ogni dubbio, che la strada da percorrere per arrivare a un rapporto più equilibrato con le bibite zuccherate è ancora molto lunga. E va necessariamente percorsa, se si vuole preservare la salute di chi è oggi un bambino o un adolescente.

Lo studio sui consumi mondiali di bevande zuccherate

Per tracciare un profilo globale, i nutrizionisti della Friedman School hanno attinto a uno dei database più completi e più importanti del mondo, in ambito alimentare, il Global Dietary Database, in cui confluiscono i numeri di decine di studi e rilevazioni nazionali e locali, e hanno analizzato i consumi relativi alle bibite zuccherate di due anni specifici, per studiare la tendenza: il 1990 e il 2018.

ragazzi adolescenti pizza bevande zuccherate
I ricercatori hanno esaminato i consumi di bevande zuccherate di bambini e ragazzi tra il 1990 e il 2018

In totale, hanno incluso le informazioni contenute in più di 1.200 indagini singole svolte in 185 Paesi sui bambini e ragazzi di età compresa tra i tre e i 19 anni, in particolare per quanto riguardava il consumo di bibite alla frutta zuccherate, bevande gassate e zuccherate, energy drink, sport drink, succhi di frutta fatti in casa e zuccherati, ponendo come limite il fatto che contenessero almeno 50 calorie per porzione (237 grammi, pari circa a una tazza). I ricercatori hanno invece escluso i succhi di frutta al 100% non zuccherati, quelli dolcificati con edulcoranti a calorie zero e le bevande a base di latte.

Consumi in aumento

In generale, i ragazzi consumano 3,6 porzioni di bevande zuccherate a settimana, ma questo valore nasconde grandi differenze nelle diverse aree geografiche. Si va infatti da 1,3 porzioni del Sud Est Asiatico (area con gli indicatori migliori) alle 9,1 di America Latina e Caraibi. Un altro dato generale mostra che 238 milioni di giovani di 56 Paesi, pari al 10% della popolazione giovanile mondiale, consumano in media sette o più porzioni di bibite zuccherate alla settimana.

ragazza adolescente con una bottiglietta di vetro di bevanda zuccherata tipo Cola, su una sdraio a bordo piscina d'estate; concept: sugar tax, bevande zuccherate, bibite
Il consumo di bevande zuccherate tra i ragazzi è aumentato del 23% negli ultimi 30 anni, con differenze geografiche

Andando poi a vedere i singoli Paesi, il Messico si conferma il peggiore, con 10,1 porzioni a settimana, seguito da Uganda (6,9), Pakistan (6,4), Sud Africa (6,2) e Stati Uniti (6,2). Seguendo l’andamento temporale, si vede invece che l’area dove si è avuto l’incremento maggiore è quella dell’Africa Sub-Sahariana, dove si è arrivati a 2,17 porzioni in più a settimana, con un aumento, tra il 1990 e il 2018, di più del 100%, ottenuto con politiche commerciali molto aggressive, concentrate proprio sui paesi più poveri, e quasi sempre afflitti da una cronica carenza di acqua potabile. In generale, comunque, l’aumento a livello mondiale è stato del 23%, e ha seguito un andamento analogo a quello dell’obesità nelle stesse fasce di età.

Come cambiare le abitudini dei ragazzi?

Pur con le limitazioni del caso, dovute al fatto che i 1.200 studi hanno seguito protocolli e raccolto informazioni in modi anche difformi, i dati confermano che è necessario fare di più per tutelare i più giovani, soprattutto nelle aree più a rischio come il Sud America e i Caraibi e alcune parti dell’Africa. Tassazioni specifiche, campagne educative, limiti alle concentrazioni di zuccheri, divieti o restrizioni alle sponsorizzazioni di eventi sportivi o che comunque riguardano i giovani, regolamentazione di tutto il marketing: gli strumenti a disposizione sono numerosi e diversificati. E per quasi tutti, soprattutto se applicati nell’ambito di una strategia generale, esistono prove di efficacia solide. Quello che ancora manca, in molti casi, è la volontà politica di implementarli.

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