Lo sport in etichetta: in Gran Bretagna si chiede di inserire sugli alimenti l’indicazione del tempo di attività fisica necessario per smaltire le calorie contenute
Lo sport in etichetta: in Gran Bretagna si chiede di inserire sugli alimenti l’indicazione del tempo di attività fisica necessario per smaltire le calorie contenute
Beniamino Bonardi 21 Gennaio 2016Per combattere l’obesità, le etichette delle bevande e degli alimenti dovrebbero contenere un’indicazione su quanto tempo di attività fisica è necessario per smaltire le calorie presenti nel cibo. In questo modo, i consumatori sarebbero indotti a scelte alimentari più sane o a fare più esercizio fisico. È quanto propongono gli esperti britannici della Royal Society for Public Health, sulla base di una ricerca che mostra come le attuali etichette nutrizionali provochino confusione, a causa dell’eccesso di informazioni. Prima di decidere se acquistare un prodotto, le persone guardano le confezioni per soli sei secondi, e le immagini sono più comprensibili delle informazioni numeriche.
Secondo la ricerca il 63% delle persone sarebbe favorevole a questa nuova indicazione e il 53% cambierebbe i propri comportamenti, dopo aver visto quanta attività fisica richiede lo smaltimento delle calorie contenuto in un alimento o in una bevanda. Confrontando la reazione dei consumatori di fronte alle etichetto con il riferimento all’attività fisica, rispetto al comportamento di fronte all’etichetta con i tre colori del semaforo (adottata in Gran Bretagna a livello volontario), lo studio della Royal Society for Public Health osserva che le persone sono tre volte più disponibili a impegnarsi in un’attività fisica se vedono l’indicazione sulle calorie equivalenti.
lE AZIENDE AGRICOLE ITALANE che producono mais e grano sono alla canna del gas, i prezzi per vendere i prodotti sono bassi, si guadagna circa un euro al piò bresciano, alla fine, tolte spese per gasolio, concimi, tasse, la pac sparisce quasi subito per pagare le norme europee per cisterne a norma, e altri vincoli.
noi non vogliamo produrre corrente elettrica, ne biomasse, vogliamo produrre con i mezzi che abbiamo cereali, di qualità però, invece il pane che mangiamo per il 70 % viene dall estero e non ne conosciamo la qualità tutti fanno silenzio.
attenzione: se muore l’ agricoltura muore l’ uomo, sono 73000 i morti in Lombardia per tumori.
Questa sì che sarebbe una buona idea!
Non è che a furia di aggiunte in etichetta questa diventa un libro di dietetica invece di fornire le poche, utili, indicazioni essenziali che inducono un consumatore attento e correttamente educato e “consapevole” a prendere le giuste decisioni su come nutrirsi ?.
Altrimenti il rischio è di avere etichette strapiene, con caratteri piccolissimi, come spesso lo sono già, che nessuno legge, e dove si possono scrivere , facendo confusione, le peggiori nefandezze, ed anche frasi fuori legge inneggianti ad 2Alta qualità” etc. etc. etc.
Lo spazio su molte confezioni c’è e quando è poco basta inserire solo una foto al posto di tre
giusto scrivere in etichetta , ma in modo essenziale , facilmente comprensibile e visibile, ciò che è veramente necessario. In pari, o maggior misura va promossa l’educazione alimentare, in modo da promuovere un consumo corretto e consapevole nell’ottica della prevenzione del rischio : in questo caso, di non rispettare un bilancio fra energia introdotta e smaltita.
Quanto all’intervento di Carolina lo ritengo assolutamente fuori tema.
Su alcuni prodotti a marchio COOP questa indicazione è presente già da svariati anni.