I dati dell’Osservatorio immagino, che analizza le etichette e le dichiarazioni nutrizionali di un gran numero di alimenti, mostrano che, in media, negli ultimi anni, si è vista una diminuzione dello zucchero nei prodotti confezionati e un calo delle vendite di bibite zuccherate. Sono segnali positivi, che evidenziano come la necessità di ridurne il consumo stia gradualmente influenzando sia le scelte dei consumatori sia quelle dell’industria alimentare. Ciononostante lo zucchero rimane un ingrediente fondamentale per tutta una serie di alimenti come biscotti, merendine e snack dolci, particolarmente amati dai bambini, ma non solo.
Lo zucchero in dolci e bibite
In una tavoletta di cioccolato al latte, lo zucchero è pari al 50% circa del peso, una barretta Kinder cereali del peso di 23 g ne contiene 11,5 g e uno snack come il KitKat (peso 41 g) circa 19 g. Le principali fonti di zuccheri, oltre ai dolciumi, sono le bibite zuccherate: una lattina di Coca-Cola da 330 ml ne contiene 35 g, una di Fanta 39 g (circa otto zollette!) e una bottiglia da 500 ml di Gatorade, bevanda destinata a reintegrare sali e vitamine dopo l’attività sportiva, ne contiene circa 20 g.
Non sono meglio i succhi di frutta, soprattutto se zuccherati: un brick di succo di pesca Yoga Optimum ne contiene più di 30 g. E nemmeno i prodotti per bambini: una bottiglietta di Thé Baby San Benedetto, che il volume ridotto (250 ml), il beccuccio e l’assenza di teina identificano come prodotto destinato ai bambini, contiene 17 g di zuccheri.
Che questi alimenti siano ricchi di zuccheri non è un mistero, ma anche prodotti considerati più ‘salutari’, come gli yogurt, i cereali da colazione, o le bevande ‘healthy’, ne possono contenere quantità elevate. Un vasetto da 125 g di yogurt Müller alla stracciatella, per esempio, contiene 21,5 g di zucchero, 100 g di cereali Kellogg’s Extra ai Frutti rossi 22 g e una bottiglia di Cocco Drink L’Angelica, presentata come ‘health drink’, cioè bevanda di benessere, ne contiene 56g!
Gli insospettabili
Finora abbiamo considerato alimenti dal gusto dolce, ma i prodotti che vedono questa sostanza fra gli ingredienti sono molto più numerosi, perché lo zucchero è utilizzato non solo per addolcire, ma anche per modificare la struttura degli alimenti, per regolare il sapore, come conservante o come agente lievitante. Per questo lo troviamo in un gran numero di prodotti ‘insospettabili’.
In un panino del fast-food, per esempio, lo zucchero è presente nel pane e nelle salse; secondo la tabella nutrizionale di McDonald’s, l’hamburger più semplice contiene circa 6 g di zucchero, cioè più di una zolletta.
Negli alimenti industriali spesso troviamo un po’ di zucchero, indicato in molti casi come saccarosio, ma anche come sciroppo di glucosio-fruttosio, come destrosio o maltodestrine.
Salumi e pane
Troviamo spesso zucchero (saccarosio o destrosio) nel prosciutto cotto e nella mortadella, o nei prodotti a base di questi salumi, come i Teneroni Casa Modena. Si trova zucchero in buona parte dei sughi pronti al basilico, all’arrabbiata, alla ricotta e anche nei ragù.
Lo zucchero, come saccarosio o in un’altra forma, si trova nei panini industriali, nel pancarrè e in molti sostituti del pane. Nei cracker Tuc, per esempio, è il terzo ingrediente, dopo la farina e l’olio di girasole. Nel pancarrè Mulino Bianco Barilla è presente come destrosio e una fetta contiene 1 g di zuccheri. Un panino al latte a marchio Morato, invece, pesa 48 g e contiene 5,3 g di zuccheri.
Lo zucchero nelle zuppe e nelle salse
Si trova in alcune minestre o zuppe, come le minestre disidratate Knorr (per esempio quella di pollo) e nei minestroni in lattina dello stesso marchio. Si trova in alcuni burger vegetali, per esempio nei burger ai pomodori secchi a marchio Kioene. Troviamo spesso zucchero anche nei piselli in scatola.
Si può trovare nella maionese, in particolare nelle versioni ‘alleggerite’, a basso contenuto di grassi, oppure in quelle senza uova, forse per arricchire il gusto che risulterebbe in un certo senso ‘annacquato’. Se nella maionese le quantità sono ridotte, nel ketchup si alzano: 100 ml di Ketchup Calvè contengono 20 g di zucchero, e gli altri marchi a volte superano questa quantità. Ecco infatti che sono comparse versioni a basso contenuto di zuccheri, preparate con edulcoranti. Sono ancora più dolci le salse tipo ‘barbecue’: quella a marchio Coop arriva a 38 g in 100 ml.
Il parere dell’esperta
Quale effetto può avere sulla salute? Abbiamo chiesto un parere a Margherita Caroli, medico nutrizionista, esperta in nutrizione pediatrica.
“Questa presenza diffusa di zucchero negli alimenti industriali – precisa Caroli – è negativa per diversi motivi. Innanzitutto può essere un problema per chi soffre di diabete: questo ingrediente dovrebbe essere messo in evidenza soprattutto negli alimenti in cui non ce lo si aspetta, come i piselli in scatola, i sughi pronti e i cracker. Nei bambini poi, in particolare, il consumo frequente di alimenti zuccherati crea l’abitudine al gusto dolce che cercheranno sempre più spesso. Oltre a questo aspetto diseducativo, bisogna considerare che l’assunzione di quantità di zucchero piccole ma costanti, ha effetti negativi, perché va a stimolare il pancreas in modo continuato.”
I limiti allo zucchero
“Secondo l’Oms – fa notare Caroli –per prevenire patologie come il diabete e le malattie cardiovascolari, l’energia fornita dagli zuccheri semplici aggiunti non dovrebbe superare il 10% dell’apporto calorico giornaliero. Il che, per un adulto con un fabbisogno energetico di circa 2.000 kcal, corrisponde a circa 50 g. Uno snack che contiene 20 g di zuccheri, o un succo che ne contiene 30, non possono essere consigliati per i bambini. Ma non sono trascurabili nemmeno i 6 g di zucchero di un panino, soprattutto per i piccoli, che si abituano facilmente a consumare regolarmente pane al latte, anziché pane comune. Sarebbe importante che l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) affrontasse seriamente questi aspetti, per arginare la presenza di zuccheri negli alimenti industriali.”
Come sempre, di fronte agli scaffali del supermercato, le etichette ci vengono in aiuto e con un po’ di attenzione potremo individuare anche lo zucchero nascosto.
© Riproduzione riservata Foto: Il Fatto Alimentare, stock.adobe.com
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Da diabetica mi sento di dire GRAZIE per questo articolo.
Ma quando investiranno un po’ di più nella salute i colossi della grande distribuzione? Mi pare ci sia un lassismo pericoloso soprattutto in un periodo come questo dove siamo stati messi in confinamento ed il cibo è diventato un appoggio dal fuggire da tutto questo caos con conseguenze nefaste sotto tutti gli aspetti.
È vero che viene messo zucchero anche nelle verdure e altri prodotti monoingrediente surgelati, ma non è indicato sulle etichette? Così mi è stato detto e dato per certo da un cuoco…
Non ci risulta
Grazie, questa informazione è molto importante. Educare a leggere le etichette è importantissimo per evitare effetti indesiderati. Un giornale di informazione come il vostro svolge un ruolo fondamentale. Congratulazioni.
Purtroppo lo zucchero, in varie forme (es. destrosio), è presente addirittura nel pane del supermercato, dove sugli scaffali puoi trovare anche 20 tipi diversi di pane. Trovare del pane senza dolcificante è ormai difficilissimo.
Inoltre spesso ti nascondono gli ingredienti rimandandoti al “libro ingredienti” che è illeggibile, te lo devi sfogliare tutto con attenzione per trovare l’articolo. Non c’è corrispondenza tra quanto scritto sullo scaffale e la pagina del prodotto.
Bisognerebbe abolirlo e scrivere gli ingredienti sullo scaffale.