Meno zucchero negli yogurt britannici: il calo maggiore nei prodotti per bambini, da bere e alla frutta. Attenzione ai surrogati vegetali
Meno zucchero negli yogurt britannici: il calo maggiore nei prodotti per bambini, da bere e alla frutta. Attenzione ai surrogati vegetali
Agnese Codignola 15 Gennaio 2020Le campagne pubbliche per migliorare la consapevolezza dei cittadini sul contenuto del cibo che acquistano e per indurre le aziende a fare di più e di meglio funzionano. Lo dimostra, indirettamente, un’analisi molto completa del mercato degli yogurt condotta dai ricercatori dell’Università di Leeds, in Regno Unito, paese che ha da tempo dichiarato guerra all’obesità dilagante e che ora può segnare una piccola ma significativa vittoria.
Secondo quanto pubblicato su Nutrients, infatti, e ottenuto analizzando 893 prodotti, gran parte dei quali studiati già nel 2016, il contenuto medio di zuccheri totali è diminuito del 13%, in linea con gli obbiettivi indicati nel SACN Carbohydrates and Health Report e con quanto rilevato dal Governo in merito al comportamento delle aziende.
Il calo più vistoso si è avuto nei prodotti per bambini, negli yogurt da bere e in quelli alla frutta. Inoltre è stata registrata una diminuzione del 23% del numero di yogurt per i più piccoli disponibili sul mercato e una del 27% tra quelli biologici. Specularmente sono aumentati i prodotti a basso tenore di zucchero, cioè con meno di 5 grammi per 100 di yogurt, che sono saliti dal 9% del 2016 al 15% del 2019.
Anche se lo yogurt contiene spesso ottimi nutrienti e non è la causa principale dell’eccesso di zuccheri assunti – ha commentato la coordinatrice Bernadette Moore, autrice di uno dei primi studi sul tema pubblicato alcuni mesi fa – è altrettanto indubbio che c’è una bassa consapevolezza del contenuto, spesso sottostimato, di zucchero di questi prodotti. È quindi importante diminuirne la quantità e, al tempo stesso, informare meglio i consumatori, per difendere tutti, soprattutto i bambini, dai rischi del sovrappeso e della carie.
Ma la rilevazione non ha riguardato solo gli yogurt a base di latte vaccino, e si è estesa anche a tutti i surrogati vegetali, il cui numero in negozi e supermercati è raddoppiato dal 2016. Anche in quel caso, poiché non c’è lattosio (lo zucchero naturale del latte vaccino), quasi sempre ci sono zuccheri aggiunti, talvolta in quantità rilevanti, visto che il prodotto di base è insapore, come accade per molte bevande vegetali.
Il risultato è stato che, anche se il 37% dei prodotti si può considerare a basso tenore di zuccheri, il 27% ne ha più di 10 grammi su 100 e uno su cinque riporta in etichetta lo zucchero come secondo ingrediente per quantità dopo l’acqua.
Osservando poi il mercato in generale, Moore sottolinea come sia cambiato in soli tre anni: nel 2019 il 40% degli yogurt erano nuovi prodotti che non erano presenti nello studio del 2016. Per quanto riguarda lo zucchero presente in quelli già in vendita nel 2016, il 32% ne contiene meno, il 61% la stessa quantità, e gli altri mostrano un piccolo incremento, mentre alcuni dei prodotti peggiori sono stati ritirati: tutti elementi che dimostrano come ci sia stia muovendo nella direzione giusta. Lo conferma, tra gli altri, il caso degli yogurt da bere con fitosteroli, consigliati per abbassare il colesterolo: se nel 2016 erano tra i più dolci, oggi sono tra i 20 tra i quali si registra la diminuzione di zuccheri di maggiore entità.
Anche se in molti casi il calo è inferiore a quello del 20% indicato dalle autorità come ideale, la tendenza mostra comunque un andamento positivo e dimostra che anche le aziende, sia pure in modo lento e irregolare, stanno reagendo in modo positivo.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Giornalista scientifica
Iniziativa interessante ma la soluzione più efficace è un’altra: abituare i consumatori agli yoghurt bianchi, possibilmente scremati. Cui magari aggiungere frutta a pezzi, fresca.