Yuka supera i 2 milioni di utenti e in Italia diventa l’applicazione di scansione più utilizzata! La mania per questo strumento riflette un vero bisogno di trasparenza dei consumatori che vogliono saperne di più sugli alimenti che acquistano. Yuka conta oggi 20 milioni di utenti in 12 paesi differenti. Con 2 milioni di persone che hanno scaricato l’applicazione, l’Italia, dopo la Francia e la Spagna, è il paese dove l’applicazione è più forte. Si tratta del miglior risultato di Yuka rispetto a qualsiasi altro paese: anche in Francia, dove è stata lanciata per prima, dopo un anno contava un milione di utenti. “Questo successo italiano sta a dimostrare che l’applicazione risponde a un autentico bisogno di trasparenza sulla composizione dei prodotti” afferma Julie Chapon, co-fondatrice di Yuka.
L’applicazione è gratuita ed è molto semplice da usare, perché consente di scansionare i codici a barre dei prodotti alimentari e dei cosmetici per conoscere il loro impatto sulla salute. Il punteggio va da 1 a 100 ed è affiancato da informazioni dettagliate fornite dal sistema. Ma c’è qualcosa in più. Se un alimento ha un impatto negativo sulla salute, l’applicazione suggerisce alternative simili ma più sane. Yuka ha un catalogo composto da 1,5 milioni di prodotti (il 70% alimentari) e riconosce il 95% di quelli venduti in Italia.
Le alternative vengono suggerite e valutate in modo assolutamente neutrale e nessuna marca o produttore influenzano il giudizio. Yuka si finanzia grazie alla versione Premium (acquistabile con un offerta di 15 €/anno) che offre oltre ad alcuni servizi, notifiche sui prodotti vegetariani e vegani e sulla presenza di olio di palma, glutine e lattosio.
Per la valutazione dei prodotti alimentari, Yuka si basa sulle caratteristiche nutrizionali che rappresentano una quota pari al 60% del giudizio. Il calcolo si basa sui medesimi principi dell’etichetta a semaforo francese Nutri-Score. Il semaforo prende in considerazione: calorie, zuccheri, sale e grassi saturi come elementi negativi e proteine, fibre, frutta e verdura come elementi positivi. La presenza di additivi riguarda il 30% della valutazione e si basa sui rapporti redatti da Efsa, Anses, Iarc e su ricerche indipendenti. Secondo i vari studi, a ciascun additivo è assegnato un livello di rischio: nessun rischio (disco verde), rischio limitato (disco giallo), rischio moderato (disco arancione), a rischio (disco rosso). In presenza di un additivo che consideriamo ad alto rischio, il punteggio può raggiungere al massimo 49/100. I dettagli del rischio e le corrispondenti fonti scientifiche, sono riportati nell’applicazione.
Un vantaggio pari al 10% del punteggio viene concesso ai prodotti biologici per l’assenza di additivi chimici. Esistono diversi prodotti che Yuka non valuta perché il metodo di valutazione non si adatta, si tratta di: alcool, zucchero, latte per neonati, integratori di proteine, cibo per animali integratori alimentari.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
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Oetzi
26 Novembre 2021 08:08
Ottima, per tutti coloro che non sono in grado di valutare da soli…e probabilmente per chi acquista solo al supermercato.
Ma cosa si intende con “Se un alimento ha un impatto negativo sulla salute, l’applicazione suggerisce alternative simili ma più sane”? Che se si scansiona della carne rossa di qualità o della selvaggina, ti dice di andare a comprare invece dei fagioli?
se un prodotto ha un punteggio basso, te ne suggerisce altri dello stesso tipo, ma con una composizione nutrizionale più adeguata
Zoe
28 Novembre 2021 18:36
Sul fatto che Yuka sia “ottima” ho davvero grossi dubbi. Non vi è trasparenza su come vengono valutati i singoli componenti ed è già stata smascherata a “scegliere” gli studi a cui dare credibilità ad un componente piuttosto che ad un altro. Era già stata bocciata da chi conosco che ha studiato chimica e Beatrice maurino ne ha scritto un capitolo nel suo libro per spiegare che cosa non va. Insomma: ci avete abituato meglio in termini di informazione e tocca farvelo notare , questa sembra un po’ una approvazione acritica di una app che di ombre ne ha un bel po’
Si, sto leggendo proprio in questi giorni l’ultimo libro della Mautino, che parla anche di yuka, principalmente per quel che riguarda il mondo dei cosmetici. Di fatto se un additivo è presente è di per se da semaforo verde, perchè già approvato da enti ufficiali a livello europeo. Yuka non prende in considerazione le quantità degli additivi, ma solo la presenza o meno.
Chiaramente ha anche i difetti del nutri-score, ovvero quello delle storture tipo B verde alla coca zero…
@ Riccardo Doroni: non posso giudicare Yuka perché non lo conosco, ma, da quanto lei scrive, sembra che approvi acriticamente tutti gli additivi che sono presenti nelle liste stilate dall’Europa. non credo ciò sia prudente, perché su molti di essi ci sono dubbi che prove di laboratorio imparziali stanno mettendo in evidenza, tipo alcuni di origine artificiale, come gli edulcoranti, oppure, un esempio per tutti: il biossido di titanio, presente in moltissimi alimenti ma al bando dal prossimo anno (rimarrà ancora nei medicinali???).
gigio55
2 Dicembre 2021 10:00
Un’altra app all quale si delega il proprio potere valutativo e discrezionale, con il solo risultato di renderci meno critici ed autonomi con la solita scusa della fretta e mancanza di tempo.
Alessio
3 Dicembre 2021 12:56
Assolutamente inutile, installata, provata e cancellata in un pomeriggio, dopo che mi aveva accettato acriticamente una valutazione totalmente sballata e fortemente penalizzante per un prodotto incolpevole.
Semplicemente nell’inserire i dati avevo inserito un valore di 900 invece di 100 e nel correggere ho pasticciato con i tasti sulla microtastiera del telefonino e ho finito per immettere 9100, e quel dato assurdo è stato accettato con tanti ringraziamenti.
Facile immaginare che analoghi errori possano venire inseriti volontariamente per demonizzare la concorrenza ed esaltare i propri prodotti, con un meccanismo simile alle valutazioni a pagamento tentate (e fortunatamente stroncate) tempo addietro su Tripsadvisor.
Ottima, per tutti coloro che non sono in grado di valutare da soli…e probabilmente per chi acquista solo al supermercato.
Ma cosa si intende con “Se un alimento ha un impatto negativo sulla salute, l’applicazione suggerisce alternative simili ma più sane”? Che se si scansiona della carne rossa di qualità o della selvaggina, ti dice di andare a comprare invece dei fagioli?
se un prodotto ha un punteggio basso, te ne suggerisce altri dello stesso tipo, ma con una composizione nutrizionale più adeguata
Sul fatto che Yuka sia “ottima” ho davvero grossi dubbi. Non vi è trasparenza su come vengono valutati i singoli componenti ed è già stata smascherata a “scegliere” gli studi a cui dare credibilità ad un componente piuttosto che ad un altro. Era già stata bocciata da chi conosco che ha studiato chimica e Beatrice maurino ne ha scritto un capitolo nel suo libro per spiegare che cosa non va. Insomma: ci avete abituato meglio in termini di informazione e tocca farvelo notare , questa sembra un po’ una approvazione acritica di una app che di ombre ne ha un bel po’
Si, sto leggendo proprio in questi giorni l’ultimo libro della Mautino, che parla anche di yuka, principalmente per quel che riguarda il mondo dei cosmetici. Di fatto se un additivo è presente è di per se da semaforo verde, perchè già approvato da enti ufficiali a livello europeo. Yuka non prende in considerazione le quantità degli additivi, ma solo la presenza o meno.
Chiaramente ha anche i difetti del nutri-score, ovvero quello delle storture tipo B verde alla coca zero…
@ Riccardo Doroni: non posso giudicare Yuka perché non lo conosco, ma, da quanto lei scrive, sembra che approvi acriticamente tutti gli additivi che sono presenti nelle liste stilate dall’Europa. non credo ciò sia prudente, perché su molti di essi ci sono dubbi che prove di laboratorio imparziali stanno mettendo in evidenza, tipo alcuni di origine artificiale, come gli edulcoranti, oppure, un esempio per tutti: il biossido di titanio, presente in moltissimi alimenti ma al bando dal prossimo anno (rimarrà ancora nei medicinali???).
Un’altra app all quale si delega il proprio potere valutativo e discrezionale, con il solo risultato di renderci meno critici ed autonomi con la solita scusa della fretta e mancanza di tempo.
Assolutamente inutile, installata, provata e cancellata in un pomeriggio, dopo che mi aveva accettato acriticamente una valutazione totalmente sballata e fortemente penalizzante per un prodotto incolpevole.
Semplicemente nell’inserire i dati avevo inserito un valore di 900 invece di 100 e nel correggere ho pasticciato con i tasti sulla microtastiera del telefonino e ho finito per immettere 9100, e quel dato assurdo è stato accettato con tanti ringraziamenti.
Facile immaginare che analoghi errori possano venire inseriti volontariamente per demonizzare la concorrenza ed esaltare i propri prodotti, con un meccanismo simile alle valutazioni a pagamento tentate (e fortunatamente stroncate) tempo addietro su Tripsadvisor.