Tre morti e 71 persone ricoverate negli ospedali italiani negli ultimi due anni per avere contratto la Listeria presente in confezioni di würstel di pollo consumati senza la necessaria cottura di 3-4 minuti, come riportato sulle etichette. Nonostante questa situazione, il ministero della Salute non ritiene che vi siano sufficienti motivi per indicare quali sono le marche ritirate dagli scaffali dei supermercati. Il ministero dopo avere avvisato il 12 settembre il Sistema rapido di allerta europeo (Rasff) della presenza di confezioni di würstel prodotte in Italia sospettate di essere contaminate da Listeria e, molto probabilmente, responsabili di tre decessi, non ha però informato i consumatori italiani (ne abbiamo parlato in questo articolo sul consumo di würstel crudi).
Il caso dei würstel e le carenze nella comunicazione
Il comunicato diramato dalle autorità di Roma il 23 settembre 2022 riporta il nome e l’indirizzo dell’azienda produttrice Agricola Tre Valli (collegata alla società Veronesi) e i lotti senza però indicare i marchi coinvolti. Il paradosso è che il nome dell’Agricola Tre Valli non compare sulla maggior parte delle confezioni di würstel di pollo ritirate, per cui al consumatore risulta molto difficile individuare il prodotto.
Questo comunicato tanto generico quanto inutile è stato ripreso da tutti gli organi di stampa. I lotti di würstel ritirati erano marchiati: Wudy Aia, Golosino Negroni, Töbias della catena di supermercati Eurospin, Salumeo dei supermercati Lidl e altre marche meno conosciute come Wür, Pavo, Golo, Salchicha. E sono stati ritirati volontariamente quelli con data di scadenza dal 20/09/2022 al 05/12/2022. Ma i nomi li abbiamo riportato solo noi e pochissime altre testate che ci hanno ripreso. Eppure i marchi coinvolti sono stati notificati al Sistema di allerta rapido dal ministero della Salute e dalle Asl delle regioni coinvolte. Questa disinformazione si inserisce in un contesto che vede tre morti e 71 persone ospedalizzate a causa di würstel di pollo consumati senza previa cottura come indicato sulle confezioni.
Il silenzio delle aziende
Anche i marchi Aia, Negroni (di proprietà del gruppo Veronesi) hanno mantenuto il silenzio stampa sull’intera vicenda, pur essendo direttamente coinvolti. Non così è stato per Eurospin che ha annunciato un richiamo dei würstel a suo marchio prodotti per la catena da Agricola Tre Valli a fine agosto 2022. Il paradosso è che secondo le regole attuali né il produttore (Agricola Tre Valli), né i marchi Aia, Negroni e così via sono tenuti ad avvisare i consumatori.
L’Azienda Agricola Tre Valli ha diffuso pochi giorni fa una nota chiarendo che si tratta di “ritiro volontario” e di un “avviso di sicurezza” non di un richiamo, senza indicare i marchi interessati. Nel comunicato si dice che “Allo stato attuale, tutte le analisi in autocontrollo effettuate dall’azienda sui medesimi lotti oggetto del ritiro e i campioni ufficiali effettuati sul territorio dalle Autorità Competenti danno un esito microbiologico assolutamente in linea e conforme con le indicazioni normative vigenti.”
Nessun limite per la Listeria nei würstel
Purtroppo, il comunicato dell’Agricola Tre Valli, basandosi sull’attuale normativa che non prevede limiti di presenza di Listeria per i würstel, è ‘corretto’. Le parole del comunicato sono state calibrate, i würstel infatti sono un prodotto da cuocere prima del consumo e quindi la presenza di Listeria non è normata. Quindi nessun obbligo di dare la notizia ai consumatori. Infatti l’azienda ha fatto un annuncio volontario ai supermercati senza citare i marchi coinvolti e ha dichiarato che, da un punto di vista microbiologico, i campioni esaminati sono conformi alle indicazioni normative vigenti.
Non così è per altri alimenti da consumare senza la preventiva cottura (ready to eat), i formaggi e altri per i quali ci sono limiti per la Listeria estremamente rigidi. Resta il fatto che la Listeria riscontrata in maniera massiccia nelle linee di produzione dei würstel dell’Agricola Tre Valli non doveva esserci, e questa è una grave scorrettezza che le autorità sanitarie devono valutare attentamente.
Una storia spiacevole
Leggere questa cronistoria non è edificante. Vuol dire che tre morti e 71 persone ricoverate negli ospedali italiani negli ultimi due anni per Listeria monocytogenes non sono un buon motivo per dire ai consumatori quali sono i marchi di würstel di pollo sospettati di essere responsabili ritirati dagli scaffali. Si dovrebbe anche ricordare alle persone che questi prodotti se mangiati crudi possono avere effetti tragici per le persone fragili o con problemi di salute.
Purtroppo la norma attuale non impone al produttore di indicare i marchi e i lotti ritirati dagli scaffali e di diffondere le foto, ma c’è una responsabilità morale del gruppo Veronesi proprietario dei marchi Aia e Negroni e del ministero della Salute che andrebbe considerata. Si tratta dello scandalo alimentare più grave degli ultimi 40 anni. Abbiamo chiesto più volte chiarimenti al gruppo Veronesi che ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Anche il ministero della Salute non ha fornito chiarimenti. Un silenzio assordante che forse conta più di mille parole.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
La verità è che non c’è nessuna evidenza che morti e ricoverati siano dovuti ai würstel, e voi state facendo solo terrorismo e diffamazione. Le uniche analisi non conformi da rasff erano confezioni aperte a casa di un consumatore, conservate chissà come.
A noi risulta che le autorità sanitarie italiane abbiamo fatto analisi su confezioni chiuse trovate in casa della persona ospedalizzata e anche sulla linea di produzione in azienda e hanno trovato lo stesso ceppo di Listeria
Quindi la ditta che ha ritirato i wurstel perchè l’ha fatto? La legge non glielo imponeva, a tuo dire erano sani e la ditta ne era consapevole e quindi perchè buttare via tutti questi soldi e alimentare quindi i complottisti? Potevano lasciare tutto sugli scaffali invece che inventarsi pure un comunicato… giusto?
Cara Annalisa, le faccio una domanda: lei lavora per questa ditta di wurstel? O ha parenti che vi lavorano ?
Lo chiedo senza alcun intento polemico o critico.
Ma in etichetta i wurstel non riportano l’indicazione obbligatoria del trattamento subito dalle carni ”pastorizzato”?
Se c’è scritto, io che leggo l’etichetta di certo non mi aspetto di andare incontro al rischio Salmonella o Listeria m. consumandoli.
L’informazione della ”pastorizzazione” inoltre non è coerente con l’indicazione ”da consumarsi previa cottura”, a meno che non la si consideri come un’informazione preventiva.
L’articolo 5 della legge 283 lettera d è ancora in vigore?
La cassazione penale considera importante ai fini del giudizio il fatto che l’alimento sia da consumarsi previa cottura?
Basterebbero le tre parole “carne separata meccanicamente” per far passare la voglia a chiunque di mangiare certa roba, cruda o cotta che sia … .
Ma forse proprio per questo chi li produce tende a minimizzare e a non far conoscere troppo le tecniche di produzione.
Basterebbe vedere qualsiasi allevamento per farsi passare la voglia della carne, in generale.
Cosa significa listeria trovata in modo massiccio sulle linee di produzione? Ci sono dei dati precisi?
I dati derivano dalle analisi delle autorità sanitarie.
La listeria è una “brutta bestia” per gli stabilimenti, una volta che prende piede è davvero molto difficile eradicarla e come minimo richiede uno stop della produzione, una sanificazione di locali e apaprecchiature molto molto molto curata.
Confermo di avere preso la listeria a luglio al 9 mese di gravidanza, mi hanno fatto un cesareo d urgenza xke il bambino non si muoveva più ed eravamo affetti da listeria, mio figlio è vivo per miracolo grazie alla tempestività dei dottori.
Reggio Calabria
Al nono mese uno dovrebbe riguardarsi un pochino… E sono padre da un anno… Mia moglie si è privata di tutto quello che poteva essere potenzialmente dannoso per motivi virali batterci sull alimentazione, non conosco il suo caso ma ne conosco tante che mangiavano di tutto tanto… Per fortuna che ora state bene spero.
Gentile Francesco, a volte il paternalismo che si legge mi lascia di stucco, e questo è uno di quei casi. Perché dare per scontato che se una donna (incinta) di ammala è colpa dei suoi comportamenti? Da esterno è difficile valutare la qualità o la sicurezza di una certa dieta. Forse Lei sapeva chi avesse già gli anticorpi alla toxoplasmosi? La listeria non dovrebbe essere presente negli alimenti pronti da mangiare eppure….
Se tante persone hanno contratto la malattia, o l’infezione ( che potrebbe trasformarsi in malattia fra un po’ di tempo) probabilmente le indicazioni del produttore ” di sottoporre a cottura prima del consumo” non erano sufficientemente chiare o visibili. Non è corretto incolpare le vittime di scarsa attenzione, o trasferire sul consumatore gli obblighi che la legge impone al produttore.
La dicitura di risanamento dovrebbe essere chiara a tutti, non solo agli addetti ai lavori, e soprattutto deve essere ben evidente, così come è evidente il nome del prodotto o il marchio.
Spero che questo scandalo alimentare, queste persone che sono morte e tutte le vittime della tossinfezione, siano uno stimolo a imporre per legge la visibilità e la comprensibilità delle informazioni sanitarie