Il vuoto a rendere per le bottiglie di acqua minerale è una delle soluzioni possibili in grado di incentivare il recupero degli imballaggi in plastica, vetro e alluminio. Dario Dongo su Great Italian Food Trade parla dell’esempio di successo che arriva dalla Lituania, dove il sistema di deposito con cauzione degli imballaggi è attivo dal 2016. Ne proponiamo qualche stralcio, per leggere l’articolo con tutti i dati clicca qui.
La Lituania è un piccolo paese baltico, membro dell’Unione Europea dal 2004, con una popolazione pari a circa i 3/4 dei residenti in Toscana (meno di 3 milioni di cittadini). A febbraio 2016 il governo lituano ha implementato un sistema di deposito con cauzione, di importo pari a 0,10 €. Per incentivare i consumatori a partecipare attivamente al riciclaggio degli imballaggi alimentari, mediante restituzione dei contenitori per bevande in vetro, plastica e metallo non ricaricabili (di capienza 0,1-3 litri).
I tassi di restituzione hanno superato ogni aspettativa, fino a raggiungere in due anni il 93% sulle lattine, l’82% sul vetro e il 92% sulle bottiglie di plastica in pet. Partendo da una situazione che per il pet rasentava il 34%. A fronte di una media UE del 42%, con picchi negativi inferiori al 30% nella vicina Finlandia, come nella ‘grande’ Francia.
La raccolta in Lituania segue un modello di ‘restituzione al dettaglio’. I negozi di dimensioni superiori a 300 metriquadrati e quelli nelle aree rurali ove si vendano bevande sono tenuti a ricevere i contenitori usati, gli altri ne hanno facoltà. A tal fine, gli esercenti sono stati dotati di Reverse Vending Machines (RVMs), chioschi dotati di connettività internet da collocare all’interno dei supermercati o installare all’esterno dei negozi. I consumatori ricevono il rimborso del deposito sotto forma di contanti o credito per la spesa.
I consumatori – ricorda la nota di Dario Dongo su Gift – hanno saputo cogliere l’impatto favorevole del nuovo sistema per la collettività e l’ambiente. Già alla fine del 2016, il 99,8% dei cittadini ne era a conoscenza e già nel primo anno, il tasso di raccolta complessivo dei contenitori per bevande è passato dal 33 al 74,3%, quasi venti punti oltre il target fissato da USAD (55%).
Per leggere l’articolo con tutti i dati di Dario Dongo su Great Italian Food Trade clicca qui.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
Meccanismi del genere sono in vigore in più paesi della UE.
In Germania da una dozzina d’anni c’è lo pfandsystem: per tutte le bottiglie e le lattine vendute per asporto si paga una cauzione (8 cent per la birra, 15 per l’acqua in vetro, 15 per le bottiglie di plastica, 25 per quelle monouso), che viene restituita alla riconsegna dell’imballaggio vuoto (oltre che negli appositi raccoglitori, negli esercizi commerciali, anche diversi da quello d’acquisto, purchè trattino la marca in questione).
Le macchinette raccoglitrici sono fornite di un lettore ottico che interpreta le codifiche stampate sulla bottiglia (che verrà, a seconda, macinata o accantonata per la riconsegna al produttore). Non funziona, quindi, sulle bottiglie importate.
E’ nata anche una …figura professionale (pfandsammler), che raccoglie lattine e bottiglie lasciate in giro (o messe nei cestini da turisti inconsapevoli). 40 bottigliette a 25 cent al pezzo fan pur sempre 10 EUR.
Anche in Olanda, Estonia (10 cent per qualsiasi contenitore), Danimarca (da 1 a 3 corone, da 13 a 40 cent di EUR), Croazia (0,5 HRK, 6 cent di EUR), Filnlandia (da 10 a 40 cent, a seconda del formato e del materiale) e probabilmente altrove funziona un sistema analogo.
In Canadala la cauzione è di $ 0,10 per i contenitori monouso o in vetro sotto 450 ml e di $ 0,20 su tutti i contenitori monouso oltre 450 ml (e si può riconsegnare anche in un esercizio che non tratti la marca in questione).
Si può fare.
Ricordo che tanti anni fa, inizi anni 60, anche in Italia c’era il “vuoto a rendere con cauzione” per le bottiglie di vetro per la birra, l’acqua minerale, il vino in bottiglioni, forse anche la coca cola, etc.. Noi eravamo già avanti. Poi è arrivata la plastica e le bottiglie di vetro diventarono “a perdere”. Ma noi abbiamo perso, proprio tanto.