Negli USA ritirati 252 prodotti alimentari negli ultimi 3 mesi, anche in Francia e Inghilterra sono decine, in Italia 4! Siamo i più bravi o i più fessi?
Negli USA ritirati 252 prodotti alimentari negli ultimi 3 mesi, anche in Francia e Inghilterra sono decine, in Italia 4! Siamo i più bravi o i più fessi?
Roberto La Pira 28 Novembre 2013Secondo l’indice ExpertRECALL™, pubblicato dalla FDA Enforcement, nel corso del terzo trimestre 2013 i prodotti alimentari ritirati dal mercato statunitense sono stati 252 e 136 le aziende coinvolte (-14% rispetto al trimestre precedente). Il numero di richiami è diminuito mentre il numero di prodotti ritirati ha subito un incremento notevole (7 milioni di pezzi) a causa di un grosso lotto composto da 2,5 milioni di confezioni e altri tre lotti da 500 mila unità circa.
Il principale motivo dei ritiri ha riguardato la presenza di allergeni (40% del totale), seguita da contaminazioni causate da agenti patogeni come Salmonella, Listeria, Campylobacter.
La situazione in Europa è molto diversificata: a fronte di oltre 700 segnalazioni registrate dal Sistema di allerta rapido europeo (Rasff) negli ultimi 3 mesi, le allerta vere sono state 132 (di cui 26 quelle italiane). Purtroppo i cittadini italiani hanno saputo poco di questi avvisi visto che il Ministero delle salute non diffonde regolarmente le notizie. Da agosto, secondo il sito ufficiale, sono stati ritirati 4 lotti di frutti di bosco, sono stati diramati tre avvisi per integratori venduti on line e un’allerta per la presenza di una specie di pesce palla tossico in Sicilia.
In Francia ci sono almeno cinque siti che si occupano di richiami, in Inghilterra l’agenzia per la sicurezza alimentare pubblica addirittura sulla prima pagina del sito un grande box con la lista dei prodotti richiamati ogni giorno. La stessa cosa succede in Lussemburgo e in Belgio.
All’estero le catene di supermercati diffondono le notizie dei ritiri sui loro siti con un certo risalto, da noi Auchan e Carrefour lo fanno in modo forse un troppo evidente, mentre altri come Coop, Conad ed Esselunga non hanno una sezione dedicata e rarissimamente diffondono queste comunicazioni, anche se i ritiri dei prodotti dagli scaffali (non sempre per motivi igienico sanitari) sono frequenti.
La realtà è che in Italia nessuno vuole informare i consumatori. Non è possibile che in tutto il mondo si richiamino quotidianamente prodotti alimentari e da noi quando succede è un evento eccezionale. Le possibilità sono due: o da noi le aziende non sbagliano mai e tutto procede alla perfezione oppure gli incidenti di percorso ci sono come avviene negli altri paesi, ma nessuno lo vuole fare sapere. Qualcosa non funziona.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Obbligherei ad esporre una bacheca di dimensioni considerevoli, quindi BEN EVIDENTE, all’entrata del luogo d’acquisto (supercmercato etc.), dove viene evidedenziato il prodotto ritirato, con le specifiche di lotto data di produzione etc, ed infine, molto importante, le ragioni del ritiro.
Saluti.
La conad, in caso di prodotti difettosi o non idonei, mette avvisi prima dell’entrata al supermercato,
“Qualcosa non funziona” se in Italia siamo più concentrati a sanzionare la pubblicità ingannevole rispetto al contenuto commestibile.
Penso che le nostre priorità dovrebbero essere rovesciate e impiegare le risorse istituzionali, prima ai controlli di sicurezza, poi agli ingredienti dichiarati ingannevoli e/o omessi, poi alla pubblicità ingannevole.
Piuttosto che alimentare guerre di religione contro produttori scrupolosi nella sicurezza per le loro scelte di ricetta (vedi sofismi come zuccheri della frutta concentrata, addensanti naturali,ecc…)meglio sarebbe riempire le pagine e le discussioni sui controlli di sicurezza, di filiera e di qualità.