Su richiesta dell’Office of Management and Budget (OMB), che dipende direttamente dalla Casa Bianca, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha posticipato di un anno l’applicazione della norma che obbligava i ristoranti a indicare la quantità di calorie dei piatti standard sui propri menu. La legge sarebbe dovuta entrare in vigore il 5 maggio. La FDA avvierà un nuovo periodo di consultazioni, per due mesi, e probabilmente rivedrà le modalità di applicazione della norma approvata nel 2010 già sottopposta a due rinvii.
Il posticipo dell’applicazione e la revisione erano stati richiesti non dalle associazioni dei ristoratori, che preferiscono una regolamentazione nazionale rispetto alle norme regionali, ma dalle catene di supermercati e pizzerie. La normativa non riguarda solo i ristoranti ma tutte le catene con più di venti negozi che vendono prodotti alimentari per il consumo immediato e quindi anche caffè, gelaterie e alcuni distributori automatici. La comunità delle pizzerie, guidata da Domino’s, ha chiesto il rinvio, perché le pizze hanno molte varianti e diventa sarebbe complesso indicare la quantità di calorie per ogni tipo. Analoghe obiezioni erano state sollevate dai supermercati, rappresentati dalla National Grocers Association, che aveva stimato in oltre un miliardo di dollari il costo per applicare la legge. L’associazione chiede anche una norma più flessibile e in grado di proteggere gli esercizi da denunce pretestuose.
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in sette anni di tempo dall’approvazione della norma, ancora si accampano motivi di rinvio? penso siano le solite scuse per evitare giudizi sui propri prodotti…
Totalmente inapplicabile come norma, fra consulenze e pubblicazione metterebbe sul lastrico i piccoli (che magari puntano sulla qualità) e avvantaggerebbe i grandi gruppi che possono permetterselo (che non sempre puntano sulla qualità della loro offerta).