Cinque uova intere e una rotta in un cartone da 6

Come facciamo a sapere se le uova utilizzate per preparare un alimento che acquistiamo al supermercato sono prodotte da galline allevate nel rispetto del benessere animale? Secondo il rapporto Eggtrack del 2022 nell’Unione Europea si allevano più di 375 milioni di galline ovaiole. Di queste solo il 55% si trova in allevamenti che utilizzano sistemi alternativi alle gabbie. Benché questa percentuale sia in crescita, rimane ancora consistente la quota di realtà che limitano le galline in spazi ristretti e in condizioni che non ne consentono il benessere.

Le normative europee si stanno muovendo verso la direzione dell’abolizione delle gabbie. Nel 2021 la Commissione Europea ha previsto, con una risposta risposta a all’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) “End the Cage Age“, l’abolizione di questa tipologia di allevamenti entro il 2027. Al riguardo è attesa entro il 2023 una proposta legislativa che andrà approvata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione. Eppure è sempre più difficile trovare sugli scaffali dei supermercati uova di galline allevate in gabbia, anche grazie alla crescente sensibilità dei consumatori (ne avevamo parlato in questo articolo sulle gabbie negli allevamenti).

Uova di gallina crude su sfondo a colori, vista dall'alto
Come capire il tipo di allevamento delle galline ovaiole?

Come riconoscere il tipo di allevamento 

La scelta di chi acquista è facilitata dal sistema di identificazione delle uova tramite codici stampati sulla confezione e sull’uovo stesso: quando al primo numero si trova uno 0 si tratta di quelle provenienti da agricoltura biologica, mentre l’1 indica l’allevamento all’aperto, il 2 quello a terra e il 3 quello in gabbia; il resto del codice ne identifica la provenienza e lo stabilimento di produzione.

Le uova però sono presenti sul mercato anche sotto forma di ingrediente negli alimenti trasformati: ripieni, maionese, pasta all’uovo, biscotti, merendine, dessert, gelati, prodotti pronti surgelati e ancora gli alimenti preparati nei reparti forno e gastronomia sono solo alcuni esempi dei numerosi articoli alimentari in cui è possibile trovarle. Le leggi che prevedono l’identificazione della provenienza delle uova non si estendono ancora ai prodotti che le contengono, rendendo difficile per il consumatore comprendere la tipologia di allevamento di origine, a meno che non sia il produttore a scegliere di dichiararlo in etichetta.

Il dubbio quindi è che le uova prodotte da galline allevate in gabbia arrivino comunque al consumatore proprio tramite questi alimenti. Per evitarlo, le possibilità sono di scegliere i prodotti che in etichetta indicano comunque la tipologia di allevamento, oppure quando possibile, optare per quelli in versione biologica. Inoltre diverse catene di supermercati hanno in atto delle politiche specifiche al riguardo, che comprendono limitazioni della presenza di uova provenienti da allevamento in gabbia sia negli scaffali, sia nei prodotti trasformati dei propri marchi.

Come si comportano i supermercati?

Per esempio, Coop scrive che “dal 2003 le galline ovaiole delle filiere di uova a marchio Coop vengono allevate esclusivamente a terra o in allevamenti biologici dove possono razzolare e muoversi liberamente. Nel 2019 Coop ha esteso il requisito delle galline allevate a terra anche su tutti i prodotti industriali Coop. Tutti gli ovoprodotti utilizzati come ingrediente nei prodotti a marchio Coop da maggio 2019 sono da galline non allevate in gabbia. Nel 2010 abbiamo deciso di vendere solo uova provenienti da galline allevate a terra, estendendo a tutto l’assortimento delle uova in vendita quanto già fatto per le uova a marchio Coop”. Inoltre, “per le produzioni interne ai punti vendita, utilizziamo solo quelle di galline allevate a terra.”

Biscotti ripieni di marmellata su un vassoio di legno
Sulle confezioni a volte si trova l’indicazione del tipo di allevamento

Anche Esselunga specifica che “tutte le uova vendute nei nostri negozi sono di origine italiana e provengono da galline allevate a terra e, inoltre, l’83% dei prodotti a marchio Esselunga utilizza uova da galline allevate a terra, con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2025. Per quanto riguarda l’indicazione in etichetta, sull’83% dei prodotti per i quali viene garantito l’utilizzo esclusivo di uova da galline allevate a terra l’informazione è riportata negli ingredienti presenti in etichetta. Questi prodotti coprono tutte le merceologie, dalla pasta all’uovo fresca e secca, ai prodotti da forno, merende, biscotti, maionese, albumi pronti, gelati e prodotti da ricorrenza. In aggiunta alla tipologia di allevamento, per i prodotti per i quali è stato possibile garantire l’esclusiva origine italiana delle uova, si trova in etichetta anche l’indicazione sull’origine”.

Aldi

Aldi dichiara che “l’assortimento di ALDI non prevede l’impiego di uova in gabbia, né per la vendita né per la realizzazione di prodotti trasformati. Tutte le uova fresche provengono da galline allevate a terra, all’aperto o in allevamenti biologici. Per quanto riguarda i prodotti derivati, il 100% delle nostre paste fresche e secche all’uovo, nonché la nostra maionese, i biscotti e i dessert proposti in assortimento sono prodotti esclusivamente con uova da allevamenti a terra/all’aperto, come chiaramente indicato in etichetta.

Attualmente, le politiche di acquisto di ALDI prevedono che tutte le uova fresche in assortimento e tutti i nostri prodotti in private label contenenti uova, provengano da allevamenti biologici, da allevamenti a terra o all’aperto o comunque solo ed esclusivamente da allevamenti non in gabbia. Si impegna inoltre a lavorare sulle uova in guscio e sui prodotti private label nazionali contenenti uova per l’eliminazione dei sistemi combinati entro la fine del 2026”.

Il Gruppo Selex

Fabio Sordi, direttore commerciale del gruppo Selex, ci spiega la loro politica. “Per quanto riguarda i prodotti delle marche del distributore del Gruppo Selex, già da oggi, siamo orgogliosi di utilizzare uova 100% provenienti da galline allevate a terra, sia nella loro forma integrale che come ingrediente nei nostri prodotti. Pertanto, quando sui nostri prodotti a marchio del distributore è indicato l’uso di ‘uova’ o ‘prodotti a base di uova’ negli ingredienti, ciò deve essere inteso come proveniente da allevamento a terra. È nei nostri obiettivi, entro il 2024, estendere l’esclusività di uova tal quali provenienti da galline allevate a terra anche alle marche industriali, ma lo faremo con gradualità. Vogliamo che i produttori abbiano il tempo di adeguarsi senza mettere a rischio la loro sostenibilità economica. Crediamo che questa sia una mossa positiva sia per il nostro business che per l’ambiente”.

La politica di Lidl

Anche Eduardo Tursi, Amministratore Delegato Acquisti e Marketing Lidl Italia, dichiara che “già dal 2019 abbiamo eliminato dal nostro assortimento le uova provenienti da allevamenti in gabbia. Oggi, infatti, tutte le uova fresche e quelle contenute nei nostri prodotti a marchio proprio sono provenienti da allevamenti a terra, all’aperto o biologici. Inoltre, commercializziamo uova provenienti da allevamenti italiani e privilegiamo l’origine italiana delle uova contenute nelle nostre referenze, una scelta che ci consente di ridurre anche il trasporto a vantaggio dell’ambiente e della freschezza del prodotto.

Oggi, quindi, tutte le nostre referenze, tra cui ad esempio la pasta all’uovo, fresca e secca, o i prodotti da ricorrenza, sono realizzate in linea con questa politica. Tra queste, inoltre, ci preme ricordare le uova “Buonovo” 100% italiane: gli animali da cui queste uova provengono sono allevati in uno spazio maggiore rispetto alla norma, controllati regolarmente a fronte di uno specifico standard di benessere, nutriti senza OGM e, per finire, i pulcini maschi vengono salvaguardati alla nascita e accresciuti come galletti da carne e capponi. Inoltre la provenienza delle uova è sempre riportata sull’etichetta di ciascun prodotto, sia che si tratti di uova a guscio, ovoprodotti o prodotti derivati.”

Uomo prepara impasto per pane o pizza su un tavolo infarinato
A casa è più facile controllare gli ingredienti

Anche Conad è virtuosa

Infine, Conad scrive: “a partire dalla primavera 2018 in tutta la rete dei nostri punti vendita, abbiamo eliminato le uova da allevamento in gabbia dall’assortimento della nostra marca commerciale. Per poi intervenire l’anno successivo in modo analogo anche sull’assortimento delle uova a marchio del produttore. Stiamo lavorando anche per incrementare l’utilizzo di uova provenienti da galline allevate a terra nelle linee di prodotto MDD in cui l’uovo rappresenta l’ingrediente predominante della preparazione, come paste fresche e secche all’uovo a marchio Conad e Sapori&Dintorni Conad e piatti pronti surgelati Conad. Entro il 2024 tutte le quelle utilizzate negli ovoprodotti della nostra marca del distributore proverranno da allevamenti 100% cage free. Si tratta di un obiettivo ormai quasi traguardato con il raggiungimento ad oggi della quota 97%”.

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Guido
Guido
28 Ottobre 2023 11:51

Ottimo articolo nel quale sono presenti tutte le informazioni necessarie per poter fare un buon acquisto di uova nei vari supermercati. E’ sempre bene essere informati e sapere cosa stiamo comperando. Per le uova, nella fattispecie, il classico “ZERO” stampato sul guscio dell’uovo è tranquillizzante sapendo che quello è il migliore…. ma per saperlo, non possiamo fidarci delle etichette sempre pronte a “distrarci” con ingredienti fantasiosi, fuorvianti e che attirano all’acquisto per i colori sgargianti che attirano la nostra attenzione. Orbene, ritornando alle uova, perché IL CODICE STAMPATO SUI GUSCI (ALL’INTERNO DELLA CONFEZIONE) NON VIENE RIPORTATO, ALMENO I PRIMI TRE CARATTERI, ANCHE SULLA CONFEZIONE??? Non posso certo aprirla per controllarlo….. sarebbe un’ottima iniziativa ed informativa per l’acquirente.