“Uliveto e Rocchetta acque della salute” è uno slogan che da 10 anni viene utilizzato per pubblicizzare due acque minerali molto famose in Italia. Buona parte dei consumatori conosce questa frase che dà quel tocco di fascino al prodotto, tanto da essere ripetuta costantemente negli spot televisivi, in quelli radiofonici e anche sulle pagine dei giornali.
Per supportare lo slogan di “acque della salute” Uliveto e Rocchetta sono spalleggiate anche da alcune associazioni di medici che, a fronte di un adeguato compenso, firmano insieme la pubblicità per accentuare la parvenza salutistica. Tutto ciò ha il sapore della presa in giro: questa è l’amara constatazione che il cronista ha il dovere di evidenziare.
La frase “le acque della salute” è ingannevole. Lo ha scritto in una sentenza il Giurì nel 2004 . Il testo diceva chiaramente che non è corretto usare la frase “le acque della salute” nei messaggi pubbicitari di Uliveto e Rocchetta perché si attribuisce alle minerali un requisito inesistente di superiorità rispetto alle altre marche.
Forse i distratti manager che si occupano della pubblicità di Rocchetta e Uliveto hanno dimenticato questa sentenza, e hanno continuato ad utilizzare il fortunato slogan con una piccola modifica. Adesso propongono la frase “acque della salute“ omettendo l’articolo “le”.
Il Fatto Alimentare ha inviato ieri una richiesta di censura al Comitato di controllo del Giurì dell’Autodisciplina pubblicitaria, ricordando che da anni Uliveto e Rocchetta continuano a usare lo slogan censurato nel lontano 2004, prendendo in giro milioni di consumatori . “Il giudizio è in corso”, ci ha risposto il Comitato di controllo, dicendo che non siamo i soli ad avere segnalato questa anomalia.
Ma i problemi per Uliveto e Rocchetta non sono finiti. Altroconsumo ha inviato un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per le frasi riportate nella pubblicità che fanno riferimento alla prevenzione di alcune malattie (calcolosi e osteoporosi) e ai reni puliti. Secondo la rivista sono in contrasto con la legge che proibisce alle acque minerali di vantare effetti preventivi per la salute. L’aspetto “curioso” della vicenda è che a distanza di poco tempo dalla segnalazione di Altroconsumo, la pubblicità sui giornali è cambiata. Probabilmente si tratta di una decisione adottata in previsione di una presa di posizione da parte dell’Antitrust contro i messaggi ingannevoli.
Dopo il primo passo indietro di Uliveto e Rocchetta ci aspettiamo l’abbandono anche dello slogan “acque della salute”. Purtroppo queste decisioni non verranno comunicate in modo adeguato a decine di milioni di cittadini presi in giro da centinaia di spot e di messaggi pubblicitari.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Spiace dirlo ma a mio avviso il problema non sta solo nel fatto che le aziende pur di vendere usino slogan e pubblicità che cadono nell’inganno, ma, peggio ancora, è l’ignoranza di chi ascolta e crede in tali messaggi pubblicitari ed “ignora” la presenza di tali sentenze o anche di articoli informativi come il vostro.
Trovare sui media, articoli , servizi tv o radiofonici che parlano o presentano le pubblicità ingannevoli è molto difficile .