![Mano prende una fetta di pizza farcita da un cartone per asporto o consegna a domicilio](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/06/Fotolia_97665417_Subscription_Monthly_M.jpg)
![cibo a domicilio](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/06/Fotolia_96378623_Subscription_Monthly_M-300x200.jpg)
Uber, l’azienda con sede a San Francisco che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’app telefonica, mettendo in collegamento diretto passeggeri e autisti privati e che ha provocato la rivolta dei tassisti tradizionali, punta ad espandere le sue attività nel settore alimentare. Oltre al servizio taxi per il trasporto delle persone ha avviato la consegna a domicilio della spesa fatta al supermercato e anche dei pasti ordinati al ristorante.
Negli Stati Uniti, il colosso della grande distribuzione Walmart a Phoenix (Arizona) ha deciso di sperimentare la consegna a domicilio della spesa affidando il servizio a Uber mentre a Denver (Colorado) ha scelto Lyft, un’altra compagnia che noleggia auto con conducente. L’obiettivo è competere con i servizi di Amazon e altre società simili del settore dell’e-commerce. I clienti potranno ordinare la spesa online e un addetto di Walmart chiamerà Uber o Lyft per la consegna immediata a casa. Il costo è di 7-10 dollari, come per la tradizionale consegna a domicilio, da fare in fasce orarie prestabilite.
![food delivery alimenti domicilio](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/06/Fotolia_89982718_Subscription_Monthly_M-300x195.jpg)
In Gran Bretagna, invece, Uber sta per sbarcare con un servizio di consegna a casa o in ufficio del pasto ordinato al ristorante, come già avviene con successo in tredici città del Nord America, oltre che a Singapore, Parigi e Melbourne. In Gran Bretagna, il servizio, denominato UberEats, verrà inaugurato a Londra, dove Uber sta reclutando persone dotate di bicicletta o scooter.