Il governo portoghese ha presentato la proposta di bilancio per il 2018, inserendo una tassa sul sale in alcuni alimenti, come snack salati, patatine fritte, corn flakes, crackers e biscotti. La proposta prevede un’imposta di 0,80 euro al chilo per i prodotti che contengono più di un grammo di sale ogni 100 grammi.
La tassa proposta, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo luglio, è motivata dal governo con la volontà di promuovere la salute e prevenire le malattie, e a questo fine saranno investiti i proventi che ne deriveranno, stimati in 30 milioni di euro.
Intanto, il governo ha concluso un accordo con i produttori di pane, che s’impegnano a ridurre il contenuto di sale da 1,4 a 1,3 grammi per chilo a partire dal 2018. Seguiranno ulteriori riduzioni, sino ad arrivare a un grammo per chilo nel 2021. Quest’obiettivo finale è anticipato alla fine del 2018 per il pane fornito alle scuole statali.
Secondo i dati riportati dalla stampa locale, in Portogallo il consumo medio di sale giornaliero è di 7,3 grammi per persona, ben oltre i 5 grammi raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), mentre gli italiani ne consumano quasi il doppio: 9,5g gli uomini e 7,4 le donne.
Se approvata, la tassa sui cibi con troppo sale sarà il secondo intervento fiscale del governo portoghese in campo alimentare, per tutelare la salute. Infatti, all’inizio di quest’anno è stata decisa una tassa sulle bevande zuccherate, che dovrebbe far entrare nelle casse dello Stato circa 80 milioni di euro: 0,15 euro per le bevande che contengono fino a 80 grammi di zucchero per litro, 0,30 per quelle che ne contengono di più. Aumenteranno anche le tasse sugli alcolici: dell’1,5% sulla birra e dell’1,4% su spumanti e superalcolici.
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