Lupini in due ciotoline come aperitivo, accanto a due boccali di birra

Catino pieno di lupini in esposizione tipo mercato, con altri prodotti in salamoia a fianco; Concept: allergeniUna lettrice ci segnala la comparsa progressiva dell’indicazione della possibile presenza di tracce di nuovi allergeni su prodotti da forno industriali a marchio del distributore. A una precedente dicitura, che segnalava la soia, si sono infatti aggiunte, in un primo momento, la senape (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo) e, più recentemente, anche i lupini. Di seguito pubblichiamo le risposte di Coop e Conad (rispetto a cui la lettrice ha verificato personalmente l’etichettatura in questione). Le catene citate sottolineano il valore positivo di un’etichettatura molto accurata, che applica il principio della massima cautela per meglio tutelare la sicurezza dei consumatori allergici.

Ho notato che alcuni marchi di prodotti da forno industriali, dopo essere stati riconfezionati con la scritta “può contenere senape” (per la pratica agricola del sovescio), adesso hanno anche aggiunto la voce “lupini”. Ho verificato la cosa su alcune referenze a brand Conad e Coop, ma la questione mi è stata segnalata anche riguardo ad altri marchi. Prodotti che fino a pochi mesi fa potevano avere solo tracce di “soia” e poi “soia e senape”, adesso riportano “soia, senape e lupini”. Non mi pare però che gli stessi marchi vendano prodotti che hanno i lupini tra gli ingredienti. Mi chiedo: le farine usate sono adesso contaminate pure dai lupini oltre che dalla senape? Da consumatrice allergica, e attenta in generale al mondo degli allergici, mi sembra che la situazione per chi ha problemi in quest’ambito vada peggiorando, con limiti sempre più ampi al momento degli acquisti. Cosa potete dirmi in merito? Ho provato a contattare i singoli marchi senza ottenere riscontro.
Valentina
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L’obiettivo di fondo è garantire alle persone allergiche un prodotto sicuro, con un’etichettatura molto accurata

La risposta di Coop. Il problema segnalato dalla cliente non nasce dalla presenza degli allergeni come ingredienti in altre produzioni fatte nello stesso stabilimento e quindi per carenze nelle buone pratiche igieniche. Deriva invece dalle materie prime cerealicole utilizzate che, a partire dal campo di raccolta fino allo stoccaggio e al trasporto, possono venire a contatto con diversi allergeni (senape, lupino e soia). Il tema è molto delicato e comprendiamo benissimo le difficoltà delle persone allergiche. Purtroppo, l’assenza di limiti definiti (a eccezione di glutine e solfiti) rende molto difficile per i produttori, nonostante l’impegno e le procedure attuate, escludere contaminazioni accidentali anche a livelli molto ridotti. Aggiungiamo che i metodi di analisi sono oggi sempre più accurati e la norma decisamente stringente obbliga a riportare quella presenza in tracce in etichetta, anche qualora si riscontrino tracce minime. Potrebbe sembrare un eccesso di zelo, ma l’obiettivo di fondo è quello di garantire alle persone allergiche un prodotto sicuro, con un’etichettatura molto accurata.

La risposta di Conad. Non produciamo direttamente i nostri prodotti a marchio, ma lo facciamo attraverso aziende specializzate per le varie categorie merceologiche. La possibile contaminazione di materie prime che compongono i prodotti alimentari in genere è legata a vari aspetti, tra cui le rotazioni in produzione agricola con più colture e la lavorazione da parte delle linee di produzione degli stabilimenti di materie prime differenti. Conad segue il principio di massima cautela, dichiarando ogni possibile contaminazione sulla base di quanto segnalato dalla produzione e rilevato nei controlli, al fine di tutelare la sicurezza di consumatori sensibili ad alcuni allergeni.

© Riproduzione riservata; Foto: Depositphotos, AdobeStock

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