calamari

Tutte le specie ittiche in commercio devono riportare in etichetta una denominazione obbligatoria in lingua italiana. Pubblichiamo di seguito i dubbi di una lettrice rispetto a quest’informazione su un prodotto acquistato con la risposta di Valentina Tepedino, medico veterinario esperta del settore.

Ho acquistato una busta di calamari con dicitura in etichetta: CALAMARO INDOP.U/3 IQF BUSTA, una volta aperta però i calamari avevano l’aspetto dei totani. Sempre in etichetta la specie indicata è Berryteuthis magister che a una prima ricerca viene definito come squid (quindi calamaro). Nel sito www.ducamar.com che specifica le varie denominazioni della specie nei diversi paesi, per l’Italia dà “totano”. Il prodotto si presenta sporco e dal codice EAN si deduce che l’azienda che vende il prodotto effettua un riconfezionamento. Quello che vorrei chiedere è se risulta corretta la vendita di tale specie con la denominazione di Calamaro. Inoltre effettuando un’ulteriore ricerca ho notato che la specie non compare nella lista delle specie ittiche di interesse commerciale pubblicato nel 2017. Marta

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Il Berryteuthis magister stando alla sistematica di specie (fonte FAO) questa è riferibile alla “categoria” dei totani e non dei calamari

Di seguito la risposta di Valentina Tepedino.

La specie Berryteuthis magister fa parte della famiglia Gonatidae e in questo momento quest’ultimo non è compreso nell’elenco delle denominazioni obbligatorie in lingua italiana. Questo significa che, a meno che  che ci sia in essere una denominazione provvisoria già richiesta dalle aziende importatrici di questo prodotto o dagli organi di controllo ufficiali, questa specie non potrebbe essere commercializzata sul mercato italiano. Difatti tutte le specie ittiche in commercio devono avere una denominazione obbligatoria in lingua italiana (anche pubblicata in gazzetta ufficiale ad aggiornamento dell’allegato in essere). In attesa di questa pubblicazione ufficiale ci sono poi specie ittiche che vengono commercializzate con una denominazione provvisoria che comunque viene registrata al Mipaaf ma che è visibile solo a quest’ultimo e al richiedente e questo sicuramente rende complicato per un consumatore o per un referente aziendale o altro di riuscire a capire se il prodotto che acquista può regolarmente circolare sul mercato. Sicuramente la Guardia Costiera può indagare in merito ma sarebbe meglio, più pratico e più rapido per il futuro avere delle alternative differenti in modo che sia più semplice per tutti comprendere se vendere una specie ittica “nuova” è o meno regolare sul mercato.

Tornando alla questione relativa alla corretta definizione del Berryteuthis magister stando alla sistematica di specie (fonte FAO) questa è riferibile alla “categoria” dei totani e non dei calamari. Dunque anche vista l’origine del Berryteuthis magister che è del Pacifico settentrionale si potrebbe denominare “totano del pacifico” per differenziarlo dal totano (nostrano) come denominazione, anche se poi è comunque obbligatorio specificare in etichetta l’origine del prodotto.

Dunque in conclusione la denominazione di “calamari” riportata sull’etichetta della confezione che io non ho visto ma che vi ha indicato la vostra lettrice sembrerebbe non conforme alla normativa e alla sistematica. Di conseguenza non cambia nulla che la dicitura completa fosse “calamari indopacifici”. Inoltre, come ho precedentemente spiegato, va verificato anche se esiste ad oggi una denominazione almeno provvisoria per questa specie per verificarne la commercializzazione in senso generale.

Valentina Tepedino, Medico Veterinario, referente nazionale della Società di Medicina Veterinaria Preventiva. Direttrice di Eurofishmarket e autrice del Blog “Informare per non abboccare

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