Su tutte le lattine Mareblu prodotte dal 1 gennaio 2011 ci sono due nuove importanti informazioni sulla specie di tonno e sulla zona in cui è stato pescato (forse le campagne di stampo ecologista a favore della sostenibilità della pesca cominciano a dare qualche frutto).
Ilfattoalimentare.it ha seguito con attenzione l’impegno di Greenpeace diretto a una maggiore trasparenza dell’etichetta, per consentire al consumatore una scelta consapevole e per spingere i produttori di tonno ad adottare criteri di pesca rispettosi della specie.
Mareblu, società del gruppo MWBrands, è la terza marca nel mercato italiano delle conserve ittiche, annuncia una nuova iniziativa caratterizzata dall’attenzione per le problematiche ambientali. In effetti, già nel rapporto Tonno in trappola redatto da Greenpeace, dove gran parte delle aziende produttrici uscivano con le ossa rotte, per scarsezza di informazione e mancata adozione di criteri di approvvigionamento sostenibili, Mareblu era tra i pochi marchi (insieme a Coop e ASdoMAR) a ottenere un risultato accettabile.
Le informazioni sulla nuova lattina “trasparente” non saranno criptate in codici e sigle di difficile interpretazione per il consumatore, ma si troveranno scritte per esteso. E si aggiungeranno a quelle già presenti: data di scadenza, stabilimento, lotto di produzione e barca che ha effettuato la battuta di pesca. Da gennaio, quindi, il tonno Mareblu sarà totalmente tracciabile.
La varietà utilizzata è la pinna gialla, pescata secondo gli standard dettati dalle organizzazioni internazionali di tutela delle specie marine. I tonni sono lavorati direttamente nelle zone di pesca, nello stabilimento con sede nelle isole Seychelles.
L’innovazione è l’ultima di una serie di iniziative del marchio Mareblu a favore della pesca sostenibile. Il gruppo MWBrands è socio fondatore della fondazione Issf – International Seafood Sustaniability Foundation -un’organizzazione indipendente non governativa che riunisce ricerca scientifica, associazioni ambientaliste e aziende del tonno per elaborare un piano strategico per una gestione responsabile delle risorse degli oceani.
Mariateresa Truncellito
foto: Photos.com
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