Che tipo di messaggio passa attraverso TikTok, uno dei social più amati del momento, quando si parla di cibo e alimentazione sana? La domanda è importante, vista la quantità di persone che si informano quasi esclusivamente attraverso questi canali e il miliardo di utenti attivi su TikTok. Per rispondere, i nutrizionisti del Baylor College di Houston in Texas, hanno analizzato i primi 200 video che comparivano con l’hashtag #mediterraneandiet nel mese di agosto del 2021, attribuendo a ciascuno un punteggio considerando 62 parametri relativi a quattro grandi categorie: presenza di credenziali dedicata all’account, statistiche di engagement, caratteristiche del video e contenuti specificamente legati alla Dieta mediterranea.
Come gli autori hanno poi riferito al meeting annuale dell’American Society for Nutrition intitolato appunto Nutrition 2022 che si è svolto tra il 14 e il 16 giugno 2022 online, i risultati hanno aperto uno squarcio su una realtà preoccupante: la qualità è spesso discutibile, le fonti sono oscure e poi perché sotto la denominazione ‘Dieta mediterranea’ si fa rientrare di tutto.
I post sono stati suddivisi in due grandi gruppi: quelli che facevano esplicito riferimento alla salute (il 78% circa) e quelli dedicati alla storia e alla cultura di questo tipo di alimentazione (circa il 20%). Purtroppo, però, il 69% parlava di alimenti che non appartengono affatto alla dieta mediterranea, né a qualunque tipo di alimentazione che voglia essere incentrata sui benefici per la salute, tra i quali le carni rosse, i carboidrati raffinati, i dolci e gli alimenti processati. Un esempio? Il döner kebab o il pita gyros con agnello che, pur essendo ormai popolari in tutto il mondo, non sono allineati alla dieta mediterranea.
Tra i post esplicitamente rivolti alla salute – soprattutto cardiovascolare – le lacune sono emerse ancora prima di valutare i contenuti, perché meno di uno su dieci (il 9%) dava una definizione chiara di Dieta mediterranea: un presupposto senza il quale si possono associare a questo nome regimi alimentari anche diversissimi e non necessariamente benefici.
In generale è emerso che questi post erano anche quelli più dettagliati, ma solo la metà (il 53%) riportava credenziali medico-sanitarie nelle informazioni dell’account. Tuttavia anche questi ultimi menzionavano le proprie credenziali in meno di un post su due: una negligenza che rende difficile, per gli utenti, comprendere se ciò che viene detto ha un qualche fondamento scientifico o meno (sotto si può vedere un post che al contrario riporta le credenziali dell’autrice nel video). “Questo aspetto è importante – commentano gli autori – e chiunque cerchi notizie sulla salute dovrebbe innanzitutto verificare se la fonte è attendibile e accreditata. Inoltre, l’utente dovrebbe sempre chiedere conferma al proprio medico o nutrizionista in caso abbia qualche dubbio sui contenuti visti online.
@kiwellnutrition Mediterranean diet sheet pan meal prep. #recipe #dietitian #mediterraneandiet #mealprep #diet #healthy #plantbased #whatieat #viral #healthycooking
Il caso della Dieta mediterranea, hanno spiegato gli autori, è particolarmente utile per capire quante informazioni errate vi siano sui social. Anche se esistono definizioni ufficiali e alimenti che ne fanno parte, ci sono anche molte ‘interpretazioni’, a seconda dei paesi, e molte contaminazioni dovute alla presenza di alimenti industriali. Ma dove c’è confusione c’è anche ampio spazio per ulteriori deviazioni e, di conseguenza, per messaggi sbagliati, veicolati dai social senza che l’utente ne abbia contezza.
Come se ne esce? Nello specifico, continuando a diffondere i principi fondamentali di questa dieta, basata su verdure e frutta fresche, cereali non raffinati, pesci e carni bianche (senza esagerare), olio extravergine di oliva, latte e derivati magri (in quantità moderate), frutta secca, legumi, con pochissimi zuccheri raffinati, carni rosse e grassi saturi. Più in generale, utilizzando in modo intelligente i social media, e non rifiutandoli a priori. È necessario affiancare la comunicazione tradizionale a nuove forme, che arrivino agli utenti quanto quelle social più amate, contrastando le fake news sul loro stesso terreno, e fornendo alternative che risultino preferibili a esse perché chiare, affidabili e vere. Contemporaneamente, bisogna continuare a fornire gli strumenti per navigare, cioè non stancarsi di spiegare che cosa bisogna controllare (le fonti) e perché è importante farlo.
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Giornalista scientifica
Cantava Battisti: “Come può uno scoglio, arginare il mare…”
TikTok è il mare che andrebbe arginato come è giustamente riportato in fondo all’articolo, ossia con la sensibilizzazione sul controllo delle fonti e far capire che non tutto quello che c’è in rete è vero e affidabile.
Sfida ardua, basti vedere (per cambiare argomento) quante “verità” su Covid e vaccini sono emerse in rete negli ultimi due anni e a quanti ci hanno creduto…
Ho una certa familiarità riguardo a una piccola isola del Dodecanneso e una certa conoscenza e stima della cucina greca.
Per questo spero correggerete un malinteso presente nell’articolo, riguardo al pita gyros che fa veramente parte della dieta mediterranea a pieno titolo, sono disposto a fare l’avvocato difensore di fronte a fonti contrarie, da specificare meglio.
Sulla filosofia con cui affrontare i social di vecchia e nuova generazione mi sembra che ci avvitiamo assai, in un mondo dell’informazione in cui la pubblicità e la propaganda sopravanzano e schiacciano l’INFORMAZIONE.
Gli autori dello studio citano il pita gyros con agnello come esempio di confusione tra alimenti della dieta mediterranea e piatti tipici delle culture mediterranee, che a seconda degli ingredienti possono non allinearsi alla dieta mediterranea. Possiamo supporre che in questo caso la ragione sia il fatto che i piatti portati ad esempio erano a base di agnello, che è considerato carne rosse, e dunque da consumare con moderazione nella dieta mediterranea.
Grazie per la risposta, non c’è nessuna confusione ma pregiudizio verso un cibo che i locali usano già con moderazione all’interno di una dieta ( mediterranea ) povera e sobria. Nel nostro immaginario si mangia Gyros o anche kebab a colazione pranzo cena in abbondanza ( leggo di razioni da 300 gr.di carne fantascientifici )……….
In queste proporzioni fa male qualsiasi cibo, fin qui credo siamo d’accordo.
Ma prendiamo ad esempio lo stile di vita di un sedentario che non ha nemmeno mezz’ora per prendere il sole oppure un contadino o pastore che lavora attivamente tutto il giorno…..possiamo fare delle regole condivise valide per tutti?
A me risulta poi anche che pitagyros ( e souvlaki di fattura assai simile ) è un termine generico come anche per doner kebab, e se parliamo di valori numerici nutrizionali ci sono versioni assolutamente compatibili anche per consumi più frequenti, i negozi etnici purtroppo molto spesso sono la nostra pessima versione consumistica di realtà assai più virtuose che non è corretto accomunare.
Buongiorno. Avendo più di 60 anni, della dieta meditarranea non ne ho sentito parlare se non a circa 20 anni. Mi risulta che sia una elaborazione di un americano in base a sue riflessioni sull’obesità americana.
O le cose non stanno così?
grazie
La Dieta mediterranea è stata codificata negli anni ’60 dal fisiologo americano Ancel Keys sulla base delle abitudini alimentari della Grecia e dell’Italia meridionale di quel periodo, che sono state poi associate alla longevità e a tassi ridotti di morbilità e mortalità per malattie coronariche, tumori e altre malattie croniche legate all’alimentazione.
Per capire la dieta mediterranea basta soltanto leggere il libro di Ancel Keys