Due cucchiaini di legno con sale fine e sale grosso

La sostituzione del sale classico, costituito da cloruro di sodio, con un sale iposodico, nel quale parte del sodio è rimpiazzato dal potassio, previene le recidive dell’ictus in chi ne è già stato vittima, e abbassa la mortalità dovuta a questa patologia. Lo dimostrano i risultati appena pubblicati su JAMA dai cardiologi e i ricercatori di diverse università cinesi, in collaborazione con esperti australiani e di altri Paesi. Insieme, questi esperti stanno portando avanti, da alcuni anni, una grande indagine di popolazione chiamata Salt Substitute and Stroke Study (SSaSS).

Dieci anni di indagini

Lo studio SSaSS è stato avviato nel 2014, e ha coinvolto poco meno di 21.000 persone residenti in circa 600 villaggi della Cina rurale, dove la cucina tradizionale prevede l’aggiunta di quantità molto elevate di sale. L’età minima era di 60 anni, quasi il 90% dei partecipanti aveva un’ipertensione, e più del 70% aveva già avuto un primo ictus. Tutti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha continuato a cucinare come sempre, mentre l’altro ha utilizzato un sale iposodico, con il 25% di cloruro di potassio, fornito gratuitamente in quantità sufficienti agli impieghi in cucina (preparazione e conservazione degli alimenti), per una media di circa 20 grammi a testa al giorno. Quindi, tutti sono stati seguiti per almeno cinque anni, per verificare l’eventuale differenza nell’incidenza di malattie cerebrovascolari sia per i primi eventi che per le recidive, e per studiare la mortalità riconducibile a queste cause.

Il risultato ha mostrato chiaramente i benefici del sale iposodico: tra chi ne aveva fatto uso, si è registrata una diminuzione delle recidive degli ictus del 14%, e una della mortalità specifica del 12% rispetto a quanto osservato nel gruppo di controllo. Effetti analoghi, anche come entità, si erano visti con gli eventi cardiovascolari gravi, secondo dati pubblicati nel 2021.

Anche in questo caso, come nei dati elaborati in precedenza, non si sono registrate tossicità legate al sale iposodico, che quindi si conferma essere uno strumento efficace e sicuro per cercare di tenere sotto controllo la pressione e le patologie associate.

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Promuovere l’impiego dei sali iposodici potrebbe quindi avere effetti molto rilevanti

Una “terapia” economica e disponibile per chiunque

Come hanno fatto notare gli autori, il sale iposodico è anche molto economico. In Cina costa l’equivalente di 1,6 dollari al chilo, contro poco più di un dollaro del sale normale. L’aumento non è di poco conto, ma poiché un chilo di sale, in media, dura diverse settimane, si tratta di una spesa che chiunque può affrontare, e di certo molto inferiore a quella di qualunque farmaco per tenere sotto controllo la pressione, o per prevenire le recidive dell’ictus.

Per questo bisognerebbe incentivarne l’impiego non solo in Cina. Secondo le stime, nel mondo ogni anno non meno di 13 milioni di persone vengono colpite da un ictus, che le lascia invalide in modo più o meno grave, ma sempre bisognose di cure e riabilitazioni. Altri 5,5 milioni ne muoiono, al punto che l’ictus è la seconda causa di disabilità e decesso tra gli adulti. Al tempo stesso, grazie alle abitudini alimentari scorrete, l’ipertensione, che è una delle principali cause dell’ictus, è estremamente diffusa.

Promuovere l’impiego dei sali iposodici potrebbe quindi avere effetti molto rilevanti, e contribuire a evitare migliaia di casi di infarti, ictus e malattie spesso gravi dovute all’ipertensione. I produttori e i rivenditori – concludono i ricercatori – dovrebbero fare molto di più per ampliare la diffusione di questi sali, e i governi dovrebbero mettere in campo tutte le iniziative necessarie per promuoverne l’uso nella popolazione, a partire da quella più a rischio per poi arrivare anche a tutti gli altri, almeno fino a quando il consumo medio di sale non sarà entro i limiti consigliati (oggi è sempre più alto, spesso doppio).

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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