test miele a bon entendeur

La possibile presenza di pesticidi nel cibo è fonte di grande preoccupazione per molti consumatori. E questo timore non risparmia di certo il miele, considerando che le api raccolgono tanto il nettare nei fiori spontanei di un parco, quanto in quelli di una coltura intensiva. Per cercare di capire quanto questa paura sia fondata, i giornalisti del programma svizzero À Bon Entendeur hanno portato in laboratorio 18 vasetti di miele di fiori, origine e produzione diversa.

Per il test sono stati presi in considerazione vasetti di miele biologico e convenzionale acquistati in supermercati, botteghe e negozi specializzati nel bio (compresa la catena Bio C’ Bon presente anche in Italia). Il miele analizzato era prevalentemente di origine europea, Italia compresa, e solo un campione biologico era di provenienza extra-Ue (Brasile). Tutti i campioni di miele sono stati sottoposti ad analisi per individuare residui di più di 400 pesticidi fino a 0,01 mg per kg di prodotto. I risultati sono molto incoraggianti: in nessuno dei barattoli testati sono presenti tracce rilevabili di pesticidi. Né l’origine, né il tipo di produzione hanno influito sulla presenza, o meglio l’assenza, di pesticidi. 

test miele svizzero
I sei vasetti di miele biologico esaminati dal test

Il prezzo, invece, è particolarmente influenzato dall’origine del miele, più che dal tipo di produzione: infatti, il miele più economico del test (Naturaplan da 12,20 €/kg), è bulgaro ed è anche bio, ed è venduto da Coop. Il più caro è un vasetto di miele svizzero Stéphanie Vuadens venduto sempre da Coop a circa 53 €/kg. Questa differenza è dovuta al fatto che nei Paesi dove il clima è più favorevole e dove la stagione di raccolta si allunga, i volumi di miele prodotto crescono e i prezzi sono più economici. Al contrario, dove il clima è meno adatto, la quantità di miele risulta minore e i prezzi più alti. Nel test troviamo pure due prodotti italiani Apimiel miele di Toscana venduto da Coop, e Miele di Castagno Via Parini venduto da Manor.

Sebbene questo test potrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai consumatori, uno studio pubblicato nel 2017 dai ricercatori dell’Università svizzera di Neuchâtel e del Giardino botanico della stessa città, aveva riscontrato la presenza di residui di pesticidi neonicotinoidi nel 75% dei campioni di miele analizzati, ma sempre sotto la soglia consentita per il consumo umano. Lo studio aveva testato 198 vasetti provenienti da tutti i continenti (Antartide escluso) raccolti da più di cento cittadini svizzeri durante i loro viaggi.

test miele a bon entendeur
Vasetti di miele europeo esaminato dal test

I pesticidi neonicotinoidi sono considerati tra le principali cause della moria delle api. Per questo motivo, l’Unione europea nel 2018 ha deciso di imporre un divieto permanente all’uso esterno di tre insetticidi neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiamethoxan), sostanze che a partire dal 2013 erano già state colpite da severe restrizioni. La decisione è arrivata dopo una nuova valutazione dell’Efsa, secondo cui questi pesticidi sono un serio pericolo per api domestiche, selvatiche e bombi.

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Davide Zanelli
Davide Zanelli
11 Settembre 2018 08:49

Buongiorno,

lo studio è interessante, il mercato svizzero può star tranquillo. Vorrei far notare però che per quanto riguarda il mercato italiano non è detto che sia la stessa cosa, sarebbe da capire in che condizioni si trovi il miele delle major, credo che non ci sarebbe troppa differenza, ma è una supposizione. Inoltre sarebbe molto interessante capire la distribuzione geografica dei paesi da cui proviene il miele (molti marchi italiani si affidano a miele dell’est Europa).
Inoltre nessun accenno si fa alla presenza o meno di farmaci nei mieli in questione, questo è un altro aspetto molto sensibile per il mercato mellifero, che vi invito a monitorare.