Il Senato francese ripropone la tassa sull’olio di palma: conosciuta come la tassa Nutella. L’olio tropicale fa male alla salute e all’ambiente
Il Senato francese ripropone la tassa sull’olio di palma: conosciuta come la tassa Nutella. L’olio tropicale fa male alla salute e all’ambiente
Beniamino Bonardi 29 Gennaio 2016Il Senato francese ha approvato un emendamento dei Verdi all’interno del disegno di legge sulla biodiversità, che prevede un’aggiuntiva tassa sull’olio di palma, secondo cui l’attuale importo di 100 euro/tonnellata lieviterebbe sino a 300 nel 2017, 500 nel 2018, 700 nel 2019, sino a 900 euro nel 2020. L’aggravio interesserebbe anche l’olio di palmisto e copra (cocco). I promotori hanno motivato la proposta con i rischi sanitari legati ai danni ambientali connessi alla coltivazione nel sud est asiatico, oltre che alla necessità di riequilibrare la tassazione del settore visto che l’olio di oliva è più tassato.
Secondo i deputati ecologisti l’olio tropicale è presente in numerosissimi prodotti alimentari ed è preferito dagli industriali per il basso costo di produzione. Il consumo eccessivo da parte della popolazione comporta un’assunzione elevata di acidi grassi saturi e quindi l’incremento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Dall’altra parte, la coltivazione intensiva delle palme da olio comporta l’occupazione di un sempre maggior numero di territori, distruggendo le foreste, minacciando gli ecosistemi e minando le condizioni di vita di uomini e animali che abitano in quelle zone. Le piantagioni definite come sostenibili non sono meno pericolose per l’ambiente, perché oltre a causare la massiccia scomparsa di ecosistemi, al pari delle piantagioni di palma tradizionali, vedono l’utilizzo di potenti pesticidi, come il Paraquat, vietati in Europa dal 2007.
Il primo obiettivo della tassa è incoraggiare le industrie a sostituire l’olio di palma con altre materie grasse meno dannose per la salute e l’ambiente. La progressività è indispensabile, perché permette di ottenere una tassazione dissuasiva, applicata anche ai prodotti importati, lasciando all’industria il tempo di sostituire l’olio. L’approvazione dell’emendamento ha provocato la reazione dell’Alleanza francese per un olio di palma sostenibile – di cui fanno parte l’Associazione nazionale delle industrie alimentari e marchi come Nestlé, Ferrero e Unilever.
L’associazione si dichiara “sorpresa”, perché si tratta di una norma in contrasto con la “Dichiarazione di Amsterdam”, firmata dal ministero dell’Ecologia francese il 7 dicembre scorso, che mira al raggiungimento del 100% di olio di palma sostenibile in Europa entro il 2020. L’aumento della tassa comprometterebbe lo sforzo delle industrie verso questo obiettivo. Dal punto di vista nutrizionale, l’Alleanza francese per un olio di palma sostenibile contesta anche la tesi sui risvolti negativi per la salute, mentre per quanto riguarda gli aspetti fiscali afferma che l’olio di palma è già molto più tassato perché subisce una media di sei fasi di lavorazione, con le connesse imposte.
La legge dovrà ora passare all’esame dell’Assemblea nazionale, dove si vedrà se i deputati manterranno la norma sulla tassazione. Nel 2012, un’analoga proposta, denominata impropriamente “tassa sulla Nutella”, era stata approvata dal Senato ma poi bocciata dall’Assemblea nazionale.
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Come al solito in men che non si dica si passa alla strumentalizzazione dei fatti.
i francesi vogliono far fuori Ferrero ed altri produttori che non sono francesi dal loro mercato, e per farlo utilizzano tutto quello che trovano.
Mi vogliono introdurre una tassa perchè l’olio di palma fa male alla salute? nella terra del burro, del foie gras, nella nazione dell’acido grasso saturo, ci preoccupiamo dei risvolti negativi sulla salute?
Certo, la sola motivazione ambientale basta ed avanza per ridurre il consumo del grasso tropicale, ma allora ben venga quello sostenibile.
Caro Sig. Giovanni. La sua tesi non ha fondamento nel momento in cui la Ferrero non è l’unica azienda Europea a fare uso di olio di Palma. Tutti i grandi gruppi alimentari ne fanno uso. Qui la Ferrero non centra nulla (che poi la Nutella la potrebbero produrre anche con altro grasso vegetale e con il burro di cacao diventando molto più buona). Inoltre la invito a riflettere su cosa significa sostenibile. l’associazione delle imprese produttrici ha messo su l’accordo RSPO che considera sostenibile: ridurre i gas serra, ottimizzare lo spostamento dell’olio, ridurre lo scarto dell’olio ottimizzando la produzione, prevedere un sistema di raccolta degli scarti della lavorazione (visto che l’olio di palma subisce molte trasformazioni. Non c’è nessuna misura che prevede lo stop alla deforestazione e all’uccisione di migliaia di animali, senza contare l’aspetto dei raccoglitori sfruttati. Quindi la domanda è: Cosa significa Olio di Palma sostenibile? Al momento sembra che RSPO punti soprattutto ad una sostenibilità dei costi che possibilmente abbia ripercussioni positive anche per certi aspetti ambientali.
Signor Giovanni è la sua tesi a non essere sostenibile così come l’Associazione nazionale delle industrie alimentari, che rappresenta quanto di più ipocrita ci possa essere come arma di difesa dell’indifendibile. Ma che si decidessero a eliminare l’olio di palma e a rinunciare a “qualche” milione di utile se non altro in nome di Maria, vista la devozione, e rinnegando per una volta il dio denaro!
Ludovica
Siamo quasi all’autodistruzione per gli interessi economici di alcuni stati e delle grandi industrie.
Abbiamo grassi buoni come l’olio di oliva che può essere usato su tutti i prodotti dolciari ,e invece usano altri tipi di oli che nuocciono gravemente alla salute in primis l’olio di palma che contemporaneamente provoca altri effetti collaterali come la distruzione degli ecosistemi.
E’ una vergogna bisogna solo boicottare questi prodotti e non acquistarli , un piccolo suggerimento a tutti: A colazione mangiate una fetta di pane con olio extravergine di oliva e per chi lo desidera con in aggiunta un poco di zucchero, una delizia per il palato e soprattutto tanta salute
un consiglio per Nuccio è di sostituire lo zucchero con un po’ di miele, integrale, possibilmente. se passasse questa tassa sull’olio di palma, mi troverebbe senz’altro d’accordo. le lobby dell’olio di palma non portano certo gli interessi della comunità dei consumatori.
Signor Giovanni è la sua tesi a non essere sostenibile così come l’Associazione nazionale delle industrie alimentari, che rappresenta quanto di più ipocrita ci possa essere come arma di difesa dell’indifendibile. Ma che si decidessero a eliminare l’olio di palma e a rinunciare a “qualche” milione di utile se non altro in nome di Maria, vista la devozione, e rinnegando per una volta il dio denaro!
Ludovica
Ma prima dell’olio di palma, la Nutella con quale sostanza grassa veniva fatta? Hanno modificato la ricetta originale?
Allora non sarebbe più Nutella…
No?
Per quanto ne sappiamo noi la Nutella è sempre stata fatta con olio di palma . Ma Ferrero non ha mai precisato questo aspetto.