Prima infanzia: il Ministero della salute pubblica un vademcum per la corretta alimentazione dei bambini dall’allattamento allo svezzamento
Prima infanzia: il Ministero della salute pubblica un vademcum per la corretta alimentazione dei bambini dall’allattamento allo svezzamento
Giulia Crepaldi 1 Agosto 2016Il Ministero della salute ha pubblicato un breve documento su quello che bisogna sapere per la corretta alimentazione dei bimbi durante la prima infanzia e lo svezzamento. Il vademecum è stato redatto sulla base delle più recenti raccomandazioni di Oms, Efsa e altri organismi scientifici internazionali. Per renderne più semplice la lettura, i consigli degli esperti del Ministero sono stati pubblicati sotto forma di domande e risposte. Ecco un riassunto delle raccomandazioni.
Cos’è il divezzamento?
Con il termine divezzamento – più comunemente, svezzamento – si intende il passaggio da una dieta esclusivamente liquida a una semi-solida prima e solida poi. Il Ministero raccomanda l’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi di vita del bambino. Le maggiori istituzioni scientifiche sono d’accordo nel fissare intorno al sesto mese il momento in cui è necessario integrare il latte materno con l’aggiunta di altri alimenti, per garantire il corretto apporto di energia e di importanti nutrienti come zinco, ferro e vitamine.
È importante allattare al seno durante il divezzamento?
Continuare ad allattare anche durante la fase di svezzamento ha dei vantaggi sia per il bambino sia per la madre. È dimostrato che l’allattamento protegge il bambino da infezioni intestinali e altre malattie ben più gravi e ha un effetto positivo sullo sviluppo. La donna che allatta, invece, ha un rischio ridotto di sviluppare malattie come il cancro al seno e il diabete, una maggiore resistenza all’osteoporosi dopo la menopausa e uno smaltimento più rapido del peso accumulato in gravidanza.
Come si introducono gli alimenti durante il divezzamento?
Non esistono menù definiti per lo svezzamento dei bambini. È importante, invece, trovare il proprio modo di bilanciare le indicazioni del pediatra, con i gusti della famiglia e le tradizioni culturali. Altrettanto importante è alternare colori, consistenze e sapori e, quando il bimbo rifiuta un alimento, riproporlo, magari cucinato in maniera diversa. Le bevande zuccherate sono da evitare categoricamente.
I bambini a rischio allergie/intolleranze vanno divezzati diversamente?
No, i bambini a rischio celiachia, allergie o intolleranze non vanno svezzati diversamente. Non vanno, quindi, evitati o introdotti più tardivamente gli alimenti causa di allergie e intolleranze.
Dopo l’anno di vita cosa può mangiare il bambino?
Il bambino a un anno non è un piccolo adulto, tuttavia può iniziare a mangiare anche cibi “da grandi”, possibilmente preparati senza sale e zuccheri e presentati con una consistenza idonea alle capacità del bimbo. Dall’anno in poi può essere introdotto il latte vaccino, le cui quantità devono essere comunque moderate per evitare un eccesso di proteine nella dieta. Importante anche il pesce per il contenuto di grassi essenziali.
Qual è la normativa sugli alimenti destinati ai lattanti e alla prima infanzia?
La normativa europea prevede una regolamentazione specifica per gli alimenti destinati ad allattamento e prima infanzia. Quando non è possibile l’allattamento al seno, devono essere usate le formule per lattanti, che sono studiate per riprodurre nel modo più fedele possibile la composizione del latte materno. Per lo svezzamento, poi, esiste un ampia scelta di baby food, formule di proseguimento e latti crescita.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Sarebbe interessante sapere chi sono gli autori del documento. Purtroppo non lo dicono 🙁
Leggendolo sento l’influsso neanche tanto celato dell’industria.
Vorrei un chiarimento in merito alla questione pasta: mio figlio ha quasi 1 anno e mezzo e mangia carne e pesce a pezzetti e formati di pasta abbastanza grandi. Quando preparo un piatto di pasta vorrei farlo per tutta la famiglia ma con la storia delle micotossine credo di aver capito che sia opportuno utilizzare fino ai 3 anni quella adatta ai bambini. Ho capito bene? Oppure ci sono dei marchi di pasta indirizzati agli adulti che possano andar bene anche ai bambini al di sotto dei 3 anni?
Nei prodotti destinati all’infanzia i limiti per alcune sostanze sono più bassi di quelli per gli adulti e costantemente controllati.
Ricordiamo anche che é bene evitare il miele fino al compimento del 1°anno per rischio di botulino, le uova crude (gelati!) e il latte non pastorizzato, nonché alcuni tipi di formaggio per rischio di listeria e salmonella