Il supermercato è sempre più tecnologico: dalla Coop del Bicocca Village di Milano ad Amazon Go, quali sono le tendenze per il futuro?
Il supermercato è sempre più tecnologico: dalla Coop del Bicocca Village di Milano ad Amazon Go, quali sono le tendenze per il futuro?
Paola Emilia Cicerone 10 Agosto 2017Come sarà il supermercato del futuro? Chi ha visitato Expo 2015 ha avuto la possibilità di farsene un’idea grazie al Future Foods District, il supermercato ipertecnologico messo a disposizione dei visitatori dalla Coop, per fare acquisti ma anche per rendersi conto di come potrebbero essere in futuro questi punti vendita tra display elettronici in grado di “raccontarci” la merce che stiamo per acquistare e bracci robotici pronti a servirci. Oggi questo prototipo è realtà quotidiana in un punto vendita aperto da Coop al Bicocca Village di Milano. E sempre a Milano Accenture, che ha collaborato con Coop per la parte tecnologica del Supermercato del futuro, ha da poco inaugurato in Piazza Gae Aulenti un proprio demo che propone soluzioni ancora più futuribili. Un esempio di come la grande distribuzione si prepara a fronteggiare la sfida rappresentata da aziende come Amazon che già garantisce consegne di generi alimentari a domicilio e ha da poco aperto a Seattle un prototipo di un nuovo tipo di punto vendita – Amazon Go – in cui si può fare acquisti senza passare dalla cassa – e senza fare code – trovando automaticamente la propria spesa sul conto.
Come reagisce la clientela alle innovazioni? Per Coop Lombardia il supermercato di Bicocca Village, aperto a fine 2016, rappresenta un successo: “È stata scelta un’area particolare, molto frequentata da giovani, soprattutto studenti di materie tecnologiche che non hanno difficoltà a familiarizzare con i display, anche se abbiamo visto che anche i clienti meno giovani trovano l’esperienza piacevole e interessante”, spiega il portavoce di Coop Lombardia. Il supermercato ripropone in versione aggiornata i monitor e i totem esibiti a Expo, che permettono di avere informazioni su origine delle materie prime, caratteristiche nutrizionali e promozioni in corso, mentre una cinquantina di monitor permettono di consultare un’etichetta aumentata dei prodotti. Sono stati poi adottati altri accorgimenti, “come gli scaffali più bassi che penalizzano la quantità di prodotti esposti, ma li rendono più accessibili e visibili”, mentre i bracci meccanici utilizzati a Expo non sono stati inseriti per evitare di influire sull’occupazione, e per lo stesso motivo le case automatiche sono comunque assistite da operatori. Si tratta di un punto vendita dedicato a prodotti di alta gamma, in cui sono esposte tutte le referenze che hanno un particolare valore sociale come il commercio equo e solidale o i prodotti a marchio Libera Terra provenienti da terreni sottratti alle mafie.
Più avveniristico il progetto lanciato da Accenture nell’ambito di ACIN (Accenture Customer Innovation Network). In questo caso non si tratta di un punto vendita aperto al pubblico ma del prototipo di quello che potrà essere in futuro il supermercato o meglio, secondo la definizione di Accenture, un “convenience store” di dimensioni medio piccole. Un trend questo che sembra destinato a diffondersi: secondo Michael Ruhlman, autore di un recente saggio sui futuro della GDO negli Stati Uniti, il supermercato del futuro sarà di piccole dimensioni e punterà sulla specializzazione per fare fonte alla concorrenza di Amazon.
Il progetto di Accenture parte da un’app che permette di creare una lista della spesa dedicata, per poi continuare all’interno del punto vendita utilizzando display interattivi e un virtual wall, una parete virtuale dalla quale ordinare anche prodotti non presenti sugli scaffali per ragioni di spazio ma disponibili in magazzino. Si potrà poi procedere al check out, sempre grazie a dispositivi elettronici, mentre per i clienti in attesa di recuperare fisicamente la spesa sono previsti spazi di ristoro e intrattenimento.
Nel complesso si tratta di un negozio che sembra pensato per giovani e professionisti urbani che vedono la spesa come un’opportunità per socializzare, più che per famiglie interessate soprattutto a individuare velocemente le merci che interessano e le eventuali offerte. E in effetti, un’indagine recente sui servizi che i clienti desiderano trovare nei supermercati evidenzia la presenza di due tipi di clientela diversa, quella che vive il supermercato come un’esperienza – ed è quindi interessata a corsi di cucina o degustazioni – e quella che ha esigenze pratiche come gli sconti e le consegne a domicilio. Per ora comunque questi prototipi non sembrano destinati a essere riproposti al di fuori di Milano “anche se l’esempio di Coop”, spiegano ad Accenture, “è visto con interesse non solo in Italia ma a livello internazionale, da altri retailer con cui lavoriamo e che chiedono di visitarlo”.
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giornalista scientifica