“Stop alle etichette illeggibili”: firma la petizione di Foodwatch per ottenere informazioni chiare sulle confezioni. Raccolte 20 mila firme in due giorni
“Stop alle etichette illeggibili”: firma la petizione di Foodwatch per ottenere informazioni chiare sulle confezioni. Raccolte 20 mila firme in due giorni
Redazione 31 Marzo 2017“Stop alle etichette illeggibili”: è il titolo della nuova campagna promossa da Foodwatch per ottenere informazioni chiare e immediate sulle confezioni dei prodotti alimentari. L’ONG francese si batte da anni per un mercato trasparente in cui il consumatore sia libero di decidere ciò che mangia, in modo consapevole e sicuro. Pochi giorni fa l’organizzazione ha lanciato una petizione contro le scritte illeggibili che spesso compaiono sui cibi confezionati. Foodwatch chiede alla Commissione europea di stabilire un carattere minimo più grande per le scritte sugli alimenti, rispetto agli attuali 1,2 millimetri richiesti dalla normativa. La situazione risulta anche peggiore per i piccoli imballaggi dove possiamo trovare scritte di 0,9 mm, con un gioco di colori e spaziature che ne peggiorano ulteriormente la leggibilità.
Il problema è così sentito che addirittura Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, ha recentemente dichiarato di non riuscire a leggere le etichette, neanche con gli occhiali: «È assolutamente impossibile».
Si tratta di un’aberrazione che consente ai produttori di ridurre al minimo le informazioni essenziali per i consumatori, come la composizione degli alimenti o l’apporto nutrizionale, lasciando grande spazio alla marca e agli altri espedienti del marketing.
Il Fatto Alimentare ha deciso di sostenere questa iniziativa, contribuendo alla raccolta delle firme che dopo due giorni aveva già superato le 22.000 adesioni.
Per aderire all’iniziativa basta compilare il modulo sottostante, indicando: nome, cognome, codice postale, città, indirizzo (via/piazza..), numero civico, email e cliccare sulla casella “PARTICIPER”.
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Io trovo insopportabile, ancor più delle etichette a caratteri minuscoli, una legislazione che permette di abusare della dicitura “vedi libro unico degli ingredienti” in una miriade di prodotti che non necessiterebbero di tale forma come un piatto gastronomico da banco. Mi riferisco a pane confezionato, pasta per pizza, torte salate confezionate da forno, e altri. La sola dicitura é più lunga spesso che non gli ingredienti stessi. Per non parlare del fatto che di questo libro non ci sia traccia se non in qualche angolo nascosto e sia indecifrabile. Non è pensabile che un consumatore abbia il tempo di andarsi a cercare per ogni prodotto tali ingredienti non si sa dove. Di questo abuso non se ne parla e viene usato in maniera spesso maldestra per non far conoscere certi ingredienti. Io non compro mai nulla che riporti quella dicitura.
Concordo pienamente!
Concordo pienamente anch’io!