Al Centro antiveleni – Centro nazionale di informazione tossicologica dell’Ircss Fondazione Maugeri di Pavia il 30% dei casi di intossicazione da veleni vegetali sono dovuti a piante natalizie. E allora, attenzione a come vengono maneggiate. Stella di Natale, vischio, bacche rosse di agrifoglio e pungitopo che, dotate di tossicità differente, possono provocare vari disturbi: da semplici irritazioni fino a sintomi gastroenterici anche importanti. Ma basta fare attenzione e conoscere le poche regole di primo intervento in caso di intossicazione.

La popolarissima Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) può essere velenosa a causa del triterpene, contenuto nel liquido che esce quando si lacerano le foglie o si taglia il fusto. Può causare eritema o prurito a contatto con l’epidermide o bruciore agli occhi; ma anche nausea, vomito e diarrea se ingerita. È perciò opportuno tenere la pianta lontano dalla portata dei bambini, soprattutto se anno meno di un anno di età o sono soliti portare tutto alla bocca.

Spiega Sarah Vecchio, medico tossicologo del Cnit dell’Ircss Fondazione Maugeri di Pavia: «Se il contatto provoca localmente prurito o bruciore, è necessario lavare subito la cute interessata sotto l’acqua corrente per alcuni minuti e proteggerla con un panno asciutto. In caso di ingestione, rivolgersi al proprio medico, all’ospedale più vicino o direttamente ad un Centro Antiveleni (Pavia – numero emergenze 0382-24444 operativo H24 tutti i giorni), fornendo il maggior numero possibile di informazioni: età dell’intossicato, sintomi, tempo trascorso dall’ingestione, presenza di vomito, nome della pianta e parte della pianta ingerita e quantità. Non bisogna assolutamente somministrare latte o altri rimedi casalinghi o tentare di indurre il vomito nella persona intossicata, che va tenuta comunque sotto osservazione anche se sta bene: in caso di ingestione, i sintomi possono non essere immediati».

Mariateresa Truncellito

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