Gli spot dei biscotti Mulino Bianco le Macine e Tarallucci con l’attore Antonio Banderas alle prese con la farina sono molto belli, ma c’è un particolare che disturba. Il mulino, costruito appositamente, riproduce un sistema utilizzato per schiacciare le olive non la farina. Nei mulini di una volta adibiti a grano, le macine di pietra erano orizzontali, mentre per quelli specializzati nelle olive, la macina era verticale proprio come si vede bene nella pubblicità. Per alcuni si tratta di un aspetto marginale ma non è così. La capacità di uno spot come quelli del Mulino Bianco di fare “cultura alimentare” è molto forte,  e proporre agli spettatori un errore grossolano non è proprio il massimo.

 

Per capire meglio abbiamo interpellato un giornalista agronomo esperto di olio, un ex professore universitario che insegnava Industrie alimentari al Distam di Milano e un tecnologo alimentare appassionato di mulini. Il parere di questi esperti è che il mulino Barilla è frutto di esigenze sceniche, ma non risponde al vero perchè nei mulini a pietra destinati a macinare il grano la ruota è orizzontale e non verticale come si vede nello spot.

 

Ecco cosa ci scrive Tommaso Zacchello, tecnologo alimentare appassionato di mulini in una lettera arricchita con alcune foto (a destra) del Mulino da grano dell’oasi si S. Cristina di Quinto di Treviso (TV).

 

«Il mulino a pietra per frumento è costituito da due macine sovrapposte: quella inferiore fissa, e quella superiore che gira. Sono poste in orizzontale ed i chicchi entrano tra le macine cadendo dall’alto in un foro posto al centro della macina superiore e, attraverso le scanalature delle pietre e la forza centrifuga, la farina esce lateralmente. Nella maggior parte dei casi le macine sono racchiuse in una “cassa” di legno o di metallo che raccoglie la farina e la “scarica” anteriormente.

Quella mostrata negli spot è una macina da olive come si vede  nell’immagine a sinistra che ritrae un vecchio mulino dell’azienda agricola la Pignara. In questo caso la macina è verticale e la superficie macinante è il “lato stretto” della ruota. Le olive vengono caricate e schiacciate per essere ridotte in pasta. Dopo questa prima fase, la pasta viene raccolta, pressata nei fistoli e sottoposta ad ulteriori passaggi fino ad arrivare ad estrarre l’olio.

 

Nello pubblicità – conclude Zacchello – hanno sicuramente giocato con la fantasia, mostrando un mulino gigante collegato ad una ruota d’acqua enorme.

 

Sono un grande appassionato di pane e mulini a pietra. Mi da fastidio quando le aziende usano immagini antiche per pubblicizzare prodotti industriali moderni. Non giudico cosa è meglio o peggio, ma non trovo corretto mostrare nello spot ad esempio vacche al pascolo, prati in fiore o, come in questo caso, mulini a pietra quando la realtà dell’industria alimentare è ben lontana da questi stereotipi».

Per curiosità siamo andati a vedere come era il vecchio mulino di Chiusdino, scelto da Barilla negli anni ’90 per girare i suoi spot, dopo avere realizzato una meticolosa ristrutturazione (vedi foto a destra).

 

Oggi la struttura è la sede di un agriturismo e non viene più usato da Mulino Bianco per la pubblicità. Si  chiama Mulino delle Pile e fu costruito nei primi anni del 1200 dai Monaci della vicina Abbazia di Serena, per assicurare alla popolazione di Chiusdino la molinatura del grano. Il mulino è dotato di macine orizzontali, proprio come sostengono i nostri esperti, e basta vedere la foto a sinistra esposta nel sito per rendersene conto.

 

Il set costruito da Barilla per girare i nuovi spot di Banderas è molto bello, ma una cosa è certa quel tipo di mulino oltre che essere gigantesco, una volta era usato per schiacciare le olive e non i chicchi di grano.

Roberto La Pira

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Dario
Dario
2 Ottobre 2012 07:04

Luca hai ragione: se puoi accettare che Banderas faccia le macine puoi anche accettare che le faccia nel mulino bianco. Se si critica la questione sulla corretteza storica di una pubblicità si rischia di passare per criticoni ad ogni costo. Molto più corretto mi sembra puntare invece l’indice verso l’uso spregiudicato di ambientazioni che suggeriscono una realtà produttiva molto lontana dal reale. Abbastanza lontana da considerarla ingannevole?

luca
luca
2 Ottobre 2012 06:13

Anche a me danno fastidio tutte queste campagne pubblicitarie, di aziende che producono in mezzo la natura, circondate dal verde,utilizzando metodi tradizionali ormai dimenticati, di bestiame che pascola felice nei prati assolati e verdeggianti, ecc. ..ma quando?!?!
Sulla pubblicità credo che giochino sulla "perfetta" rotondità delle loro macine. Il paragone risulta più efficace ed evidente utilizzando appunto macine verticali che quelle orizzontali… effettivamente, devo dire, che c’era qualcosa che mi puzzava in quelle macine, ma la mia attenzione era deviata dal fastidio di vedere banderas vestito da antico agricoltore che macina il grano e fa le "macine" mulino bianco.

luca
luca
2 Ottobre 2012 10:12

..esatto.Ingannevole? forse!!
La pubblicità ha il compito di esaltare le caratteristiche che maggiormente possono attrarre l’attenzione di chi le guarda:..quand’ero piccolo pensavo esistessero le vacche pezzate viola

angelo baruffi
angelo baruffi
11 Ottobre 2012 21:58

condivido le osservazioni di luca la pubblicita’ deve essere non ingannevole.